Si gira e mi trova vicino a Ciro.

Ciro: a prendere le coccole mattutine
Sara: scemo haha

Resto per altri cinque minuti con Ciro e poi iniziamo a prepararci per scendere a fare colazione.

Sara: chi mi presta una maglia? La mia si è sporcata quella di ieri
Nicolò: l'armadio è pieno scegli che vuoi

Annuisco e ne scelgo una più piccola e corta che pensavo fosse di Lorenzo, dimenticando come una cretina che anche Nicolò non era poi così tanto alto.

Nicolò: è una delle mie preferite, stacci attenta
Sara: nono se è tua sta bene nell'armadio

Io e Ciro ridiamo mentre lui sbuffando esce dalla stanza.

Sara: Ciro me ne presti una tua?

Mi sorride e senza esitare me ne passa una, lo ringrazio e dopo averla indossata scendiamo a fare colazione lasciando dormire Lorenzo.
Arriviamo a fare colazione e Ciro si va a sedere vicino a Berardi e Verratti, io dopo aver preso la colazione mi guardo un po' in giro e decido di andarmi a sedere vicino a Nicolò dato che era solo.

Sara: eila
Nicolò: che ti serve
Sara: nulla
Nicolò: strano
Sara: insopportabile
Nicolò: come te

Ridacchia.

Sara: venivo in pace

Sorride.

Nicolò: hai deciso di fare una tregua per caso
Sara: può essere

Inizio a mangiare la mia brioches

Sara: potremmo almeno provare a non odiarci

Ride annuendo.

Nicolò: tregua quindi?

Dice mentre mi porge la mano.

Sara: ok

Dico stingendo la sua mano.

Sara: mi dispiace solo per averti risposto male l'altro giorno in ascensore.. non avevo la minima idea che tu sapevi già tutto
Nicolò: tranquilla

Mi sorride e continuiamo a mangiare.

Nicolò: saliamo?

Mi chiede appena finisce di fare colazione.

Sara: si aspetta un attimo però ahaha

Ride anche lui e aspetta che finisco anche io di fare colazione, non appena finisco saliamo in camera ed io mi butto sul letto.

Sara: buonanotte
Nicolò: ma come haha

Mi stavo per addormentare veramente quando Lorenzo si sveglia e scende dal letto.

Lorenzo: we che casino che fate
Sara: ma se non abbiamo mosso neanche un dito

Ride e dopo essere uscito dal bagno scende andando a fare anche lui colazione.
Eravamo da soli, cerco di stare tranquilla e veramente mi addormento.

***

Mi sveglio e vedo che fuori era quasi buio.

Sara: ma che ora è?

Dico senza guardare se ci fosse qualcuno in stanza.

Nicolò: le sette
Sara: dio mio ma quanto ho dormito

Dico ridendo.

Nicolò: fa niente, anche io mi sono svegliato da poco
Sara: e sono ancora stanca

Dico sbadigliando mentre lui ride e mi invita ad andare a sedermi accanto a lui.
Lo faccio e lui mi chiede di parlargli di quello che gli aveva detto mio padre.

Sara: e poi tu mi racconti di te, ok?
Nicolò: si
Sara: ehm non è facile dirlo per me..
Nicolò: non preoccuparti, fai con calma

Mi dice prendendomi una mano e guardandomi negli occhi, già era complicato raccontargli ciò che mi è successo poi così non rendeva di certo più semplice la situazione.
Mi concentro e lui non la smetteva di guardarmi negli occhi, mentre io cercavo di evitarlo di tanto in tanto.
Mi faceva sentire in imbarazzo, ma allo stesso tempo compiaciuta.

Sara: beh la parte dell'adozione la sai..
Nicolò: si.. però tuo padre ha detto che in un periodo hai frequentato persone brutte e che se avresti voluto ce avresti racconto tu cosa ti è successo..
Sara: non è che poi mi vai a sputtanare in giro eh Barella?
Nicolò: no, non sono così stronzo..

Sorride.

Sara: okay okay, mi fido. Ma se dici qualcosa sei morto

Ride mentre continua a guardarmi.

Sara: Mi ero lasciata con il mio ex, lui continuava a perseguitarmi.. e quindi trovavo pace solo con alcune sostanze stupefacenti...

Guardai per terra.

Sara: un giorno lui mi drogò e mi porto in casa sua, mi teneva in camera sua senza farmi uscire e senza cellulare... Quando ad un tratto svenni e mi portò in ospedale...
Restai in coma per overdose quasi per due mesi... Mi riempirono di un farmaco raro che può salvarti la vita ed eccomi qui
Nicolò: è impressionante come tu riesca a raccontarmi questa cosa, restando totalmente indifferente..
Sara: sono nata in una famiglia che mi picchiava quando piangevo... Sono abituata a soffrire in silenzio
Nicolò: non dire così

Mi abbraccia ed io non riesco ad essergli indifferente, era un abbraccio di conforto e lo abbraccio anche io.
Aveva un profumo buonissimo.
Chiudo gli occhi per qualche istante e mi sentivo come se lui fosse quello giusto per me, ma non sapevo nulla di lui...
Se non che aveva una figlia.

Nicolò: okay ora tocca a me

Disse appoggiandosi con la schiena sul muro e facendomi appoggiare sulla sua spalla, mentre mi accarezzava la testa.

Amore e Odio in Nazionale Where stories live. Discover now