62 il tuo maglione mio

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Il tuo maglione mio, THEGIORNALISTI.

Sangio sparì velocemente, lasciandomi da sola a gestire la furia di mio padre.
"È da giorni che provo a chiamarti ma mi si è rotto il cellulare quindi non mi andava bene il microfono, vengo a casa e mi ritrovo questo!" urlò, indicando i miei vestiti sparsi per tutto il salotto.
Spalancai gli occhi, ricordandomi solo in quel momento di quelle chiamate strane che avevo ricevuto e di come mio padre doveva essere tornato a casa già da due settimane.
Mi meravigliai di come la mia relazione con Sangiovanni avesse catturato completamente la mia attenzione, facendomi dimenticare di tutto il resto.
"Ma chi sei?!" urlò, guardandomi come se fosse la prima volta che mi vedeva "Mia figlia non si sarebbe mai comportata così! Ma poi chi è questo ragazzo? Da quanto lo conosci? Un mese? E già ci vai a letto?" prese in mano il mio reggiseno, sventolandomelo davanti.
"Rivestiti IMMEDIATAMENTE! Non voglio che mia figlia giri nuda per casa MIA" indicò il salotto, "perché ti ricordo che questa è casa MIA e le regole le faccio IO e tu le devi RISPETTARE"
Rimasi pietrificata al mio posto, non sapendo realmente cosa dire o fare.
Non avevo visto mai mio padre così adirato.
D'istinto nascosi il polso col tatuaggio sotto la coperta, nella vana speranza che non lo vedesse.
"Io sono veramente deluso" continuò, abbastando il tono della voce. "Non pensavo mia figlia fosse una poco di buono"
Spalancai gli occhi alle sue parole, cosa?
"Lui è il mio ragazzo" mormorai, venendo fulminata con lo sguardo.
"Ragazzo? Ah si? Da quanto? Due settimane?" chiese canzonandomi, "Lei ora ha il ragazzo e giustamente fanno sesso sul pavimento del mio salotto" indicò di nuovo i miei vestiti sul tappeto, quasi schifato.
"Tua madre almeno lo sa?" chiese, tornando a guardarmi.
Annuì, "L'ha conosciuto quando è venuta"
La sua risata mi colse di sorpresa, facendomi ancora più paura.
"Nono" scosse la testa, "intendo se sa che ti scopi un ragazzino" sputò quelle parole come se fossero un insulto, facendomi rabbrividire.
"No" mormorai, abbassando lo sguardo sulla coperta, non sapendo veramente che fare.
Un silenzio imbarazzante calò fra di noi, interrotto solamente dal battito accelerato del mio cuore che risuonava come se fosse in una cassa di risonanza.
"Sparisci dalla mia vista" disse infine, appoggiandosi sul bracciolo dell'altro divano, lo sguardo fisso sulle sue scarpe "Rivestiti e vai a scuola, visto che sono le nove" una risata amara lo interruppe "per farti scopare da quel tizio hai anche saltato la cosa più importante per te e il tuo futuro"
Scosse la testa tornando a guardarmi, la delusione nei suoi occhi era così palpabile che mi feriva ancora di più delle sue parole.
Perché, conoscendolo, sapevo che quello che diceva era dettato dalla rabbia e dalla sorpresa, ma quella delusione sarebbe rimasta.
"Sei in punizione Giulia, niente più danza, niente più sabato sera fuori con le amiche o con lui... d'ora in poi, uscirai di casa solo per andare a scuola, alle sette e quaranta uscirai di casa e alle una e mezzo ti voglio qui a pranzare" mi puntò un dito contro, "meglio per te che se ritardi non scopro che eri con lui"
Annuì, alzandomi per andare in camera, venendo fermata poco prima di entrare, dal suo sussurro.
"Mi hai deluso, profondamente"

Chiusi la porta dietro di me, appoggiandomi a lei.
Sentii le lacrime rigarmi il viso, mentre scendevano copiosamente.
Cercai di nascondere i singhiozzi, che si fecero sempre più insistenti, mentre mi coprivo il volto fra le mani.
Le sue parole mi risuonarono in testa, come se stessi riascoltando tutta la conversazione da capo.
Odiavo la sensazione di averlo deluso.
Odiavo il sentirmi in colpa per aver semplicemente amato una persona con tutta me stessa.
Guardai il cellulare solo per ritrovarmi una decina di notifiche da parte di Luca e Serena.
Scrissi velocemente un messaggio a Sangio.
Diamine, quanto avrei voluto averlo vicino a me.

Papà è incazzato a morte, sono in punizione.
Tu dove sei?

Mi passai una mano fra i capelli sospirando, avrei voluto chiamarlo ma non mi sarei mai voluta far trovare da mio padre nel mezzo di una chiamata col ragazzo che aveva tolto la verginità a sua figlia.

Giulia ma dove sei finita? Tutto okay?

Sorrisi, non appena vidi un messaggio di mio cugino.

Papà è rientrato, ha beccato me e Sangio... sono in punizione.

Rimasi a guardare la nostra chat, quando subito le spunte diventarono azzurre.

Merda!!
Vuoi che venga?
Forse posso aggiustare la situazione!

Sorrisi, stringendomi nella coperta.

Non preoccuparti, deve solo passargli...

Tornai nella chat con Sangio, leggendo come l'ultimo accesso fosse alle 7:40 del mattino.
Sospirai, chiedendomi dove fosse finito.

"GIULIA VIENI SUBITO QUI" sobbalzai non appena sentii mio padre urlare.
Mi vestii velocemente prima di andare da lui, trovandolo seduto in cucina.
Sentii il cuore sprofondarmi nel petto quando lo vidi intendo a guadare una copia del consenso per il tatuaggio che dovevo aver lasciato sul tavolo.
Mi fulminò con lo sguardo non appena entrai, passandomi il foglio.
"Fammelo vedere" la sua voce gelida mi fece trasalire, obbligandomi a obbedire senza fiatare.
Mi avvicinai per fargli vedere l'iniziale in un silenzio glaciale.
"Come si chiama il ragazzo?" chiese infine, senza smettere di guardare il mio tatuaggio.
"Giovanni" mormorai, non ricordandomi più come si respirasse.
Mio padre rimase immobile per quelle che sembrarono delle ore.
"Esci da casa mia" disse infine, con un tono estremamente tranquillo.
Lo guardai scioccata, non capendo veramente quello mi avesse appena detto.
"Ti ho detto di uscire da casa mia" ripeté, incrociando il mio sguardo.
Niente traspariva dai suoi occhi, come se non provasse più alcuna emozione.
"Ma dove devo andare?" chiesi, allontanandomi leggermente da lui.
Mio padre si limitò a guardarmi, ripetendo le solite parole "Esci da casa mia"
Rimasi ferma a guardarlo, non sapendo cosa dire.
Fu solo quando le urlò, che uscii velocemente dalla cucina.
Presi lo zaino per la scuola e ci misi dentro dei vestiti a caso.
Corsi alla porta d'ingresso, voltandomi un'ultima volta.
Lo vidi fermo, seduto al solito posto, intento a fissare il consenso.
Con le lacrime che mi rugavano le guance, chiusi la porta di casa dietro di me, lasciando che il freddo pungente della mattina bruciasse contro la mia pelle, mozzandomi il respiro.
Decisi di nascondermi nell'unico posto in cui nessuno sarebbe mai venuto a trovarmi.
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a/n
Heyy!!
Scusate il ritardo 😅
Questa settimana sarà un po' piena, ma spero comunque di riuscire ad aggiornare presto! 🤞🏿
Sta iniziando la terza e ultima parte di questa storia e ciò mi rende un po' triste/malinconica 😕
Manca così poco alla fine che quasi mi fa strano pensare che tra poco dovrò segnarla come "completa" 🥺
Spero via stia piacendo e soprattutto vi sia piaciuta questa parte 🥰
Nel caso lasciate ⭐️ e ditemi cosa ne pensate nei commenti! 🎡
I prossimi capitoli saranno un po' difficili per la nostra giulietta 😔
Al prossimo aggiornamento! 🙈
Love you all
💘💘💘

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