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Nero, Gazzelle.

Mi meravigliai di come non avessi potuto notare prima dei lividi che gli ricoprivano tutto il volto, e con essi dei tagli che ancora gli sanguinavano.
Percorsi con lo sguardo ogni singolo centimetro del suo viso, sentendo il mio cuore stringersi sempre di più.
Qualsiasi domanda mi morì in gola, non sapendo realmente cosa chiedere o cosa dire.
Sembrava tutto così surreale, mentre la pioggia ci cadeva copiosamente addosso.
Quando tornò a guardarmi, sembrava essere passata un'eternità.
Provai a sorridergli, fallendo miseramente, non appena vidi la smorfia di dolore che fece per passare una mano fra i capelli.
Notai con la coda dell'occhio le nocche, ciascuna aveva una tonalità diversa di viola.
Un brivido mi percorse la schiena, mentre cercavo di prepararmi a qualsiasi cosa.
Anche se niente mi avrebbe preparato alle parole che disse.
"È finita Giulia" mormorò, guardandomi con quell'azzurro che mai come in quel momento era stato così freddo.
D'un tratto mi dimenticai come si facesse a respirare, mentre le sue parole si ripeterono nella mia testa.

È finita Giulia.

Lo guardai assente, completamente distante da quel momento, da lui.
Non poteva essere.
Non mi stava veramente lasciando in un lunedì qualunque sotto la pioggia, cancellando tutto quello che avevamo vissuto?
"Cosa..?" provai, facendogli scuotere la testa.
"No," mi interruppe, sospirando quasi dolorosamente. "Non rendere il tutto più difficile, non possiamo più stare insieme".
Aprii e chiusi la bocca un paio di volte, la mia mente era totalmente vuota, come se fosse una semplice pagina bianca.
"Perché?" provai, sentendo una punta di rabbia iniziare a travolgermi.
Non poteva lasciarmi così.
Non ero un giocattolo del quale ti stufi e metti da parte.
Lui mi guardò, quasi trapassandomi col suo sguardo quando provò a giustificare la sua scelta "Le cose sono cambiate, non siamo
più gli stessi.."
Non riuscii nemmeno a fargli finire la frase, non potevo concepire quelle parole.
"Mi stai prendendo in giro?" chiesi allibita "Ieri, ieri abbiamo fatto l'amore, meno di ventiquattro ore fa hai detto che avevi bisogno di me, e ora sei cambiato?" sentii le mani formicolarmi e le parole uscirmi così velocemente da non riuscire nemmeno a fermarle.
Lui spalancò leggermente gli occhi, cercando di nascondere la sorpresa che provò nel vedere la mia reazione.
"Io.." mormorò, continuando a guardarmi, non sapendo cosa dire.
"Non ha senso" scossi la testa, indicando i suoi lividi "E questi? Ti presenti sotto casa mia completamente tumefatto e non mi dici niente?"
Abbassai lo sguardo sulle sue mani, prendendole fra le mie.
Le strinsi più forte, rispondendo al suo tentativo di toglierle per non farmele vedere.
Con un sospiro cedette, permettendomi di guardare le nocche avvolte da più lividi, come se avesse preso a botte il muro.
Piccoli tagli gli costellavano i palmi, obbligandomi a gettare le lacrime indietro, non riuscivo a vederlo ridotto così.
"Non ti devi preoccupare" disse, nascondendo le mani dentro le tasche dei jeans.
Tornai a guardare i suoi occhi, cercando di intravedervi qualcosa oltre che a quel muro di ghiaccio che aveva costruito.
"Sangio.." provai, allungando una mano per accarezzargli delicatamente il volto.
Al mio tocco chiuse istintivamente gli occhi, sospirando profondamente.
Mi avvicinai lentamente, arrivando a far toccare le nostre fronti.
Vidi con la coda dell'occhio, come sulle braccia gli era venuta la pelle d'oca.
In qualche modo, vedere che il suo corpo ancora reagiva alla mia vicinanza, mi dette il coraggio di cui avevo bisogno per unire le nostre labbra.
Prima gli lasciai un bacio più delicato, poi gli presi il volto fra le mani baciandolo con urgenza.
Sangio ricambiò immediatamente, stringendomi a sé.
Sentii in lui, la mia stessa urgenza, capendo quanto in realtà quelle parole non fossero veramente sentite.
Quella consapevolezza, mi ferii ancora di più.
Cos'era che lo stava portando a lasciarmi?
Cosa c'era di più importante di quello che avevamo?
Fu solo quando si allontanò, appoggiando la sua fronte sulla mia, che ripresi a respirare, immergendomi completamente in quel momento.
"Giulia" mormorò contro le mie labbra, stringendomi ancora di più a sé.
Gli misi le mani intorno al collo, sentendo il suo cuore battere velocemente contro la mia pelle.
"Sangio" gli feci eco, lasciandogli un fugace bacio sulle labbra.
Lui chiuse gli occhi, baciandomi di nuovo, prima di designare una linea di piccoli baci che univano le mie labbra alla clavicola.
Indugiò sugli angoli della mia bocca, inspirando profondamente.
Immersi le mani nei suoi ricci, che tirai, facendolo gemere contro la mia guancia.
"Giulia" ripeté, nascondendo il suo viso fra i miei capelli.
Il mio cuore si strinse ancora di più, quando sentii la mia spalla inumidirsi per colpa delle sue lacrime.
Il senso di impotenza mi invase, mentre cercavo di consolare il ragazzo che amavo, senza sapere neanche quale fosse la causa reale di tutta quella sua sofferenza, di quelle ferite.
Chiusi gli occhi, iniziando a piangere con lui.
L'immagine di Sangio che veniva picchiato, mi spezzò completamente.
Non poteva essere questo il vero motivo.
Dovevo sapere, dovevo capire perché.
"Amore" provai, sentendolo immobilizzarsi contro di me.
Lentamente si allontanò quanto bastasse per incrociare di nuovo i nostri sguardi, senza lasciarmi andare.
"Perché?" chiesi, lasciando scorrere di nuovo il mio sguardo su quei lividi.
Le lacrime iniziarono a scendere più duramente contro il mio volto, mischiandosi con le gocce di pioggia.
"No" disse infine, liberandomi dalla sua presa per fare un passo indietro.
Lo guardai sorpresa, i suoi occhi rossi come i miei, mi guardarono sconfitti.
"Non posso coinvolgerti in questo," mormorò, "Non posso", si passò una mano fra i capelli, non distogliendo lo sguardo dal mio.
"Certo che puoi" provai, facendo un passo in avanti, prendendolo per mano "puoi coinvolgermi" continuai, intrecciando le nostre dita.
Appoggiai l'altra mano sulla sua guancia, accarezzandogliela lentamente, provando a non fargli male.
"Tu puoi coinvolgermi in ogni cosa che ti riguarda, per quanto sia brutta, perché io sono la tua ragazza" sussurrai, facendogli un mezzo sorriso.
Lui passò lo sguardo dai miei occhi, alle mie labbra e infine lo posò sulle nostre mani.
"No" disse, con lo stesso tono col quale mi aveva detto la prima frase, "Non più"

Intrecciò i nostri sguardi un'ultima volta, prima di voltarsi e scomparire.

MALIBUUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum