03 yellow

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Yellow, Aka7even.

Salì le scale a due a due fino alla porta di casa, solo per ritrovarmi mio cugino che mi guardava adirato.
Mi fulminò con lo sguardo appena mi vide.
"Sono tre ore che ti aspetto" sibilò, rimanendo sempre poco credibile.
Non era mai riuscito ad essere veramente arrabbiato con me per niente.
Lo guardai annoiata, superandolo per infilare la chiave nella toppa.
"Guarda che sono serio, la prossima volta io.."
"Cosa succede? La tua faccia diventa yellow..?" risi, alludendo alla canzone che aveva scritto qualche tempo fa.
Vidi con la coda dell'occhio che provò a nascondere un sorriso, fallendo miseramente.
"Stronza" mormorò, seguendomi dentro casa.
L'appartamento dove vivevo era abbastanza piccolo, ma sufficiente per me e mio padre.
Da quando i miei genitori avevo divorziato, per comodità ero rimasta a vivere con lui, anche perché mia madre passava la maggior parte dell'anno in Spagna e inoltre, stava veramente lontana sia dal liceo che dalla mia scuola di danza.
"Comunque dovresti farla sentire a qualcuno quella canzone, ha del potenziale" aggiunsi, correndo in camera per raccogliere le mie cose per la danza.
Lo sentii sbuffare dall'ingresso.
"Se non ci provi non lo saprai mai, non essere così negativo" aggiunsi, affacciandomi velocemente solo per rivolgergli un sorriso fugace che non ricambiò.
Alzai gli occhi al cielo, non appena vidi la sua espressione.
Stava morendo dalla voglia di chiedermi qualcosa.
Il problema è che già sapevo cosa.
"Smettila Lù, devi dimenticarla!" urlai, finendo di sistemarmi il body.
Lo sentii sbuffare di nuovo.
"Si, te l'ha detto chiaramente che vuole andare avanti e.." chiusi lo zaino velocemente, posandolo nell'ingresso "no, non c'ho parlato da quando Chiara se n'è andata e non lo farò" aggiunsi prima di sparire in bagno per sistemarmi lo chignon.
"Ma sei mia cugina!" urlò.
Notai una punta di disappunto nella sua voce che inspiegabilmente mi sciolse il cuore.
Luca era veramente tutto quello che una ragazza potesse desiderare, eppure non aveva trovato ancora quella che ne capiva il valore.
"Proprio perché ti voglio bene non lo faccio, non puoi continuare ad andare dietro ad una persona che ti ha messo da parte" infilai anche l'ultima forcina, controllandomi per un'ultima volta alla specchio.
Nemmeno una ciocca fuori posto.
Raggiunsi Luca, trovandolo ricurvo sul cellulare.
Lo abbracciai da dietro, dandogli dei piccoli bacini sulla schiena.
"Dai, ne troverai una migliore" mormorai, sentendolo annuire, poco convinto. "Se vuoi, visto che ti piacerebbe tanto, posso sempre invitarla per un caffè e provare a scoprire qualcosa, Chiara ormai non mi dice
più niente" falso.
Chiara mi teneva sempre aggiornata su Martina, essendo la figlia di un collega di suo padre.
Ed essendo la madre di Martina morta quando lei era piccola, quella di Chiara le aveva fatto da seconda mamma, crescendola come una figlia.
Quindi, soprattutto visto il passato fatto di tira e molla fra lei e Luca, mi aggiornava sempre su quello che stava combinando Martina.
E, soprattutto nelle ultime settimane, si era particolarmente avvicinata ad un ragazzo di nome Raffaele, un pizzaiolo.
Non so come si erano conosciuti, né mi interessava, ma sapevo benissimo come questa cosa avrebbe potuto distruggere Luca.
A differenza di lei, lui era ancora estremamente innamorato, tanto da perdonarle un sacco di torti che lei gli aveva fatto, incontrando sempre la mia disapprovazione.
Non ero mai stata una fan del ritorno, ho sempre creduto che una volta che si arriva a prendere la decisione di finirla, debba essere quella definitiva.
"Andiamo vai che sennò fai tardi" disse infine, spegnendo il cellulare e prendendo il mio zaino.

Passammo tutto il viaggio in macchina cantando le canzoni di Rkomi, il suo artista preferito, coi finestrini abbassati.
Tenendo il braccio fuori, sentii tutto il vento venirmi addosso, facendomi sentire libera.
D'un tratto lo pensai.
Sangiovanni.
Parlare con Luca mi aveva distratto, facendomi dimenticare per un momento di quel ragazzo dagli occhi più azzurri del cielo.
Arrossii di nuovo alla sua proposta di essere compagni di banco, nessuno me l'aveva mai chiesto.
Luca mi lanciò uno sguardo incuriosito, facendo un sorriso malizioso.
"Riconosco quel volto, stai pensando a Sebastian?" chiese, abbassando la musica.
Risi imbarazzata, arrossendo ancora di più al pensiero di Sebastian e a come quella sera l'avrei visto.
Diamine, troppi ragazzi tutti insieme.
Annuì, mentendo.
Per qualche strana ragione, sentii il bisogno di tenere Sangiovanni ancora per me.
Forse perché era troppo bello per essere vero.
C'era qualcosa nel rivelare le cose agli altri, che automaticamente ne diminuiva la magia, anche se di queste persone potevi fidarti.
"Tranquilla, ti aiuterò io a parlarci un pochino" aggiunse, non appena ci fermammo al semaforo rosso.
Lo guardai preoccupata.
"L'ultima volta che c'hai provato, hai finito col parlare di calcio! E lui nemmeno lo segue!" protestai, facendolo ridere di gusto.
"È vero! ti ricordi che faccia confusa faceva?" Luca iniziò a ridere sempre di più, trasportandomi con sé.

La mia scuola di danza era da sempre stata il mio rifugio.
Seguendo quattro corsi contemporaneamente ci passavo praticamente tutti i pomeriggi, a volte ci rimanevo anche fino a tarda sera.
Eppure, non mi era mai pesato, avendo trovato in quelle persone una seconda famiglia.
A differenza del liceo, nessuno mi aveva mai preso in giro, anzi mi avevano sempre protetta dagli insulti, credendo nel mio potenziale dal primo giorno.
Inoltre la danza per me è sempre stata una sorta di terapia.
Ogni volta che avevo una giornata negativa, l'unico modo per tornare ad essere felice era ballare via tutto ciò che mi appesantiva.
Il più delle volte usavo una musica spagnola, e chiudendo gli occhi mi sembrava di tornare in quel casolare.
Il mio posto nel mondo.
A volte invece, sognavo di essere su un palcoscenico con un sacco di persone che erano lì a guardarmi.
Un giorno ci sarei riuscita.
Un giorno sarei riuscita a ballare davanti ad intere folle in una compagnia importante, in giro per il mondo.
"Lola per quanto ti ami, devi andare a lezione"
La voce di Luca mi risvegliò dai miei sogni ad occhi aperti, riportandomi bruscamente alla realtà.
Annuì, dandogli un bacio veloce sulla guancia prima di scendere per andare a lezione.

MALIBUDonde viven las historias. Descúbrelo ahora