Se il destino vuole...

By JulieJulieJy

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Quando scappare non è l'unica soluzione per lui, bensì la più pericolosa, perché ha deciso di seguirmi? Le pi... More

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By JulieJulieJy

Gli sguardi di loro in salotto mi preoccupano. Cosa sta per accadere di così turbante?

-Cosa c'è?- domando.

-Lunga storia- risponde Cayden alle mie spalle. -Michele, posso parlarti in privato un attimo? Ho deciso-

-Andiamo allora-

-Ti amo, cucciolotta- mi stringe forte. Poi cerca le mie labbra, alzandomi il mento, e mi bacia con intensità.

-A dopo-

Si volta e, prima di chiudere la porta, mi guarda a lungo sospirando. Gli mando un bacio volante.

Mi siedo sul divano.

-Allora?- chiedo ai due. -Mi volete dire cosa c'è nell'aria?-

-Non ho capito molto sinceramente, però...- inizia Aaron.

-Zitto se non hai capito- lo interrompe Timothy. -Tu saresti capace di creare inutili malintesi-

-Allora vai tu fratellone. Vai, parla, è meglio-

-Praticamente tuo nonno ha forse trovato una soluzione un po' estrema però e Cayden ha pensato che fosse l'unica. Ma Michele gli ha detto di pensarci su, di lasciar passare un po' di tempo prima di decidere-

-Che soluzione è?-

-Questa non la so, non hanno voluto dircelo. L'ha trovata stanotte a quanto ho capito, mentre tu stavi male. È come se gli fosse venuto il lampo di genio. Solamente un pochino estremo e quindi c'è bisogno di tempo per ragionarci su oppure cercare un'ennesima alternativa. È che tu sai che ormai non ci sono più tante possibilità, ne hai provate tante, pagando anche duramente. Il tuo corpo è al limite, non hai ancora molte energie per sostenere altre prove, quindi deve essere una cosa sicura. Nessuno qui vuole che tu stia ancora più male-

-Che premurosi, ma io sono in grado. Perché mi ritenete così tanto debole?-

-Forse da quello che abbiamo visto in questi giorni? Ok, non ti conosciamo davvero, però, sì, sappiamo che sei forte, ma tutti abbiamo un nostro limite e tu lo ha superato troppe volte in queste ultime ventiquattro ore. Non tirare troppo la corda che poi si spezzerà e finirai male. Non lo puoi permettere, abbiamo tutti bisogno di te. Sei tu quella che deve vincere contro la Selnizzi, sei tu quella che dovrai salvare le persone a cui vuoi bene, loro aspettano di vederti, di avere una conferma da te di aver fatto bene oppure, vedendoti, capire che hanno fatto bene a resistere. Come tu vuoi bene a loro, loro ne vogliono a te, vi tenete a vicenda. Non mollare ora, rimani lucida e concentrata-

-Sì, ci proverò. Non è facile Tim, ma mi sto impegnando. Anch'io sono umana e qualche volta ho bisogno di esternare i miei sentimenti-

-E lo puoi fare senza problemi, solo non troppo spesso e a lungo. Sarebbe un'inutile perdita di tempo-

-Lo so-

Rimaniamo in silenzio.

Il divano è comodo, posso allungarmici.

Che ore sono?

Oh, giusto. L'orologio lo avevo tolto per consegnarlo a nonno l'altro giorno. No, aspetta, ieri. Sì, ieri. Come sembra passato così tanto tempo. Ho perso davvero la concezione. Ho una tale confusione in testa. Devo distinguere il momento in cui ho incontrato Zachary dalla realtà. Devo fare una netta demarcazione e dimenticarlo. Se ne parlassi, mi prenderebbero per pazza. Cioè, chi mi crederebbe? L'unico sarebbe Jimmy. Oppure anche Cayden perché capirebbe che non sto mentendo grazie alle sue pietre.

Un bruciore intenso mi distrae dai miei pensieri. Il marchio brucia e anche tanto. Che stia arrivando la fine di quella persona? No, non voglio pensare perché penserei soltanto al fatto che non l'ho potuta salutare, fuggitiva come sono. Non mi sono nemmeno impegnata a capire chi era. Magari avrei potuto e ci sarei riuscita senza grossi problemi. Ho fatto il minimo essenziale di ragionare per esclusione. Quando ho pensato fosse Jimmy, allora non ho più preso in considerazione altri. E se sarà qualcun altro? Che poi, chi? Chi è che ha quel peso per me? Perché il marchio mi sta facendo tanto male, deve essere per forza qualcuno a cui voglio davvero tanto bene. Cayden lo escludo subito per il suo essere guaritore. Jimmy non lo è, secondo Zachary. Chi? Ed? No, no, no... non lui. In questo poco tempo ci siamo affezionati molto.

-A volte non capisco cosa vi abbia spinto fin qua. Cioè, insomma, non che mi conoscete, come dicevi, lo state facendo così-

-Non iniziare con certi discorsi, siamo tutti stanchi- mi ferma Timothy. -Noi ci siamo buttati e ci va bene, eravamo disposti a provarci. Avevamo capito l'importanza, ok? Eccoci qua-

-Va bene-

Mi distendo. Giocherello coi ciondoli, in particolare con l'Ossidiana, sperando mi aiuti a calmare.

-No, basta, non ce la faccio- mi alzo, in preda a un dolore assurdo del marchio. -No, no, no- cammino nervosamente, massaggiandomi lì dove mi fa male. -Sono stufa, basta!- sbuffo.

L'ansia mi soprassale, mandandomi leggermente fuori di testa.

-Jimmy no, Ed allora? Perché in questo momento? Non ho fatto niente di male da meritarmi queste robe- faccio un profondo respiro, provando a calmarmi. -Quello che ho fatto alle medie l'ho già pagato. Zachary, sono questi i tuoi piani? Sei un bastardo, veramente. Sono la tua protetta, non la tua vittima, cazzo! La smetti di farmi così male? Ho capito che qualcuno a cui voglio bene sta per morire, non serve ricordarmelo in questa maniera. Stronzo che non sei altro! Ahia-

-Zachary?- domanda Timothy, alzandomi.

-Stammi lontano- alzo il braccio. Lo blocco a mezz'aria.

-Cos'hai fatto?- chiede Aaron.

Abbasso il braccio e lui torna a muoversi.

-Scusa Tim, scusa. Non sono lucida, devo andarmene prima di farvi male. Maledetta me e la mia Ossidiana, che mi rende cattiva- esco da casa.

La giornata è bella, il sole splende. Non può essere rovinata da robe brutte.

Stringo forte i pugni. Posso farcela, devo.

Mi stendo sull'erba soffice. Osservo il cielo con le nuvolette a pecorella.

-Zachary- sospiro. -Ti piace mettermi alla prova?-

-Sì- risponde. Non c'è nessuno nei dintorni, sento solo la sua voce. -Altrimenti come puoi fare esperienza?-

-Guardando gli altri?-

-È più efficace sperimentare sulla propria pelle-

Sì, questo è vero, però non tutto tuttissimo. Diventa pesante poi, insopportabile.

-Suvvia- mi dice. -È meglio se entri- una bolla rossa mi avvolge, sollevandomi in aria. -Loro sono dentro ad aspettarti, non hanno il coraggio di uscire. Cayden e tuo nonno invece stanno ancora parlando. Perché non vai ad ascoltare quello che hanno da dirsi? Potresti capire meglio la situazione-

-Cioè, mi stai consigliando di origliare?-

-Io non ho detto nulla-

La bolla scoppia davanti alla porta, che si apre da sola.

Un qualcosa di invisibile mi spinge da dietro. Deve essere Zachary, perché poi mi da un colpetto sul culo.

Stupido, penso. Infantile.

-Ci sono- entro in salotto. -Scusatemi. Ti ho fatto male?-

-No, non ho sentito niente, fortunatamente. Te come sei?-

-Resisto. Io sono una guerriera, come dice Cayden-

-Confidiamo in te. Non solo nelle tue qualità ma anche nei difetti. Non demoralizzarti così-

Timothy è un filosofo?

-Grazie- sorrido.

Mi sento molto meglio, davvero.

Timothy e Zachary hanno un potere efficace nel calmarmi. Sono speciali. Tralasciando Cayden ovviamente. Lui è a parte, è unico.

-Scusate un attimo, devo andare in bagno- mento parzialmente. Devo sì andarci, ma poi mi fermo ad ascoltare quello che hanno da dirci.

Zachary è un pochino criminale a mettermi idee così in testa. Fortuna che non sapevo della sua esistenza quando ero nel mio periodo delle medie. Sarebbe stato un incubo completo. Non per me, per quelli che finivano nel mio mirino, ovviamente.

Salgo le scale e sono in bagno.

Apro il rubinetto per sciacquarmi la faccia. Allo specchio vedo come sono. Ossia in condizioni orribili. Pallida, bianchissima, delle occhiaie profonde. Meglio non commentare i capelli. Mentre mi siedo sul water, faccio in modo che spazzola e pettine me li sistemino. Poi prendo una bella coda.

Già il mio aspetto è migliorato.

Aspetto che l'acqua sia bella calda e me ne passo un po' sul viso. Prendo colore. Non sembro più la stessa di poco fa. Per completare il cambio look dovrei cambiarmi, ma proprio devo? È inutile.

Al posto del mio riflesso rivedo Zachary.

-Alla faccia che dovevamo vederci al più tardi- ironizzo.

-Buona, stai zitta. Sono solo venuto a controllarti. Anche se non ti sembra, mi preoccupo per te-

-Non sembra proprio-

-Invece sì. Però sai che non dipende ogni singola cosa da me, è il destino a scegliere principalmente. Io posso renderti il tutto più soft, ma altro no-

-Dovrei ringraziarti?-

-Sì-

-Grazie-

-Di nulla. A proposito, sembri nuova di zecca-

-Che gentile ogni tanto-

-Sempre vorrai dire- mi sorride.

-Resisterò fino in fondo- gli prometto.

-Brava. Non farti abbattere dalla tempesta imminente-

Si dissolve.

Tempesta imminente?

Non capisco.

Esco e scendo.

Chissà cosa intendeva Zachary. A ricordarmelo è un colpo improvviso sulla scapola. Mi sposto il colletto della maglietta e mi guardo il marchio. Non posso chiamarlo tatuaggio, anche se lo è. Così ha detto nonna: chiamalo tatuaggio, non marchio, altrimenti sembra una maledizione, quando dovrebbe essere un dono.

Embè, per me è una maledizione, ora che so cosa provo.

La pelle attorno è arrossata e dolorante. Se appoggio la mano è bollente. Sta forse per accadere presto?

Torno di sopra e prendo un asciugamano.

Chiunque sia, se Jimmy o Ed, spero sappia che gli ho voluto bene. Mio fratello in particolare.

Inzuppo l'asciugamano di acqua gelida e me lo appoggio laddove mi fa male. Ho un sollievo istantaneo. Mi terrò l'asciugamano con me, ok.

Ritorno giù.

Dove possono essere? La cucina è vuota, in salotto ci sono Aaron e Timothy, nelle altre stanze non c'è nessuno. Addirittura vado in cantina, giusto per togliermi il dubbio che non siano lì. Infine mi resta un'unica stanza, in fondo al corridoio. Mi avvicino silenziosamente. Poi appoggio l'orecchio alla serratura, sperando di poter origliare qualcosa.

-Basta, no- è mio nonno.-

-Perché?- domanda Cayden.

-Devi lasciarmi del tempo per riflettere, per favore, non fare mosse avventate-

-Non le faccio, ho ragionato e ho capito che è la soluzione migliore per tutti-

Stanno forse parlando dell'idea un po' estrema? Sarei curiosa di sapere cos'è.

-Sei sicuro?-

-Sì, devo-

-Allora, quando ti senti pronto, fallo. Hai bisogno di qualcosa? Chiedi pure-

-Kyla...- non sento altro.

-Aehm!- attira l'attenzione qualcuno alle mie spalle.

-Oddio, Timothy!- sobbalzo. -Che fai qui?-

-Dovrei chiederlo io a te-

-Ehm-

-Cosa staresti facendo di preciso? Origliando una conversazione privata?- incrocia le braccia, assumendo un'espressione imbronciata, ma è troppo buffo, così mi sfugge un sorriso. -Sarei buffo?-

-No, no- mi trattengo. -Andiamo su-

Mi prende di peso e mi riporta in salotto.

-Beccata in flagrante- scherza Tim, quando vede la faccia sorpresa di Aaron. -Stava ascoltando conversazioni proibite-

-Allora tu sai di cosa stanno parlando?- lo interrogo.

-Sì, piccola, certo che lo so, ma non sono io che te ne devo parlare. È Cayden che deve farlo e mi ha fatto promettere di non dirti niente-

-Perché?-

-Eh-

-Allora? Tim? Me lo vuoi dire?-

-Ecco...- esita.

Mi appoggia a terra.

-Insomma, me lo dici?-

Si gratta dietro la nuca, abbassando lo sguardo. Non riesce a sostenere il mio. Il segreto deve essere grande.

-Aaron?- mi rivolgo verso suo fratello, comodamente disteso sul divano a osservarci. -Tu sai?-

-Sì. Cayden mi ha rivelato che non voleva parlartene subito perché aveva paura che tu lo potessi influenzare sulla sua scelta finale. Aveva bisogno di riflettere da solo e a mente fredda, cosa per lui impossibile se ci sei tu. Ti vuole un mondo di bene, ma fa fatica a nasconderti qualcosa e a ignorare le tue parole-

-Ah. C'è altro?-

Infatti sembra che vorrebbe aggiungere altro, ma la sua voce l'ha tradito. Timothy è ancora che fissa il pavimento.

-Sì-

-E me lo vorresti dire?-

-No, Aaron, non farlo- lo blocca Tim.

-Lo vuoi fare tu?- chiedo.

-No-

-Se non me lo dite voi, me lo dirà lui?-

-Nemmeno- risponde Aaron, abbassando anche lui lo sguardo. Impallidisce.

-Ah, uffa!- sbuffo. -Potete essere più chiari e sinceri con me? Ho bisogno di sapere di più!-

-Mi ha detto di distrarti e di ascoltarti, di supportarti sempre- dice il piccolo. -La sua scelta è difficile, ma lo sta facendo per il tuo bene-

Mi siedo.

Non sto capendo nulla.

-E poi, questo è per te- mi porge l'orologio di Cayden.

La prima cosa che faccio è aprire lo scompartimento segreto, nascondendolo però alla vista dei due. Non so quale motivo io potessi avere, è stato qualcosa dentro di me a spingermi a farlo.

Dentro c'è un foglietto.

Connetto tutto.

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