37 davanti a te

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Davanti a te, Fulminacci.

Quando salimmo, trovammo Jorge seduto sul divano con Alvaro che si era completamente appisolato.
Guardai confusa mia madre mentre si sedeva accanto a loro con Tamara in braccio.
Lei sorrise, alzando le spalle.
"Troppe emozioni ed è crollato, tranquilla che tra poco si riprende e diventa ancora di più una forza della natura" commentò, sorridendo alla bambina dai grandi occhi verdi che sbadigliò.
"Allora voi come state?" spalancai gli occhi quando Jorge mi rivolse la parola.

Cosa?
Sapeva che esistevo?

Cercai di ricompormi immediatamente, rispondendo nel modo più evasivo.
"Bene dai, è la quinta, impegnativa.." provai, mentendo.

La quinta?
Impegnativa?
Con Sangio avevo praticamente saltato scuola per una settimana.

Lui mi sorrise, seguendomi quando mi sedetti sul secondo divano.
Sentii le farfalle scoppiare nello stomaco non appena mi mise un braccio intorno alle spalle, facendo ridacchiare mia madre che mi rivolse uno sguardo sornione.

"Alloooora" incominciò, facendomi alzare gli occhi al cielo, non ero pronta a tutto ciò.
"come vi siete conosciuti?" chiese, iniziando ad accarezzare la testa di Tamara che si stava sempre di più appisolando in collo a nostra madre.
Arrossii violentemente, facendo sorridere Sangio accanto a me che per salvarmi, rispose al posto mio.
"A scuola, siamo compagni di banco" disse "mi sono trasferito quest'anno dagli Stati Uniti"
Gli occhi di Jorge si spalancarono, attirato completamente da quelle parole.
Aveva sempre avuto un debole per gli USA, anche se nessuno aveva mai capito perché.
Senza dare il tempo a Sangio di respirare, iniziò a riempirlo di domande, cogliendo di sorpresa sia me che mia madre.
Sangio, dal canto suo, sembrò quasi esserci abituato, iniziando a rispondere tranquillamente a qualsiasi cosa gli chiedesse.
Mi ritrovai a guardarlo, quasi ammaliata.
Era così bello mentre sorrideva gentile, curando ogni risposta nel minimo dettaglio.
L'azzurro dei suoi occhi veniva reso ancora più chiaro da degli spiragli di luce che giungevano dalle finestre, era bellissimo.

Ogni cosa di lui lo era.

Come avevo fatto a trovare un ragazzo così e a renderlo il mio fidanzato?
Mia madre sembrò leggermi nel pensiero perché mi sussurrò "sei stata brava, è proprio un bel ragazzo"
La guardai, sorridendole.
"Non lasciartelo sfuggire," continuò, cercando di non farsi sentire da nessuno. "Si vede che è proprio preso da te"
Arrossii per le sue ultime parole, vedendo con la coda dell'occhio un mezzo sorrisetto sfuggire dalle labbra di Sangio, non so come ma stava origliando tutto.
Le mie guancia diventarono viola al pensiero, mentre cercavo con tutte le mie forze di trovare un argomento per cambiare discorso.
Ringraziai mentalmente mia madre quando sembrò leggermi di nuovo nel pensiero, chiedendomi della danza.
Le sorrisi, mi conosceva fin troppo bene.
Sapeva benissimo che in qualsiasi situazione di difficoltà, la danza era e sarebbe sempre stata il mio porto sicuro.
Le raccontai di tutti i miei progetti non appena fosse finito il liceo, di vari corsi che avevo trovato a Los Angeles e le accennai anche di quel programma che avevano pensato di frequentare sia io che Sangio.
"Amici?" mi chiese confusa, "l'ho già sentito nominare"
La guardai scioccata, "Ma come? Me l'hai fatto vedere te per prima!" le rivolsi un dito contro accusatorio, "è quello con Maria De Filippi!"
Risi quando spalancò gli occhi non appena capì di cosa stessi parlando.
"Ah! AH! Non ci credo! Si amore dovresti subito provarlo!" esclamò rischiando di svegliare Tamara, che ormai dormiva profondamente.
Annuì, "è tra le ipotesi, mai dire mai"

Il resto della giornata la passammo a tavola a mangiare e a parlare del più e del meno.
I gemelli, e Jorge, rimasero tutto il pranzo incantati dai racconti di Sangio sugli Usa, cogliendo di sorpresa sia me che mia madre per questo comportamento insolito.
Inutile dire che vedere i gemelli riuscire a stare seduti per più di dieci minuti e Jorge socializzare con qualcuno, era veramente sorprendente.
L'idillio si ruppe solo quando Sangiovanni raccontò di un gruppo di ragazzi che si mettevano lo smalto nonostante si pensasse fosse solo per le ragazze e Alvaro lo fermò, supplicando di metterlo anche a lui.
Mia madre rimase a guardarlo perplessa mentre il mio ragazzo sorridendole le chiedeva il permesso, non riscontrando opposizioni.
Non appena ebbe finito con Alvaro, dipinse le unghie di Tamara con gli smalti che lei aveva portato, principalmente tutte le sfumature del verde, il suo colore preferito.
Sorrisi sorpresa ed estasiata quando vidi il lavoro ultimate, entrambi i miei fratellini mi mostrarono unghia per unghia, sempre più innamorati del mio ragazzo.
Ma d'altronde lo ero anche io.
Sempre più innamorata di quella che si stava rivelando la più bella persona di sempre.
Sembrava quasi un sogno.
Scossi la testa non appena Sangio si dileguò in cucina per rispondere ad una telefonata, raggiungendolo non appena sentii che aveva riattaccato.
"A penny for your thoughts" dissi, ricordandomi qualche lezione di inglese.
Al suono della mia voce si voltò di scatto, rimanendo appoggiato alla tavola, immobile.
Il suo sguardo era vuoto, come se non riuscisse veramente a vedermi.
"Sangio?" mi avvicinai a lui, prendendogli il volto fra le mani.
"Tutto okay?" mormorai, obbligandolo a guardarmi.
Rimanemmo così per qualche minuto, finché lui non scosse la testa inspirando profondamente.
"Si" si passò una mano fra i capelli, scompigliando ancora di più i suoi ricci.
"Mia madre si è fatta male cadendo dalla sedia, la stanno portando al pronto soccorso, ma è tutto okay, dopo la raggiungo"
Spalancai gli occhi, cazzo.
"No!" il mio tono di voce sorprese entrambi quando mi opposi fortemente a quello che aveva appena detto.
"Se tua madre è al pronto soccorso bisogna andare ora!" esclamai, iniziando a pensare quale fosse la strada più veloce per arrivare prima.
Sangio mi sorrise, facendo scivolare le sue braccia intorno al mio busto per avvolgermi in un abbraccio.
Lo sentii nascondere il volto nell'incavo del mio collo, mentre mi stringevo ancora di più a lui.
Iniziai lentamente ad accarezzargli i capelli, giocando con qualche riccio.
Il respiro di Sangio si fece sempre più regolare, mentre rimanevamo stretti l'uno all'altra in cucina.

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