Capitolo 38 - Christian

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Chris

Il suono fastidioso ed incessante del telefono mi sveglia, guardo l'ora e sono solo le 8:30, ho impostato io quest'ora perché devo essere da Stefany fra meno di due ore, arriverà un uomo vestito da babbo natale e non mi perderei per nulla al mondo la faccia della mia piccola.
Mi volto e Sara sta dormendo accanto, sorrido e mi avvicino per svegliarla, prendo una ciocca dei suoi capelli e le faccio il solletico sotto il naso, lei si muove infastidita e io me la rido.
"Sara, devo andare, svegliati pigrona, volevo fare colazione con te."
La abbraccio e le lascio dei piccoli baci sul naso, sulla guancia, sulle labbra, mentre si lamenta, è una piccola ingrata.
"Dai amore, altri cinque minuti."
É la prima volta in assoluto che mi chiama così, credo non se ne sia nemmeno accorta.
"Va bene amore mio, solo cinque."
Calco bene  questo appellativo e la vedo aprire prima un occhio e poi l'altro, guardarmi mentre io rido sotto i baffi, di sicuro si è appena resa conto della situazione e prevedo una fuga in tre, due, uno...
"Ok, io devo andare in bagno un attimo, tu puoi iniziare ad andare in cucina."
La acciuffo per la maglia del ridicolo pigiama di pile fucsia fluo, mi fanno quasi male gli occhi a guardarla.
Ricade sul letto e la imprigiono con il mio corpo, la guardo furbo e non riesco a non ridacchiare per la sua buffa espressione, è tutta rossa in viso.
"Christian smettila, mi stai schiacciando e devo andare a fare pipi."

"Christian? Non lo conosco, io mi chiamo amore, chi sarebbe questo Christian?"
Alza gli occhi al cielo e io continuo a ridere, cerca di fare leva per liberarsi di me ma sono troppo grosso e muscoloso in confronto.
"Anche tu sei il mio amore, mi piace che mi chiami così."
Le do un bacio sul naso e la lascio andare, devo sbrigarmi, fra circa mezz'ora devo essere fuori di qui purtroppo.

Arrivo a casa di Gabriella un po' nervoso dopo l'ultima conversazione, sinceramente non so come gestire la sua gelosia, temo possa combinare qualcosa, quando vuole è molto vendicativa e qui chi ne farà le spese delle nostre battaglie sarà Stefany e voglio evitarlo.
Suono il campanello e sento subito la mia piccola urlare dall'interno perché vuole venire lei ad aprire, vince la battaglia e il mio scricciolo dai capelli dorati mi sorride entusiasta buttandosi fra le mie braccia.
"Papà."
"Buon natale piccola mia."

Lei è la cosa più preziosa che ho al mondo e la proteggerò sempre.

"Buongiorno Christian, buon natale, come mai hai fatto tardi?"
Il tono di Gabriella non mi piace e so perfettamente che il suo scopo è quello di infastidirmi, non ho intenzione di dargliela vinta.
"Non mi sembra tardi, in genere vengo a quest'ora, comunque buon natale anche a te."
Le do le buste con i regali per lei e suo padre ed entriamo, saluto Bruno e mi dedico subito alla mia piccola che mi tira per la mano verso la sua stanza per aiutarla a scegliere il vestitino più bello.
Dopo aver finalmente scelto l'abitino con il disegno di Elsa e Anna, la aiuto anche a mettere le scarpette, la rinprovero bonariamente per tutti i giochi lasciati a terra e insieme li raccogliamo.
Al suono del campanello si blocca e ci guardiamo, allungo la mano verso di lei che l'afferra subito, andiamo in salotto e ad un tratto diventa timida nel vedere babbo natale vicino l'albero che dal suo sacco enorme tira fuori tutti i regali.
Stefany cerca di arrampicarsi su di me, la prendo in braccio e andiamo verso di lui, per me è strano vedere mia figlia così, in genere è un tornado, logorroica, purtroppo ha preso dalla madre in questo.

"Ciao bella bimba, come ti chiami?"
L'attore che abbiamo ingaggiato all'associazione a cui ci siamo rivolti cerca di fare il vocione grosso mentre avanza con finto pancione.
"Stefany."
Risponde un po' timida sistemandosi i capelli che le ricadono davanti gli occhi.
"Se hai fatto la brava questi sono i tuoi regali, sei monella?"
La birbantella che ho in braccio muove la testa velocemente a destra e a sinistra.
"Babbo natale, ma se ti scrivo la letterina tu puoi fare tutto?"

Chissà cosa vorrà chiedergli?

"Ci proviamo, cosa vorresti?"
Babbo natale si avvicina alla piccola curioso tastando la sua barba finta.

"Non la voglio la matrigna, è cattiva come quella di biancaneve o di cenerentola."
Non appena sento queste parole il mio sguardo cerca quello di Gabriella che sbianca, non posso credere che abbia coinvolto la bambina.
Visibilmente a disagio l'attore resta senza parole, ci pensa la strega artefice di tutto questo a richiamare l'attenzione per fare delle foto.
Non riesco a contenere la rabbia che cresce a dismisura, non ho neanche avuto il tempo di poterle far incontrare una cazzo di volta e lei già ha riempito le orecchie alla bambina.
Cerco di fingere il più possibile mentre facciamo queste foto solo perché voglio che mia figlia abbia un bel ricordo un giorno da guardare, poi accompagno alla porta il ragazzo e lo pago.
Resto un attimo isolato dagli altri qui all'ingresso per poter sbollire la rabbia e indossare nuovamente la maschera sorridente e tornare dalla piccola a scartare i regali, purtroppo non funziona e non ho abbastanza tempo perché mi chiama a gran voce.
Torno in salotto, Gabriella non mi guarda neanche, non ha il coraggio di farlo, faccio un video a Stefany mentre scarta i regali e cerco di partecipare alla sua gioia.
Ci sediamo a tavola non appena arrivano gli zii di Gabriella e sua cugina con il marito e il figlioletto, sinceramente mi sento fuori luogo e soprattutto non sono dell'umore per sopportare le battute idiote del cugino o le occhiatacce della zia che crede che io mi faccia i fatti miei e tenga in bilico la nipote.
Non appena Gabriella va in bagno ne approfitto e la aspetto fuori dalla porta, non riesco ad attendere oltre, una furia cieca mi sta mangiando le viscere dall'interno da ore ormai.
La porta del bagno si apre e non appena si accorge di me, i suoi occhi cercano una via di fuga, ma non sa che sono diventato un maestro e fatto pratica con Sara, quindi non può scappare.
"Dobbiamo parlare."
Il mio tono pur basso è davvero minaccioso, me ne rendo conto da solo, ma non posso contenere la rabbia più di così.
"Non mi sembra il momento, ci sono ospiti."
Il suo atteggiamento altezzoso non la salverà.
La fisso truce e le apro la porta di fronte, cioè la sua camera da letto, non sono praticamente quasi mai entrato qui, davvero due o tre volte con la piccola o per prendere qualcosa, ora non mi interessa.
Si arrende e mi sorpassa sculettando dall'alto dei suoi tacchi, si siede sul letto ed accavalla le gambe, i suo occhi sono strafottenti, ho imparato a conoscerla.
"Voglio una spiegazione, che sia la verità, o devo chiamare nostra figlia?"
Incrocio le braccia sotto il petto e resto in piedi vicino la porta, sono un fascio di nervi.
" Mi ha chiesto perché io e te non viviamo sotto lo stesso tetto come gli altri genitori, le ho detto che non siamo una coppia, che quindi tu potrai trovare una fidanzata che diventerà la sua matrigna un giorno."
Fa sempre la finta innocente ma non lo è per niente, soprattutto ora che sa di me e Sara non le credo.
Apro la porta, lei si alza credendo di poter andare via, invece ho altro in mente, chiamo Stefany che si precipita da me, la faccio entrare e chiudo nuovamente.
"Che ti sei messo in testa, non metterla in mezzo e ti ricordo che abbiamo ospiti."
Gli occhi di Gabriella sono sbarrati come se temesse qualcosa ma la ignoro e faccio sedere la bambina sul letto.
"Mamma e papà ti devono dire una cosa importante, a volte i genitori vivono insieme, altre volte no, ma si vogliono comunque bene e soprattutto amano tanto i loro bimbi, questo lo sai?"
La piccola peste dice di sì.
"In questi casi, le mamme possono trovare degli amici speciali e i papà delle amiche speciali."

" Le matrigne?"
Chiede quasi spaventata, maledetti cartoni.
"No, esistono solo nei cartoni, nella realtà sono buone."
Mi inginocchio davanti a lei, ma si rannicchia verso la madre guardandola.
" Vuoi rovinarle il natale? Vuoi farla piangere?"
Le fa comodo tutta questa situazione ovviamente, la fisso con astio, ha complicato tutto.
" Forza va a giocare con il cuginetto."
Appena la madre la lascia andare lei corre via, ciò che tenta di fare anche Gabriella, ma la afferro per un braccio.
" Risolverò questa situazione, Stefany conoscerà presto Sara."
Nei suoi occhi azzurri vedo la gelosia e il dolore di una donna rifiutata, ma non ho mai alimentato i suoi sentimenti.
"Non puoi pretendere che mi stia bene che una estranea entri a far parte della vita di mia figlia di neanche quattro anni. "
Con un suo strattone mollo la presa e si allontana.
"Entrerebbe da un momento all'altro in scena destabilizzandola, visto che ancora soffre del fatto che tu non ci sei mai qui e Stefany potrebbe viverla come un abbandono da parte tua."
Mi sputa addosso queste scuse addirittura con rabbia.
"Ma cosa stai farneticando? Io ci sono sempre."
Purtroppo suo padre ci richiama dagli altri, in effetti non era il momento per affrontare il discorso.
"Non è finita qui."
La avviso prima di vederla sparire al di là della porta.

Che casino e ho la netta sensazione che sia solo all'inizio.

Come due pezzi di un puzzle. Where stories live. Discover now