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Torino, Peter White.

Sangio si alzò lentamente, andando a recuperare i suoi vestiti in bagno.
Luca lo seguì con lo sguardo finché non sparì nel corridoio, solo per rivolgermi un occhiataccia una volta rimasti da soli.
"Cosa cazzo sta succedendo?" sibilò, avvicinandosi.
Cercai di mantenere il suo sguardo, non dimostrandogli che in realtà ero completamente intimidita.
Per quanto sapessi che non mi avrebbe mai fatto niente, mi spaventava ogni volta che si adirava.
"È il mio ragazzo" mormorai, raccogliendomi
i capelli in una coda disordinata.
Luca spalancò gli occhi, venendo zittito da Sangio che rientrò in sala, completamente vestito.
"Beh io vado" annunciò, guardando prima Luca e poi me, tranquillo.
Gli sorrisi, fingendo di non sentire lo sguardo assassino di mio cugino addosso.
"Va bene, a domani" lo salutai, arrossendo quando annuì mandandomi un bacio in aria.
"Ciao Luca" dette una pacca sulla spalla a mio cugino, che s'irrigidì fulminandolo con lo sguardo.
"Ciao" grugnì, aspettando che uscisse dall'appartamento prima di tornare a guardarmi esterrefatto.
"Giulia!" urlò "Siete sposati che fate quelle cose ?" in un modo così plateale, come era solito da parte sua, si mise le mani sui fianchi dopo aver gesticolato per quelle che sembrarono delle ore.
In un gesto di spavalderia improvvisa, alzai gli
occhi al cielo sbuffando.
Luca spalancò gli occhi, guardandomi perplesso, mai avevo reagito in quel modo di fronte ad una sua sfuriata.
"È ufficialmente il mio ragazzo e mi piace" dissi, spegnendo la televisione.
"Quindi voi...?" il suo tono flebile quasi sconfitto mi strinse il cuore, d'altronde mi voleva bene come una sorella, era normale fosse protettivo.
Gli rivolsi un piccolo sorriso, facendogli cenno di venirsi a sedere accanto a me.
Lui indugiò qualche istante prima di accettare il mio invito, sistemandosi lontano da me, sul divano, guardandomi attentamente, come se avesse paura anche lui di una mia sfuriata.
Sorrisi, allungando le braccia per dargli un abbraccio che ricambiò, stringendomi ancora di più a sé.
"Non voglio che ti faccia del male" sussurrò contro la pelle del mio collo "non sei solo mia cugina, sei la mia sorellina.. e sapere che lui potrebbe ferirti mi fa salire il sangue al cervello"
Risi, iniziando ad accarezzargli la schiena.
"Ti voglio bene Luca" dissi, lasciandogli un bacio sulla guancia prima di allontanarmi
per guardarlo negli occhi "e mi fido di Sangio, è un bravo ragazzo .. e se mi dovesse mai ferire, ho te"
Un sorriso gigante spezzò la sua espressione preoccupata, facendolo alzare in piedi.
"Allora mi devi raccontare tutto mentre preparo la cena!" annunciò divertito.
Mi alzai accanto a lui, dandogli una pacca sulla schiena, "sei il peggiore" decretai scoppiando a ridere.
Diamine se lo amavo.
Era veramente il cugino migliore che potessi mai desiderare.

Passai tutta la cena a raccontargli come c'eravamo veramente conosciuti, del tetto, della barca e di mamma.
Decisi di omettere l'ospedale e il giardino nel quale avevamo fatto l'amore la prima volta, alcune cose volevo tenerle solo per me.
Mi stranii nel ritrovarmi gelosa dei miei ricordi, come se in qualche modo condividendoli, quella magia che si era creata con Sangio non era più solo nostra.
Fortunatamente la sua carbonara mi fece dimenticare qualsiasi paranoia, era troppo buona.
"Sei il migliore" stabilì, ottenendo un suo sguardo confuso "nessuno la fa così buona!"
Luca rise, porgendomi il pane per fare la scarpetta.
"Non scherzarci, che poi Nonna Veronica se la prende a male" disse, facendomi unire alla sua risata.
"Quindi è un bravo ragazzo come sembra?" chiese, cercando di dissimulare il suo interesse.
"Il migliore" annuì, "tu invece ragazze?"
Le guance di mio cugino si tinsero di un rosso così vivo che mi colse di sorpresa.
"LUCA!" Spalancai gli occhi, mettendolo visibilmente ancora di più in imbarazzo.
"Ehm" Luca iniziò a ridere, completamente in difficoltà, strofinandosi una mano dietro il culo.
Abbassò lo sguardo sul suo piatto vuoto, cercando di evitare a tutti i costi il mio quando rispose "Forse"
"FORSE?" gli feci eco, "PERCHÉ NON MI DICI NULLA? IO TI HO DETTO TUTTO SU SANGIO!" incrociai le braccia sul petto, fingendo di essere offesa da questa cosa.
Anche se un pochino lo ero, alla fine era mio cugino e volevo sapere chi fosse questa ragazza.
La sua risata aumentò sempre di più di fronte alla mia espressione, finché non decise di raccontarmi "Si chiama Rachele, ha un anno in più di te e fa medicina" iniziò, "l'ho conosciuta all'università, in biblioteca"
Alzai gli occhi al cielo, un classico.
"Non aveva un penna e me l'ha chiesta, da lì abbiamo iniziato a parlare," si passò una mano fra i capelli, guardando sognante un punto indefinito sul tavolo.
Diamine, non pensavo potesse essere già cotto a tal punto dopo così poco tempo.
Doveva per forza essere una cosa di famiglia.
"Da lì abbiamo incominciato a incontrarci sempre di più prima in segreteria, poi al bar e infine di nuovo in biblioteca finché..." bevve un sorso d'acqua, ottenendo un mio sguardo assassino per essersi fermato e avermi lasciato a metà che lo fece ridere "finché non le ho chiesto di uscire e l'ho portata a mangiare una pizza, senza più smettere di sentirci ogni giorno e vederci ogni volta che possiamo"
Roteai gli occhi, visibilmente gelosa di mio cugino.
"E com'è ? Fisicamente o caratterialmente?" chiesi, d'istinto provai l'irrefrenabile voglia di sapere tutto su di lei.
Luca mi rivolse un sorriso sornione, "meno bella di te sicuramente"
Scoppiai a ridere, dandogli uno schiaffo sul braccio.
"Come sei scemo!" esclamai, scuotendo la testa.
"Che c'è? È vero!" si alzò per raggiungermi dall'altra parte del tavolo e avvolgermi in un abbraccio, "nessuna potrà mai batterti Giù"
Ricambiai, stringendolo di più per immergermi nel suo profumo così familiare, sapeva di casa.
Lui era la mia vera famiglia, lui c'era sempre stato e so che ci sarebbe sempre stato per me.
Quando si allontanò, gli detti uno schiaffo dietro la testa, ottenendo uno sguardo sorpreso.
Come risposta gliene diedi un altro, "Che c'è?" gli feci il verso "Te li sei meritati!"
Luca alzò le mani al cielo in segno di difesa, facendomi sorridere.

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