BORN TO LOVE YOU

By helloire_

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•COMPLETA• 'Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di... More

PROLOGO
Sex On The Beach.
Non ti far più rivedere.
Mio fratello gemello.
Perché l'ha fatto?
Perdonami.
Che ci fai a casa mia?
Gabby.
Ricordi che fanno male.
Stanca di soffire.
Non m'interessa nulla di te.
Non toccarmi.
Non è compito tuo fare giustizia.
Sei come le altre.
Sono confusa.
Ho bisogno di te.
Bipolare.
Chi turba il tuo piccolo cuore?
Resta con me.
Hai paura di amare.
Non è la mia fidanzata.
Era il mio tutto.
Il tuo viso non ha mai abbandonato la mia mente.
Tutta colpa di Alexander.
Non chiamarmi bambola.
È tornato per vendicarsi.
Fai troppe domande.
Ce la puoi fare.
Mi importa di te.
Non ti abbandonerò Madelyn.
Penso di essere incinta.
Non la merito.
Grazie a te ho capito di avere un cuore.
L'ho fatto solo per te.
Nessuno oserà toccarvi.
Ti amo da morire.
Sarai un ottimo padre.
Non abbandonarlo.
Sei tutto quello che mi è rimasto.
Sei fortunata.
Addio amico.
Travis Blake.
RINGRAZIAMENTI.
NUOVA STORIA

A me basta che ci sei tu.

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By helloire_

Il ragazzo nella foto è Cameron Moore.
A voi i commenti!💋

L'avrei mandato al diavolo,
all'inferno, da qualunque
altra parte, ma giuro, sarei
sempre andata a riprendermelo.

**

Il ticchettio dell'orologio echeggiava per tutta la casa, facendo quasi perdere la pazienza a Cameron.

Gli ultimi due giorni per lui erano stati una tortura: chiuso in casa perso nella disperazione, ubriaco ed incazzato, tanto per cambiare.

Il suo livello di sopportazione era arrivato allo zero percento, trattava male tutti, soprattutto i suoi ben cari amici, i quali non capivano quel suo comportamento.

Era sempre stato un tipo altezzoso e furioso col mondo, ma mai così.

Pensarono quindi, che magari quel suo comportamento era dovuto a causa di quella ragazza, Madelyn.

Cameron non era il tipo che piangeva o tanto meno, che dava importanza ad una ragazza; anzi, era menefreghista soprattutto con loro.

Fumava la sua solita Marlboro, facendo uscire dalle sue belle e carnose labbra un cerchietto di fumo, il quale poi si dissolse nel nulla.

Adorava le sigarette, erano le uniche che placavano quel carattere di merda che si ritrovava.

«Cameron.»

Kylie lo chiamò, camminando a passo veloce verso la sua direzione.

«Ho una notizia da darti.» Sollevò un angolo della bocca. «Quella troietta è incinta.»

Cameron si protrasse in avanti, poggiando lo sguardo su quello dell'amico.

«Cosa?»

Gli chiese sorpreso.

«Quella...Madelyn.» Alzò gli occhi in aria non ricordando il suo nome. «È incinta.»

«Dove diavolo l'hai sentito?»

Poggiò la sigaretta in un piccolo bicchiere contenente l'acqua.

«Ho le mie risorse.»

Ghignò. «Bene bene bene.»

«Questa cosa mi eccita ancora di più, Kylie.»

Si alzò dalla poltrona, sulla quale prima era seduto e strofinò le mani, in segno di compiacimento.

«Portamela qui.»

Kylie annuì facendo un piccolo sorriso, prima di scomparire dalla vista di Cameron.

«Adesso sì che ci divertiamo!»

***

In nemmeno dieci minuti, ho finito quel barattolo di nutella.

Non l'ho mai amato come lo stavo facendo in quel momento e mi venne l'ipocondria, pensando che sarei diventata una botte.

«Ti sei mangiata tutto il barattolo di nutella!»

Allison aprì la bocca leggermente stupita, poi scoppiò a ridere.

«Non è colpa mia.» Le feci la linguaccia.

«Comunque Alexander chiedeva di te prima.» Mi guardò. «Deve dirti una cosa.»

Annuii, lasciando tutto dov'era e corsi di sopra a prendere il telefono.

«Mad?»

Chiese con voce assonnata e più roca di sempre.

«Hey.» Sorrisi. «Mi volevi?»

«Sì, umh...» Balbettò. «Vuoi uscire con me stasera?»

Gli risposi solo con un sì, prima di salutarlo e staccare la chiamata, emettendo un piccolo urlo.

Mi incamminai verso l'armadio, cercando qualcosa di decente da mettere. Era marzo e faceva abbastanza freddo, quindi poggiai sul letto un lungo vestito nero a maniche lunghe.

Sospirai guardando la mia pancia, la quale tra un paio di mesi sarebbe diventata un palloncino.

Erano le 19:00.

Avevo appena finito di parlare con Alexander, mettendoci d'accordo su dove e a che ora dovessimo vederci.

Incominciai a prepararmi, dato che l'appuntamento era alle 8:30. Con la mia lentezza, ci avrei messo almeno un'ora per prepararmi.

Mi guardai allo specchio: ho portato i miei capelli in una meraviglia coda alta, mettendo un codino della Gucci, il quale mi era stato regalato da Allison; un lungo vestito rosso a maniche lunghe, deriva perfettamente sulle mie curve.

Me lo sistemai per bene, passando poi alle scarpe. Niente tacchi. Le mie cadute epiche le volevo lasciare alle spalle.

Scarpette da ginnastica nere, una pelliccia nera ed ero pronta.

La mia amica entrò nella stanza e non appena mi vide, mi fece i complimenti per il mio aspetto.

Mi abbracciò, prese un libro e andò di sotto, intenzionata a cominciare Cime tempestose.

Erano le 8:26.

Più guardavo l'orologio, più l'ansia aumentava dentro di me.

Picchiettavo i piedi a terra a causa del nervosismo, tanto che Allison mi fulminò con lo sguardo, a causa del rumore che stavo causando.

Suonarono il campanello, mi alzai di scatto e aprii ritrovandomelo di fronte a me.

Per una volta poteva essere più brutto, così da farmi sembrare un po' più carina? Per l'amor di Dio.

I suoi capelli erano più sistemati del solito, aveva una camicia bianca sbottonata, la quale mostrava parte dei suoi tatuaggi e del suo petto.

In quel momento una cosa volevo fare: Saltargli addosso. Ma forse non si può avere tutto dalla vita.

Aveva dei jeans molto, ma molto aderenti e un sorriso stampato sul volto.

«Sei bellissima, Madelyn.»

Imbarazzata abbassai lo sguardo, diventando più rossa di un pomodoro.

«Anche tu.»

«Oh, questo lo sapevo.»

Mi fece l'occhiolino e mi allungò la mano, che prontamente presi, avviandoci poi alla macchina.

Quel ristorante era qualcosa di incredibile: i tavoli e le sedie erano entrambi bianchi, c'erano molte persone che ridevano fra di loro e un enorme lampadario era situato nel mezzo della sala, illuminandola tutta quanta.

Per sbaglio andai a sbattere contro un cameriere, il quale si scusò subito, per poi continuare la sua strada portando i piatti a due signori, che non appena lo videro, fecero un sorriso.

Ci sedemmo ad un tavolo vicino ad una grande finestra, Alexander mi si avvicinò subito, levando poi la mia pelliccia.

Lo ringraziai e mi diede un piccolo bacio sulle labbra.

Dovevo ancora abituarmi a quell'affettività, cavolo.

La serata stava andando più che bene, scherzammo parecchio e mi raccontò molte cose del suo passato, facendomi capire quanto sia stata brutta la sua infanzia.

«Spero di averti resa felice, portandoti qui.»

Affermò dando un morso al suo panino.

«Certo che lo sono.»

Avvicinai la mia mano alla sua, accarezzandola poi.

«A me basta che ci sei tu. Non m'interessa il posto.»

Sorrise e riprese a mangiare, cosa che feci anch'io.

***

«Ed eccoci arrivati.»

Fermò la macchina nel mio viale, mettendo poi il freno a mano.

Si girò verso di me, sentivo il suo fiato caldo sfiorare le mie labbra; rabbrividii ed iniziò poi a baciarmi.

La sua lingua prese possesso della mia bocca, mi lasciai scappare un gemito e continuò imperterrito cercando di non perdere il controllo.

Restammo così per almeno tre minuti, poi si allontanò e mi guardò.

«Ti amo.»

«Anche io, coglione.»

Non appena mi alzai dal sedile per scendere, mi diede uno schiaffo sul sedere.

«Hey!»

Ghignò. «Stai attenta Madelyn. Per qualsiasi cosa, sai già cosa fare.»

Annuii e se ne andò, lasciandomi sola fuori casa mia.

Sospirai e inserii la chiave nella serratura, ma improvvisamente una mano si posò sulla mia bocca.

«Ciao, piccola.»

Mi fece girare e non appena capii chi fosse, sbiancai.

«Ti sono mancato?»

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