26 le luci della città

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Le luci della città, Coez.

Scesi le scale a due a due, per quanto avessi sempre voglia di stare con lui, dopo le parole di Deddy questa voglia sembrava essersi quadruplicata.
Infatti, non appena lo vidi appoggiato al suo scooter, gli corsi incontro abbracciandolo.
Senza dargli tempo di dire qualsiasi cosa, unii le nostre labbra coinvolgendolo in un bacio che si trasformò subito in qualcosa di più.
Le sue mani iniziarono ad accarezzarmi tutta la schiena, mentre le nostre lingue si incontravano.
Avvolsi le braccia intorno al suo collo, percependo il suo battito febbrile, che come sempre, faceva eco al mio.
Quando mi allontanai, appoggiando la mia fronte sulla sua, Sangio sospirò un "wow" contro le mie labbra.
Intrecciai i nostri sguardi, perdendomi in quell'azzurro infinito.
Diamine.
Per la prima volta ebbi la sensazione di starmi innamorando di lui.
Era contro qualsiasi logica o spiegazione, stava accadendo tutto troppo velocemente ma non mi importava.
Da quando l'avevo incontrato, avevo avuto la sensazione di conoscerlo da sempre, come se ci fossimo ritrovati e non appena conosciuti.
Sorrisi quando lasciò un bacio sul naso, mormorando un "ciao" prima di stringermi a se in un abbraccio.
"Ciao" gli feci eco, perdendomi nel suo profumo.
"Potrei abituarmici" provò, facendomi ridere.
Mi allontanai quanto bastasse per incontrare di nuovo quell'azzurro che mi piaceva da morire, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Sangio sorrise, "Ti porto in un bel posto" mormorò, indicando con la testa il motorino su cui era appoggiato.
Lo guardai incuriosita, annuendo.
Non volevo sapere niente, volevo fosse una sorpresa.
Sangiovanni sembrò sollevato di fronte alla mia mancata richiesta di dettagli, confermando come anche lui non volesse svelarmi niente.
Mi infilai velocemente il casco, sedendomi dietro di lui.
Feci scivolare le braccia intorno alla sua vita, stringendomi contro la sua schiena, per perdermi nella libertà e spensieratezza che provavo ogni volta che stavo con lui.
Era una delle cose che più mi piacevano di Sangiovanni, mi faceva sentire libera.
Assaporai ogni momento di quel viaggio, reso ancora più dolce dalle confidenze di Deddy.
Mi piaceva scoprire che Sangio non si apriva così con tutti, dava ancora più valore a ciò che condivideva con me.

Mi guardai intorno sorpresa, quando si fermò in mezzo ad una via qualunque.
Lo imitai quando scese e si tolse il casco, cercando di non far trapelare la mia curiosità.
Lui sorrise di fronte alla mia espressione, scompigliandomi i capelli prima di prendermi per mano.
"Vieni" iniziò a incamminarsi verso una piccola porta di ferro tinta di verde che notai per la prima volta.
Doveva portare ad un giardino, perché dietro di lei emergevano tronchi di alberi pieni di foglie di tutti i tipi.
Mi guardai intorno incuriosita, cercando di capire qualcosa di più ma ci trovavamo in una semplice via completamente anonima.
Sorrisi, come faceva a conoscere tutti questi posti?
Quando arrivammo di fronte a questa porticina, Sangio si voltò, rivolgendomi uno sguardo divertito.
"Ora viene il bello, bisogna scavalcarla"
Spalancai gli occhi, non ero la persona migliore in queste cose.
"O mi aiuti a scavalcarla e la apro da dentro?" propose di fronte al mio sguardo spaventato, cercando di nascondere un sorriso.
Annuì, meglio, decisamente.
"Vieni, allora fai così con le mani" mi sistemò le mani in modo da poterci salire sopra, arrampicandosi sulla porta.
Con un salto, fu dall'altra parte.
"Cerco la chiave!" urlò, iniziando a muovere qualcosa.
Sorrisi, era bellissimo.
Ci conoscevamo da pochissimo e già mi aveva portato in posti bellissimi, semplici ma mozzafiato.
Il tetto, la barca, il luna park e ora?
"Eccoci!" esclamò quando la trovò, aprendo finalmente la porta.
"Aspetta!" non feci in tempo nemmeno a mettere a fuoco cosa nascondesse, che la richiuse "copriti prima gli occhi".
Sorpresa, eseguii l'ordine, ridacchiando.
"Fatto?" chiese, muovendo lentamente la porta che cigolò.
"Affermativo" risposi, facendolo ridere.
D'un tratto, lo sentii dietro di me.
Appoggiò le sue mani sui miei fianchi.
Le farfalle nel mio stomaco esplosero, quando il suo profumo mi avvolse.
"Ora fai attenzione" mormorò, solleticandomi l'orecchio coi suoi ricci.
Iniziammo a camminare lentamente, dentro quello che dal rumore delle foglie che schiacciavo, capii essere un giardino.
Ad un certo punto, mi fermò, chiedendomi di rimanere così, immobile e con gli occhi coperti.
Ridacchiai di nuovo, confusa ma divertita.
Cosa stava organizzando?
Lo sentii spostare degli oggetti, mi sembrò di sentire il rumore di un telo ma non ne ero sicura.
"Diamine!" esclamò ad un certo punto, cogliendomi di sorpresa. "No tranquilla, ho solo rovesciato una cosa"
Annuì lentamente, stavo iniziando ad essere troppo curiosa.
Dopo quella che mi sembrò un'eternità mi parlò di nuovo.
"Okay, al mio tre apri gli occhi" disse, tornando dietro di me.
Mi lasciò un bacio sul collo che mi fece rabbrividire, appoggiando di nuovo le mani sui miei fianchi.
"Non barare" mormorò contro la mia pelle, lasciandomi un altro bacio proprio sotto l'orecchio.
Annuì, le parole mi morivano in bocca dall'emozione.
Cosa aveva preparato?
"Uno" soffiò, baciandomi alla base del collo.
Il mio cuore iniziò a battere più velocemente, a tratti sembrava stesse per uscirmi dal petto.
"Due" questa volta mi baciò entrambi gli angoli della bocca.
Stavo morendo.
Quei baci, il suo profumo, la curiosità di sapere dove fossi e cos'avesse organizzato mi stavano uccidendo.
Il mio cuore, dopo aver raggiunto un picco di non so quanti battiti al minuto, sembrò fermarsi quando finalmente disse "tre".
Senza darmi il tempo di aprire gli occhi, mi prese il volto fra le mani, baciandomi quasi con urgenza.
Gli misi le mani intorno al collo, cercando come ogni volta di sentire il suo battito contro i miei polpastrelli.
Sorrisi non appena lo percepii, febbrile come il mio.
Quando si allontanò, avevo il fiatone.
Appoggiò la fronte contro la mia, intrecciando i nostri sguardi.
Mi immersi in quell'azzurro, ormai meravigliosamente familiare.
Lo vidi sorridere con la coda dell'occhio, facendomi sciogliere.
"Spero ti piaccia quello che vedrai" soffiò contro le mie labbra, prima di baciarle di nuovo, questa volta più delicatamente.
Annuì quando si allontanò, cercando di ricordarmi come si respirasse.
Con lui era difficile persino ricordarsi le cose più banali.
Rise di fronte all'effetto che mi faceva, riempiendomi con quel suono che ormai adoravo.

"Tre" mormorò di nuovo, allontanandosi quanto bastasse per permettermi di vedere cosa ci fosse intorno a noi.

MALIBUOù les histoires vivent. Découvrez maintenant