51 non sei tu

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Non sei tu, Gazzelle

"Giulia, tutto okay?" la voce ovattata di Mattias mi sembrò più un ronzio.
Sentii le lacrime bruciare contro la mia pelle mentre scendevano lentamente sulle mie guance.
Gli occhi azzurri di Sangiovanni fecero trapelare la sua sorpresa, nessuno dei due si aspettava di vedere l'altro.
"Giulia!" Deddy mi scosse, obbligandomi a guardarlo.
Mi stava guardando confuso, non capendo perché stessi piangendo ad una festa dove tutti erano felici.
Rimasi immobile, non sapendo realmente cosa dire.
Cosa avrei dovuto fare?
Abbassai lo sguardo sulle mie mani, non riuscendo a percepire nessuna parte del mio corpo.
"Sangio! Cazzo fai?" sentii la voce di Deddy in lontananza raggiungermi come se stessi guardando un film a rallentatore.
Lentamente percepii la sua presa sul mio braccio e il suo incitarmi ad andarcene.
Lo seguii senza opporre resistenza, non riuscendo a elaborare ciò che avevo visto.
Per quanto non stavamo più insieme, non aveva mai pensato all'eventualità di vederlo con un'altra.
Forse avevo sbagliato?
Forse era scontato?
Mi guardai intorno, volti di persone sconosciute mi lanciavano occhiate confuse, chiedendosi cosa fosse successo.
Sentii il braccio di Deddy avvolgermi le spalle, prima di uscire fuori casa.
Trattenni il respiro quando il freddo della sera mi colpì, non riuscendo tuttavia a svegliare i miei muscoli dal torpore che li aveva colpiti.
Era come se tutto il mio corpo fosse andato in standby.
Mi sedetti nella sua macchina, allacciandomi la cintura per abitudine.
Non chiesi dove mi stesse portando, sinceramente non mi interessava.
Rimasi a fissare la strada davanti a me, non sapendo veramente cosa fare né cosa dire.
Non riuscivo a togliermi l'immagine di lei avvinghiata su di lui, come se fosse stampata a fuoco nella mia testa.
Una parte di me non riusciva ancora a crederci, non poteva essere lui.
Non dopo tutto quello che avevamo vissuto.
Come aveva potuto dimenticarmi così velocemente?
Mi sentii una stupida pensando a quanto ancora ci stavo male, quando lui già aveva trovato un'altra ragazza.
"Non pensavo ci fosse anche Sangio, non l'ho più sentito da quando..." Deddy ruppe il silenzio, non riuscendo a finire la frase, ma non ce n'era bisogno.
Sapevo da quando aveva smesso di sentirlo, e questo mi strappò un piccolo sorriso.
"Tranquillo" gracchiai, accarezzandogli il braccio per rassicurarlo "Non potevi saperlo"
Lui sospirò, passandosi una mano fra i capelli.
"Si, ma era meglio evitarlo e..." fece una piccola pausa prima di continuare, quasi incerto. "Non avrei dovuto lasciarti da sola" aggiunse infine, sospirando profondamente.
Alzai le spalle, scuotendo la testa.
"Non dovevi farmi da babysitter, anzi forse ho reagito in modo esagerato..." iniziai, sentendo le lacrime ricominciare a bagnarmi gli occhi. "Non penso proprio" Deddy mi rivolse uno sguardo preoccupato, stringendomi una mano.
Ricambiai la stretta, guardandolo riconoscente per quel piccolo gesto.
Non sapeva quanto significava per me averlo vicino in quel momento.
"Hai avuto la reazione che ti sentivi di avere, non ce giusto o sbagliato... vi siete lasciati tre settimane fa e non l'avevi più visto, io avrei avuto la tua stessa reazione" aggiunse, provando a consolarmi.
Mi passai una mano fra i capelli, forse aveva ragione.
Guardai fuori dal finestrino, provando in qualsiasi modo a distogliere la mia mente dalle mani di lei che lo toccavano dappertutto.
"Chi era lei?" provai, non l'avevo vista nel viso ma sinceramente conoscevo poche ragazze a quella festa, in realtà solamente Serena.
Deddy sbuffò, scuotendo la testa.
"Matilde, ha una cotta per Sangio da sempre, ma lui non l'ha mai considerata" aggiunse, guardandomi con la coda dell'occhio come se sperasse di vedermi tirare un sospiro di sollievo.
Annuì lentamente, tornando a guardare la strada davanti a me.
"Forse è la sua nuova ragazza..." azzardai, non capendo realmente dove avessi trovato il coraggio di formulare quell'ipotesi ad alta voce.
La mia voglia di conoscenza superava qualsiasi imbarazzo.
Deddy spalancò gli occhi, facendosi scappare una risata amara.
"Scherzi?" si passò una mano fra i capelli, "non c'ho più parlato ma fidati, non è il tipo"
Annuì di nuovo poco convinta, non riuscendo realmente a trovare conforto nelle sue parole.
E se lei fosse la vera ragione per cui mi aveva lasciato?
Forse non aveva mai avuto semplicemente il coraggio di dirmi che si era innamorato di qualcun'altra.
Di Matilde.
Sentii il mio cuore perdere un battito al solo pensiero.
Non poteva essere.
Non aveva completamente senso.
Per quanto fra di noi le cose si erano sviluppate velocemente, avevamo condiviso cose troppo profonde per non significare niente per lui.
Ripensai a quando i nostri sguardi si erano incrociati qualche minuto prima.
Per un attimo avevo sentito quella familiare sensazione di "casa" che provavo sempre con lui, ma poi tutto era andato completamente in frantumi.
"Siamo arrivati," annunciò Deddy, non appena parcheggiò.
Gli rivolsi uno sguardo confusa, non riconoscendo la zona intorno a me.
I palazzi erano completamente rivestiti da mattoni rossi, alternandosi al verde degli alberi che li circondava.
Rimasi sorpresa quando constatai di non esserci mai stata.
"Dove siamo?" chiesi, ottenendo un suo sorriso timido.
"Beh, nell'impeto del momento non hai preso la borsa con te.. e quindi non hai le chiavi di casa.." lo vidi portarsi una mano dietro la testa imbarazzato.
Spalancai gli occhi, interrompendolo quando capii cosa voleva dirmi.
"Siamo a casa tua?" chiesi incredula.
Non ero mai stata a casa sua in tutti questi anni di amicizia.
Deddy mi sorrise timidamente, scompigliandosi i capelli con una mano.
"Beh, se vuoi puoi rimanere qui stanotte e domani mattina ti porto a casa - ho già scritto a Serena e ti prenderà lei la borsa - ... puoi stare nel mio letto, io dormo sul divano" provò, guardandomi attentamente come se stesse cercando di capire cosa stessi provando.
Gli sorrisi, annuendo alla sua proposta.
"Grazie mille" dissi infine, prima di scendere dalla macchina.
Raccolsi i capelli in una coda, continuando a guardare davanti a me quello che doveva essere il palazzo di casa sua.
Deddy mi fece cenno di seguirlo, andando ad ad aprire uno dei portoni di legno.
Dopo tre rampe di scale, tirai un sospiro di sollievo quando arrivammo davanti ad una porta con affissa un'etichetta che citava il suo cognome.
"Questo è il mio appartamento"
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a/n
ho aggiornato subitisssimooo🥳
spero vi piaccia!
ultimamente vedo che le visualizzazioni/le stelline sono diminuite parecchio... quindi mi stavo chiedendo se vi piace ancora la storia🥺
fatemi sapere nei commenti💘
e se vi è piaciuta questa parte lasciate una ⭐️
love you all 🙈

MALIBUWhere stories live. Discover now