08 tutta la notte

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Capitolo dedicato a Carla Fracci, venuta a mancare stamattina, 27/05/21.
🤍🩰

8

Tutta la notte, Sangiovanni.

I suoi occhi verdi mi squadrarono irrisori, mentre le sue amiche dietro di lei ridacchiavano guardandomi.
Avevo già vissuto fin troppe volte quella scena.
Troppe.
Al solo pensiero mi immobilizzai ancora di più, dimenticandomi improvvisamente come si respirasse.
"Ciao! Non ci siamo presentati io sono Sangiovanni, voi siete?" sobbalzai, quando accanto a me Sangio allungò la mano verso Carlotta che, a giudicare dalla sua espressione, rimase sopresa tanto quanto me.
Non appena lo guardò, sciolse il suo sguardo freddo, ormai una mia prerogativa, in uno adorante.
"Sono Carlotta" soffiò con la voce più suadente che le riuscì.
Improvvisamente sentii una punta di gelosia invadermi il corpo, infastidendomi.
Potevo veramente essere gelosa di una persona che non conoscevo nemmeno da ventiquattro ore?
Vidi Sangiovanni sorriderle, quasi forzato.
"Bene," disse, mangiando una pizzetta che aveva sul piatto. "c'è qualche problema?" chiese non curante della situazione.
Carlotta tornò a guardarmi sprezzante, "certo, non voglio una sfigata di questo calibro a casa mia" sputò, seguita dalle ragazze dietro di lei che iniziarono a guardarmi schifate alla mia vista.
"Ah! Che peccato" sospirò Sangio apparentemente deluso, cogliendo nuovamente tutte di sopresa "allora ci toccherà andarcene" mi disse, guardandomi dispiaciuto.
"Nono, te puoi restare" Carlotta si avvicinò fulminea a lui, accarezzandogli un braccio con la mano.
Sangio non si scompose di fronte al suo tocco, piuttosto si allontanò leggermente appoggiando un braccio sulle mie spalle.
Sentii un tonfo al cuore, e un esplosione di farfalle pervardermi lo stomaco.
Nessun ragazzo mi aveva mai messo il braccio intorno alle spalle.
Carlotta spalancò gli occhi di fronte a questa scena, confusa.
"No scusami, sono con Lola" fece un cenno con la testa nella mia direzione "e onestamente mi stavo un po' annoiando, ci becchiamo"
Noncurante mi spinse leggermente, obbligandomi a seguirlo mentre superavamo il gruppo di Carlotta, andando verso l'ingresso.
Andammo oltre anche quando vedemmo Deddy seduto su una poltrona intento a baciarsi, molto appassionatamente, con una ragazza dai lunghi capelli neri che riconobbi subito essere Rosa.
Gli lanciai un'occhiata incuriosita, quindi erano un qualcosa?
Non appena uscii fuori, l'aria gelida della sera mi travolse, spezzandomi il fiato.
Sangio continuò a tenere un braccio sulle mie spalle mentre ci dirigevamo verso il suo motorino.
Non avevo la più pallida idea di cosa volesse fare, ma qualsiasi cosa era meglio della festa, quindi decisi di rimanere in silenzio.
"Ecco" disse non appena lo raggiungemmo.
Aprii il bauletto, tirando fuori entrambi i caschi e infilandoci i nostri piatti colmi di cibo.
Mi porse il casco nero, allacciandosi quello rosa.
Senza fare domande, me lo infilai, aspettando che si sedesse sul motorino per sistemarmi dietro di lui.
"Andiamo, ti porto in un bel posto" annunciò, appena mi sedetti.
"Scriverò un messaggio a Luca, dicendogli che ti ho portato a casa io così non si preoccupa se non ti vede, anche se penso che ora sarà abbastanza impegnato" aggiunse, facendo una piccola risata.
"Dove mi porti?" riuscii a chiedere, non sapendo che altro dire.
Lui rise più forte, "non si dice, è una sorpresa".
Per la prima volta, risi con lui, sentendomi nuovamente leggera come una piuma.
Le strade di Roma erano completamente vuote mentre le sorvolavamo col motorino.
Mi chiesi dove potesse portami all'una di notte.
Non ero mai stata una fan della vita notturna, quindi non ne avevo la più pallida idea.
Superammo un paio di locali pieni di gente, mentre ci infilavamo in una zona più tranquilla della città.
Ad un certo punto, si fermò di fronte ad uno dei palazzi più alti che avessi mai visto.
"È casa tua?" chiesi sorpresa, guardandomi in giro.
Sangio rise, scendendo dal motorino e togliendosi il casco.
"No, questa è la casa di nonna" rispose, staccandomi il casco e solleticandomi il mento con la punta delle dita.
Le farfalle che nel mio stomaco si erano placate, riesplodero, facendomi arrossire.
Ringraziai il cielo che col buio non potesse notarlo.
Sistemò i caschi nel bauletto, prendendo i piatti pieni di cibo.
"Vieni" mi disse, avviandosi verso il portone.
Lo seguii leggermente confusa, "mi vuoi portare da nonna?"
"Certo che no" rise, facendomi entrare nell'ingresso del palazzo "anche perché a quest'ora dorme sicuramente"
Annuì sempre più confusa, iniziando a salire le scale a due a due cercando di mantenere il suo passo veloce.
Più salivamo, più mi confondeva.
Quando raggiungemmo l'ultimo piano, ero completamente stordita.
Che voleva fare?
"Tieni," mi porse i due piatti, abbassandosi per cercare la chiave dell'ultima porta rimasta nel palazzo, alzando il tappetino.
Appena la trovò, la infilò nella toppa e l'aprì.
Spalancai gli occhi quando realizzai che mi aveva portato sul tetto del palazzo.
Mi rivolse uno sguardo divertito, prendendo i piatti dalle mie mani e facendomi cenno di andare per prima.
"A lei mademoiselle " disse con un tono dolce.
Lentamente andai sul tetto, rimanendo sopresa da quello che vidi.
C'erano dei fili di luce che andavano da una parte all'altra illuminando completamente l'ambiente.
Per terra c'erano lenzuoli e cuscini, che rendevano il tutto ancora più accogliente.
Era bellissimo.
"Ma l'hai sistemato tu?" chiesi esterrefatta, i tetti dei palazzi ci circondavano e in lontananza si intravedeva anche il Colosseo.
Sangio rise, "Magari, é il signore che sta sopra nonna, ieri ha fatto l'anniversario con la moglie e ha organizzato tutto questo.
Ha deciso di lasciarlo perché è bellissimo" 
Annuì, continuando a guardarmi intorno, senza parole.
"Vieni, sediamoci" Sangiovanni mi richiamò alla realtà, sedendosi su un telo rosso.
Lo seguii, guardandolo divertita.
"È bellissimo," mormorai, sistemandomi accanto a lui.
Sangio annuì, tornando ad abbuffarsi sul suo piatto.
"Perché sei voluto andare via dalla festa?" chiesi d'improvviso, cogliendo entrambi di sorpresa.
Non so perché mi fosse venuta in mente quella domanda, eppure non appena la feci scopri che veramente avrei voluto sapere la risposta.
D'altronde non era obbligato, anzi.
Lui scosse la testa, addentando un'ultima schiacciatine prima di rispondermi.
"Non vedo perché sarei dovuto rimanere?"
Lo guardai confusa.
"Beh, forse perché era una festa? forse una tra quelle più richieste, le feste di Carlotta sono sempre così gettonate" rabbrividii al suo nome, mangiando una pizzetta anche se non avevo per niente fame.
Lui rise, spostandosi i ricci che gli ricadevano sugli occhi.
"A me non importa di queste cose, di quello che può pensare la gente o dell'immagine, sono cose così volubili che diventano effimere" sospirò, alzando le spalle.
Le sue parole mi colpirono, nessuno me le aveva mai dette.
Tutti, più o meno, tenevano profondamente alla loro immagine.
Spostai lo sguardo dai suoi occhi azzurri, ai palazzi che si stendevano ai nostri piedi, sorridendo.
Non sapevo ancora bene chi fosse, ne sapevo niente sulla sua storia, ma c'era qualcosa in lui che mi piaceva.
Molto.

MALIBUOnde histórias criam vida. Descubra agora