Ventuno

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Era sera e non ero andata all'allenamento di questo pomeriggio per fare le foto, immagino mio padre come sarà infuriato.
Lo raggiungo per la cena e mi siedo accanto a lui.

Roberto: dov'eri prima quando avevo bisogno di te

Sbraita e tutti si girano.
Nicolò mi guarda e mi soffermo a guardarlo a mia volta.

Roberto: solo a questo pensi

Dice ancora urlando.
Mi giro e lo guardo malissimo.

Sara: sei diventato uguale a quello schifo di padre da cui mi hai portato via

Tutti guardavano, ma non mi importava, se lo merita ed infondo è la verità.
Me ne vado a testa passa e qualcuno mi stava seguendo e solo quando mio padre dice "se la segui, dopo domani non giochi" capisco che qualcuno voleva venire a consolarmi.
Mi giro ed era Nicolò, gli faccio di no con la testa e lui torna a sedersi.
Si gira e mi chiede scusa, io non gli rispondo e girandomi salgo in camera.
Mi trattengo nel piangere e in questo momento mi rendo conto di essere più sola che mai.
Bussano alla porta.

Sara: chi è
Alessandro: io
Sara: Ale?
Alessandro: si, dai apri

Apro e lui mi abbraccia.

Alessandro: ti va di parlare un po'?
Sara: no Ale è tutto okay, non preoccuparti
Alessandro: non sei credibile sai

In quel momento passa mio padre e ripete le stesse parole che dice a Nicolò.

Sara: vai Ale, non rischiare
Alessandro: mi dispiace così tanto Sara, conosco molto bene Nicolò e so quanto ci stia male per tutta questa situazione non ve lo meritate... ma sono certo che tutto si risolverà

Dice per poi lasciarmi un bacio sulla fronte e poi andarsene.
Mi vesto e vado a fare un giro.
Mi fermo in un pub e bevo qualcosa.
Mi si avvicina un ragazzo simpatico e mi porta in pista a ballare.
Fin quando quel ragazzo mi sfiora le labbra e torno in me.
Che cazzo stavo facendo, peggioravo solo la situazione.
Esco da quel pub e mi perdo in giro per la città nel tentativo di tornare in hotel.
Prendo il cellulare e vedo che Fede mi stava chiamando da due ore e lo richiamo.

Federico: Sara dio mio, che ti salta in mente
Sara: lo amo Federico, io lo amo
Federico: che stai dicendo, dove sei?

Sara: non lo so
Federico: hai bevuto?

Sara: poco lo giuro haha
Federico: accendi il gps

Faccio come dice e dopo qualche minuto arriva lo stesso ragazzo del pub e mi blocca le mani dietro la schiena.
Mi faceva malissimo, spingendomi forte le braccia conto la schiena.

Sara: lasciami

Dico agitandomi e cercando di liberarmi.
Mi tira uno schiaffo sulla guancia e mi fa cadere per terra.
Ero nervosa, volevo picchiare quello stronzo e volevo piangere allo stesso tempo.
Parlava, ma non continuavo a capirlo.
Volevo solo che Federico arrivasse subito.
Questo mi alza con la forza e mi fa salire in una macchina quando vedo Fede e lui corre verso la macchina.
C'era anche Nicolò con lui.
Quanto mi manca.
Si avvicinano e Federico blocca il tipo e Nicolò lo riempie di pugni in faccia quando quello riesce a liberarsi dalla presa di Federico inizia a tirare pugni a sua volta a Nicolò e mi metto davanti a lui.
Prendendo un pugno fortissimo allo stomaco che mi fa cadere per terra.
Il tipo sale in macchina e va via.


Federico pov's.

Sara è per terra che tossisce e sputa sangue, gli ha tirato un pugno nello stomaco così forte che dio santo non riesco a calmarmi.
Nicolò l'aiuta a rialzarsi e io lo aiuto a mia volta.
Nessuno parlava mentre andavamo in hotel.

Sara: n-no m-mi sento bene

Sviene e faccio chiamare l'ambulanza da Nicolò, che nonostante tutto le è ancora accanto.

Nicolò: arrivano
Federico: perché non può stare un po' tranquilla dico io

Qualche lacrima mi riga il viso e poi torno in me quando si sveglia.
Arriva l'ambulanza e chiamo il mister.
Andiamo in ospedale e il mister era già la.

Roberto: cos'è successo?
Federico: un ragazzo la stava portando via, quando io e Nicolò ci siamo messi in mezzo e lui ha iniziato a picchiarci e Sara per dice difendere Nicolò si è presa un pugno nello stomaco

Nicolò non riusciva a credere a tutto quello che stava succedendo.
Il mister si avvicina a Nicolò e dice

Roberto: tu ami veramente mia figlia?

Lui annuisce ed il mister non parlò più, finché non arriva l'infermiera.

Infermiera: è sveglia, potete andare da lei. Uno alla volta
Roberto: scusate ragazzi ho una cosa in sospeso da risolvere con mia figlia

Sara pov's.

Vedo mio padre e mi giro dall'altra parte.

Sara: cosa ci fai qua tu
Roberto: senti so che ultimamente abbiamo discusso ed è anche per colpa mia se ti trovavi in giro da sola e se penso a cosa ti sarebbe potuto accadere se Nicolò e Federico non fossero arrivati in tempo, mi sento male. Mi dispiace Sara, scusami pensavo di fare la cosa giusta, ma non era così

Mi abbraccia.

Sara: mi fai male, ho una costola rotta

Non parla ed esce.
Entra Nicolò, dio solo sa dove ho trovato la forza per alzarmi e sedermi sul letto.
Volevo abbracciarlo, volevo sentire che lui era ancora mio.
Lo abbraccio e lui fa uguale senza stringere.

Sara: perdonami amore mio, ho fatto la cazzata più grande di tutta la mia vita
Nicolò: shh, riposa
Sara: no Nicolò no, io voglio che tu sappia la verità...
Nicolò: allora dimmi...
Sara: la verità è che non ho mai amato nessun'altra persona come amo te
Nicolò: allora perché mi hai ridato l'anello, mi hai fatto sentire uno schifo con quel gesto
Sara: scusami, ma mio padre...
Nicolò: lo sapevo che era colpa sua!
Sara: ti prego Nicolò, non lasciarmi mai più

Lo abbraccio mentre singhiozzo.
Stavo piangendo e lui mi sentiva.
Mi bacia e tutto il dolore che avevo addosso per un istante sembra andare via.

Sara: ti amo Nicolò...

Sorride.

Nicolò: anche io ti amo, Sara

Mi bacia nuovamente.

Nicolò: ora dimmi che ti ha detto
Sara: mi ha detto che non ti avrebbe fatto giocare se non ti avessi lasciato

Mi stringe a se.

Sara: ai Nico
Nicolò: scusa amore, che ti fa male?
Sara: il dottore ha detto che ho una costola rotta
Nicolò: perché ti sei messa in mezzo
Sara: perché non avrei sopportato ancora di vedere quello schifoso picchiarti in quel modo

Mi bacia.

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