37.

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La mattina mi risveglio a causa dei raggi di sole che filtrano dalla finestra. Sono da sola nel letto. Sono proprio nel mezzo, avvolta dalle coperte.

Dov'è lui? L'ho svegliato? L'ho disturbato? Perché non mi ha svegliata? Se n'è andato? O era solo tutto un sogno?

Coraggio Kyla, alzati! Mi faccio forza.

Non sono qui a perdere tempo, sono qui perché ho un obiettivo, una missione, un dovere, quello che è, insomma. Non l'ho veramente ancora inquadrato, l'unica cosa che mi è chiara è che è di vitale importanza, altrimenti probabilmente sarò morta insieme a Cayden. No, non è ciò che voglio. Mi ci impegnerò fino in fondo, costi quel che costi. Voglio avere a fianco quel ragazzaccio lunatico e possessivo, bipolare come nessuno. Sia quello che ho conosciuto a Rimini, sia quello che mi sta accompagnando in questa sfida. Lo desidero con tutto il mio cuore per il modo in cui mi fa sentire protetta e per come mi sento bene con lui. Se poi alla fine sarà solo una cotta adolescenziale, ben venga, almeno me la sono goduta. Solo che non devo farlo ora, bensì dopo. Sennò non ci sarà un dopo.

Spalanco l'armadio e prendo i primi jeans che mi capitano con una felpa azzurrina. Vado in bagno a farmi una coda e scendo.

Ho fame!

-Buongiorno!- esclamo, vedendoli tutti riuniti a tavola.

-Era ora- sbuffa Enrico. -È un botto e mezzo!-

-Cos-cosa?- Sono sbalordita. È l'una e mezza? -Ma... ma mi stavate aspettando per il pranzo?-

-Esatto. Niente colazione per te, direttamente pasta-

-Oh-

Mi siedo.

Dormito bene? Chiede lui.

Ovvio! Tu?

Oh sì, fino a un'oretta fa. In compenso io ho fatto colazione, a differenza tua.

Non è giusto. Potevi svegliarmi.

Così non avrei fatto colazione? No, no, va bene così.

La pentola appoggiata al centro della tavola viene aperta e finalmente mangiamo. Divoro la mia porzione in un batter d'occhio e chiedo il bis.

-C'è il dolce Kyla, non abbuffarti- mi ammonisce Luca.

-Ho spazio, tranquillo-

E infatti anche col dolce mangio due porzioni. Se ho fame, ho fame, non posso ordinare al mio stomaco quando e come avere appetito e soprattutto fermarlo. No.

-Ragazzi- mi viene in mente così all'improvviso. -Avreste un orologio da imprestarmi? Cosicché non devo sempre chiedere a Cayden?-

-Ti do il mio- dice lui. -Tanto io l'ora non la guardo mai-

Me lo passa. È un semplice orologio col cinturino di pelle blu e le lancette semi-invisibili. C'è una piccola crepa sul vetrino, in alto a destra, ma quasi non si nota.

-Davvero?-

Dietro al quadrante è incisa la C.

-Grazie, cucciolone-

-Oh, che tenerona- commenta Enrico. -Tu che hai da dire? O fai il macho duro?-

-Sta' zitto tu che non hai la ragazza. È tutto tuo piccola-

Sorrido. Lui ricambia.

Luca si alza e ci fa segno di seguirlo. Va verso il salotto, ma poi prosegue verso la vetrata e fa scorrere la porta-finestra ed usciamo. Tra gli alberi ci sono un paio di amache, delle sedie e un'altalena. Su quest'ultima si va a posizionare subito Cayden. Mi fa cenno di andare a sedermi sopra di lui. Volentieri!

Se il destino vuole...Where stories live. Discover now