Capitolo 21 - Sara

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Sara

Lo bacio.
Razionalmente non vorrei farlo, più tardi me ne pentirò e mi sta bene, basta non pensarci ora, non rovinare questo momento.
Perché la verità è che sono stanca di dover sempre indossare una maschera davanti a lui, essere la Sara piena di rancore, quella disillusa dall'amore, quando invece vorrei solo stringerlo.
Ogni volta che è con me mi sento divisa a metà, la parte razionale, davvero vuole tenerlo a distanza, perché non posso dimenticare ciò che ha fatto, quel risveglio, i giorni a seguire, il dolore.
Ma questo testardo muscolo che si nasconde dentro il petto ha una volontà tutta sua, ingestibile e inspiegabile, perché nonostante tutto, batte solo quando sono con lui e per stanotte voglio sentirmi viva.

Domani mattina indosserò di nuovo la mia corazza per proteggermi da lui, ma non stanotte, per una notte ho bisogno di essere ancora la Sara di quattro anni fa. Quella ragazza che aveva trovato il tassello mancante del proprio puzzle sentendosi finalmente completa, e dopo tutto questo tempo, temo non sia cambiato nulla, temo di non averlo più trovato se non di nuovo stasera fra le sue braccia.

Le mie mani stringono delicatamente il suo viso e nei suoi occhi  leggo incredulità, lui sembra dapprima colto di sorpresa restando immobile, ma poi si riprende immediatamente avvolgendomi con le sue braccia muscolose.
Con possesso mi stringe a sé talmente forte da non respirare, ma al momento non voglio respirare, iniziamo a divorarci presi da una frenesia incontrollabile, ed è bellissimo.
Le sue mani aprono la zip della mia felpa di pile bianca, abbassano il bordo della canotta di cotone azzurra per mettere in mostra i miei seni racchiusi in un semplice reggiseno nero.

In mia discolpa vorrei precisare signor giudice che tutto questo non era assolutamente calcolato, io ero addirittura scappata qui in montagna per allontanarmi da lui, invece...qualcosa è andato storto, o finalmente per il verso giusto dopo troppo tempo.

Ci stacchiamo per riprendere aria, giusto il tempo di guardarci fissi, in quei laghi limpidi vi leggo lussuria, ma anche altro. Qualcosa che in realtà non si è mai spenta per entrambi, poi i suoi occhi accarezzano i miei seni leccandosi le labbra, seguo questo gesto ingoiando a fatica.
Il suo petto inizia a muoversi su e giù come se avesse corso una maratona, con possesso inizia a baciare il mio collo leccandolo, mentre con le mani libera e stuzzica i capezzoli.
"Christian, siamo davanti la vetrata."
Riesco a dire in un barlume di lucidità, anche se di fronte a noi c'è solo neve, ma ai lati ci sono altre baite, abbiamo dei vicini.
Di scatto alza la testa guardando fuori  chiudendomi la felpa per coprirmi, ma io sono di spalle quindi non mi riferivo a questo, ma al contesto in generale.

"Scusa, ho perso la testa."
Sorride ed io ridacchio, l'abbiamo persa entrambi e per stasera non voglio ritrovarla.

"Andiamo di sopra."
Gli propongo facendo un passo verso le scale, ma lui mi ferma, chiude semplicemente le doppie tende coprenti.

"Ho perso quattro anni, non voglio perdere neanche altri trenta secondi."
Le mie labbra sono sue, le lecca, le morde, abbassa il pantalone della  mia tuta e con un gesto mi solleva facendomi sedere sul tavolo, siamo ancora mezzi vestiti, me lo sfilo con foga facendomi restare in intimo. Apre le mie gambe con una lentezza esasperante senza mai distogliere lo sguardo, si posiziona fra di esse e gemo quando inizia a leccare i capezzoli turgidi.
Le mie mani alzano il suo maglione intrufolandosi sotto e toccando la sua pelle, i suoi addominali, la sua schiena.
Infilo la mano nei suoi pantaloni prendendo coraggio e accarezzando la sua erezione facendolo sospirare, eccitandomi di tutto questo potere nel vederlo in balia di me.
Torna a baciarmi con urgenza facendo scontrare le nostre lingue in una danza selvaggia, la sua mano sinistra risale lungo la coscia fino ad arrivare alle mie mutandine.
È la mia fine, attraverso il tessuto già bagnato mi accarezza, mi stuzzica mordendomi contemporaneamente il labbro inferiore.
Scosta gli slip ed inizia a disegnare cerchi immaginari sul punto più sensibile, getto la testa indietro mugulando, sono così eccitata che potrei esplodere di piacere da un momento all'altro.
Cerco di abbassare i suoi pantaloni ma da sola non ci riesco, anzi mi sporgo troppo rischiando di cadere dal tavolo quindi lui deve darmi una mano per evitarlo e finiamo col ridere entrambi.
Mi prende in braccio e mi sdraia sul divano.
"Hai freddo?"
Chiede accorgendosi dei brividi sulla mia pelle, ma non aspetta una risposta, altrimenti gli direi che non è per il freddo, ma per lui, per questi momenti rubati alla dura realtà, prende la coperta bianca e copre metà busto.
L'atmosfera è cambiata, sembra più dolce e lenta, lo preferisco per ciò che sta per succedere, accarezzo il suo viso e gli sorrido. 
"Sei davvero qui, fra le mie braccia."
Non mi rendo neanche conto di pronunciare quelle parole.

Mi sorride dolce facendo scontrare delicatamente la punta dei nostri nasi per gioco.
"Neanche io ci credo ancora, giuro che mi conquisterò questa possibilità."
Chiude gli occhi e mi bacia con una tenerezza infinita che mi scalda dentro fino in fondo, fino all'anima.
La passione riprende il possesso dei nostri corpi, mani vogliose viaggiano fino ai suoi glutei e poi cerco di togliergli i pantaloni, lui mi aiuta a farlo, vorrei togliesse anche il maglione ma per entrambi non c'è tempo.
Sfila con fretta il mio intimo e ora le nostre intimità sono così vicine da potersi incastrare con un solo gesto.
Con un movimento sale su di me e guardandomi negli occhi siamo una cosa sola, intreccio le nostre dita mentre ci baciamo, mentre il piacere esplode in noi, proprio ora che abbiamo ritrovato questo senso di interezza.
I suoi baci, le sue carezze sono balsamo sulle ferite che lui stesso ha lasciato quella notte lontana sulle pareti di un cuore che ora non sembra poi così ridotto male.
L'amore mi ha distrutta, lui lo ha fatto spezzandomi, formando crepe sul mio cuore, fessure vuote dove attraverso si vede il nulla.

Come può l'amore essere la cura se è stata anche la causa?
Come può essere lui il mio carnefice e al contempo il mio salvatore?

Eppure solo ora mi sento me stessa, ora che siamo una cosa sola, non vorrei essere in nessun altro posto se non qui fra le sue braccia, pur sapendo di essere fragile come non mai, senza difese.
Diciamoci la verità, mai alcuna difesa sarà forte e invalicabile contro l'amore, mai alcun muro eretto, alto e forte sarà abbastanza spesso da non essere abbattuto.
Parlo di quel sentimento che ti travolge senza chiedere il permesso, senza avere una logica, senza dare spiegazioni.

Il suono dei nostri gemiti di piacere riempiono la stanza spezzando il silenzio, i nostri respiri si regolarizzano piano piano.
Ci copre meglio con la coperta bianca e si sdraia vicino a me, lo spazio è ridotto, metà del mio corpo è praticamente sul suo, poso la testa sulla sua spalla mentre mi stringe.

Ci godiamo quel che resta di questa notte, ora che la passione è stata dissetata dovrei sentirmi a disagio invece mi sento solo in pace.
"Sei sempre stata tu Sara, solo tu."
Sussurra stringendomi più forte, ed io sorrido, anche se non può vedermi, senza dire nulla, cuscodendo queste parole e sueste emozioni.
Senza accorgermene chiudo gli occhi e mi addormento fra le sue braccia, questa notte per davvero, quando poi il sole sorgerà, tornerà la tempesta, ma ora, l'alba è lontana.

Ciao a tuttiiiiiiiiiiiii, ci tenevo a lasciarvi un bel capitolo emozionante, (almeno per me, spero anche per voi) come regalo per Natale, perché per i prossimi tre giorni la vedo dura scrivere un altro capitolo

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Ciao a tuttiiiiiiiiiiiii, ci tenevo a lasciarvi un bel capitolo emozionante, (almeno per me, spero anche per voi) come regalo per Natale, perché per i prossimi tre giorni la vedo dura scrivere un altro capitolo.
Entrerò sicuramente per darvi i miei auguri.
Direi che l'amore è nell'aria.
💖

Come due pezzi di un puzzle. Where stories live. Discover now