36 hai visto mai

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Hai visto mai, Frah Quintale.

Spalancai gli occhi di fronte alle sue parole.
L'aveva detto quasi con fierezza di fronte alla mia famiglia.
Mia madre lo guardò scioccata, facendo passare lo sguardo da me a lui, esterrefatta.
Alvaro invece mi strinse ancora di più a sé guardandolo male, mentre Tamara gli sorrise, sistemandosi i capelli.
L'unico che non si scompose fu Jorge, impenetrabile come sempre.
Cosa c'aveva trovato mia madre, lo sapeva solo lei.
L'unica cosa buona che aveva erano i due gemelli, poi faticavo a trovargli delle qualità.
Era di una freddezza unica, che poco si sposava col calore e l'amore con cui mia madre si rivolgeva alle persone e alla vita.
"Ehm" provai a spezzare quel silenzio imbarazzante, non sapendo esattamente cosa dire, "ho pulito il bagno?"

HO PULITO IL BAGNO.

Mentalmente mi detti uno schiaffo in faccia, come aveva fatto a venirmi in mente una cosa così stupida?
Sangio, accanto a me, scoppiò a ridere, venendo seguito da mia madre e i due piccoli.
"E menomale direi" commentò, ottenendo una mia gomitata sul fianco come risposta.
Lui mi rivolse un sorriso sornione e mi dette un pizzicotto sul sedere che mi fece arrossire violentemente.
Ringraziai il cielo che mia madre non si era accorta di niente, rivolgendo a Sangio un'occhiataccia.
"Bene, allora andiamo?" Jorge ruppe quel piccolo momento di felicità, facendo un cenno verso l'entrata.
"Si beh" Sangio mi guardò quasi con difficoltà, prima di rivolgere la sua attenzione a Jorge e a mia madre "la mia macchina non può portarci tutti, se volete vi pago un taxi?"
Il mio cuore fece una capriola di fronte a quel gesto.
Lui evitò il mio sguardo, visibilmente imbarazzato, mentre cercava una risposta nel sorriso enorme che si dipinse sul volto di mia madre.
"Tesoro non ti devi preoccupare! Prendiamo un taxi, assolutamente" gli mandò un bacio in aria, che gli tinse le guance di rosso, prima di rivolgersi verso di me "va bene se stiamo da me per oggi? tanto noi partiamo già stasera"

Ah.

Pensavo partissero la mattina dopo.
Quelle parole furono uno schiaffo in pieno viso, solo Sangio sembrò accorgersene perché rispose immediatamente al posto mio.
"Certo" le sorrise, avvicinandosi a me, come se volesse proteggermi.
Mia madre di fronte a quel gesto, spalancò gli occhi, cercando di nascondere subito la sua sopresa con il solito sorriso.
Alvaro mi tirò un ciuffo di capelli per attirare la mia attenzione.
"Posso venire in macchina con voi?" mi chiese quasi in un sussurro.
"Anche io! Anche io!" la voce squillante di Tamara fece sbuffare il fratellino, che la fulminò con lo sguardo.
Sia io che Sangio ci sciogliemmo in una risata, era impossibile dirgli di no.
"Certo amori" scompigliai i capelli di Alvaro, che arrossì per nascondere il suo viso nell'incavo del mio collo, imbarazzato.
Tamara rimase interdetta, passando lo sguardo fra me e Sangio prima di allungare le braccia verso di lui, chiedendogli tacitamente di prenderla in collo.
Risi di fronte alla faccia sopresa del mio ragazzo, che mi guardò perplesso.
Annuì, facendogli cenno di prenderla in braccio.
Tamara gli sorrise maliziosa non appena l'avvolse fra le sue braccia, stringendosi al suo petto.
Risi, qualcuno doveva essersi presa una cotta.
"Allora ci vediamo a casa mia" mia madre ci salutò mentre ci incamminavamo verso la macchina.

Fortunatamente Sangio aveva due seggioloni nella macchina della mamma, che teneva sempre in caso uno dei fratelli scendeva con i bambini.
Entrambi protestarono, non volendo stare dietro, così Tamara si sedette accanto a Sangio e io vicino ad Alvaro.
"Quindi da quando state insieme?" la voce squillante della mia sorellina riempì l'abitacolo, sovrastando la radio.
Alvaro sbuffò, passandosi una mano fra i capelli.
"Ciacciona" commentò, ottenendo solo una linguaccia come risposta.
"Bambini" provai ad ammonirli, facendo ridere Sangio che mi guardò dallo specchietto retrovisore.
Quella piccola attenzione non passò inosservata da Alvaro, che mi strinse la mano, come per marcare il territorio.

Il viaggio fu abbastanza veloce, e trovare il parcheggio non fu difficile.
Mia madre abitava in periferia dove c'erano immensi parcheggi che rimanevano quasi sempre vuoti.
"Siamo arrivati!" esclamai, non appena ci fermammo di fronte al portone.
Alvaro guardò male Sangio, così come aveva fatto per tutto il viaggio.
Non pensavo avesse una cotta nei miei confronti, forse perché non aveva mai avuto rivali.
Arrossii al pensiero.
Mi faceva ancora strano considerare Sangiovanni il mio fidanzato, per quanto fosse la cosa più naturale del mondo.
"È proprio un bel ragazzo" sobbalzai non appena sentii la voce di mia madre risvegliarmi dai miei pensieri.
La guardai, aveva ragione, era proprio un bel ragazzo dentro e fuori.
"Sì" commentai, cercando di non farmi sentire da Sangio che aveva incominciato a giocare ad acchiapparelo con i bambini.
Mi sorprese vederlo saperci così fare con loro, istantaneamente diventò ancora più bello ai miei occhi, più di quanto già non lo fosse.
Ho sempre pensato che i bambini nella loro semplicità riescano in qualche modo a leggerti dentro e se da subito ti danno fiducia, sentendosi a loro agio, vuol dire che non puoi essere una brutta persona.
"Bambini andiamo, saliamo su" mia madre li richiamò "sennò mi stancate troppo Sangio"
I gemelli sbuffarono seguendo Jorge che senza dire niente aveva già aperto il portone.
Mia madre li seguì, brontolando Tamara per averle fatta la linguaccia.
Mi voltai verso Sangio che mi stava guardando.
Arrossii, andando verso di lui.
Non appena lo raggiunsi mi baciò sulle labbra con urgenza, prendendomi il volto fra le mani.
Un tripudio di farfalle esplosero nel mio stomaco mentre mi stringevo lui, venendo avvolta dal suo profumo.
Quando si allontanò, appoggiò la sua fronte sulla mia sorridendomi.
"Scusami" disse, "ma ne avevo bisogno"
Sorrisi, sentendo le mie guance andare ancora di più a fuoco.
Anche io ne avevo bisogno, pensai, non riuscendo a trovare il coraggio per dirglielo apertamente.
"È bella la tua famiglia" mormorò, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Annuì, "e tu sei amato da tutti, da Tamara in particolare.." constatai facendolo ridere.
"Ha buon gusto," alzò lo sguardo per incontrare il mio, l'azzurro dei suoi occhi si fece ancora più profondo quando continuò

"ma d'altronde... è di famiglia"

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora