- Oh, io... Cavolo, mi dispiace! No, lei è... Lei è perfetta e io... Oddio, sono un idiota! - iniziò a farneticare, prendendosi la testa tra le mani e spalancando gli occhi.

Non lo avevo mai visto comportarsi così per una ragazza. E ne aveva avute parecchie nei suoi ventun anni. Era chiaro che con Jenna ci fosse qualcosa di diverso: ci teneva davvero a lei e, per la prima volta nella sua vita, mio fratello poteva davvero pensare di costruirsi una relazione stabile con qualcuno, senza la costante preoccupazione di doversi trasferire che aveva caratterizzato praticamente tutta la nostra vita. Mio fratello poteva finalmente essere felice, e forse anche io.

- Non preoccuparti, non è arrabbiata con te. - lo rassicurai, rivolgendogli un caldo sorriso.

- Non lo è? - chiese, con voce da bambino, alzando il viso e lasciandomi specchiare nei suoi grandi occhi castani, così simili ai miei.

- No, le piaci troppo perché si arrabbi con te. - risi brevemente.

- Te... Te l'ha detto lei? - Potei chiaramente vedere le sue guance tingersi leggermente di rosso.

- No, ma è evidente, Col. Così come è evidente che anche a te lei piaccia parecchio. - dissi semplicemente, alzando le spalle.

- Si, lei mi piace davvero tanto. - ammise, arrossendo ulteriormente.

- Lo so. - annuii, senza abbandonare il mio sorriso.

Poi, prima che uno dei due potesse aggiungere qualcos'altro, la sculettante cameriera si ripresentò al nostro tavolo con ciò che le avevamo chiesto. Poggiò il cappuccino davanti a me con decisamente poca grazia, mentre si soffermò maggiormente per porgere la cioccolata calda a mio fratello, stendendo le braccia in modo da mettere in mostra il suo seno prosperoso. Poveretta, avrei davvero voluto dirle che si stava mettendo in ridicolo e basta, e che non sarebbe mai riuscita ad ottenere l'attenzione di mio fratello.

Quando se ne fu andata nuovamente, scocciata dal fatto che Colton non l'avesse guardata nemmeno una volta, entrambi restammo in silenzio per qualche secondo; poi mio fratello parlò, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

- E tu invece che mi dici? - domandò, soffiando sulla sua cioccolata calda. - Jenna mi ha detto del tuo bacio con il quarterback. -

Dal suo tono non riuscii a comprendere se fosse turbato dalla notizia o felice che per una volta mi fossi lasciata andare. Ma trovavo ancora strano che lui mi chiedesse dei ragazzi con cui uscivo; non lo aveva mai fatto prima.

- Vedi, questa è la parte che mi piace meno del fatto che tu esca con la mia coinquilina. - risi nervosamente, evitando il suo sguardo.

- Tu non mi racconti mai nulla. - replicò con tono neutro, alzando le spalle. - E comunque non hai risposto alla mia domanda. -

- Non credo che lui mi piaccia davvero. - sospirai, mantenendo lo sguardo basso e aspettandomi un'altra delle sue ramanzine. - È un bravo ragazzo, dolce, simpatico, intelligente, ma... -

- Ma non è lui. - mi interruppe improvvisamente, lasciandomi perplessa e sbalordita allo stesso tempo.

- Lui chi? - chiesi, corrugando le sopracciglia. Speravo che non si stesse di nuovo riferendo a Luke: ero stufa di ripetergli che io e lui eravamo soltanto amici.

- Il ragazzo che ho conosciuto l'ultima volta in cui siamo venuti qui: Michael. - sentenziò, facendomi spalancare gli occhi per lo stupore.

- Di... di cosa stai parlando? - balbettai, sentendo un lungo brivido percorrermi la spina dorsale.

- Shiver, lo vedo come ti guarda, e come tu guardi lui. - sospirò, sporgendosi leggermente verso di me. - Lo lasci avvicinare a te più di quanto chiunque altro abbia il permesso di fare, non stacchi gli occhi da suoi quando gli parli, e poi... Gli hai preso la mano quel giorno a tavola, quando è arrivata quella strana ragazza, la coinquilina di Lux. Non se n'è accorto nessun altro, ma io ero proprio di fronte a te e l'ho visto. - proseguì, mettendo maggiore enfasi sulle ultime parole. - E scommetto anche che quella felpa è sua, non è vero? -

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora