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Se ne vanno. Era ora!

Sul mio letto la valigia è aperta. La lascio lì e vado verso l'armadio. È grande, non lo occuperò tutto, meglio. Mi giro verso la mia roba e alzo la mano, poi schiocco le dita. Si alzano tutti i miei vestiti. Fingo di contare, avvicinando ciascun dito a me. Così loro si avvicinano, in ordine. Li prendo uno dopo l'altro e in un minuto ho fatto tutto. Manca solo lo zaino. Quello lo faccio a mano, non voglio rompere niente. Poco dopo è veramente tutto apposto. I ciondoli li indosso, rimarranno sempre con me, è meglio se voglio stare tranquilla. Prendo anche l'MP3 e lo nascondo. Adesso potrò scendere pure io.

Appena apro la porta, mi ritrovo Edoardo fuori.

-Ahhhhh!- urlo. -Non dovevi essere giù a controllare gli altri?-

-Ci sono le ragazze che ci pensano. Io ti aspettavo. Sei stata troppo veloce, posso controllare se non mi hai fregato anche questo colpo?-

-Non lo faccio più- prometto. -Non era mia intenzione, solo istinto. Non ho pensato a ciò che stavo facendo-

Entra senza dire niente. Apre il mio armadio e rimane stupito. Poi si dirige in bagno nell'anta che mi ha assegnato. Infine decide pure di controllare il comodino. Pure là è in ordine.

-Sei contento? Ho eseguito gli ordini- gli chiedo.

-Come hai fatto?-

-Tanto allenamento-

-Ok, andiamo giù-

Gli ho mentito parzialmente. Ho usato anche un po' di magia, un po' tanta, ammetto. Però per farlo mi sono allenata duramente con mia nonna. Lei buttava le robe ovunque e così io provavo a sistemarle. Solo il vetro e la ceramica non controllo bene perché ho paura di farle cadere e perciò non sono concentrata. Se lo voglio riesco, se mi lascio influenzare fallisco miseramente.

Scendiamo le scale di corsa, divertendoci.

-Io di mattina presto vorrei andare a correre- inizio. -Posso?-

-Da sola no- replica.

-Vieni con me-

-Facciamo invece un gruppetto di corsa, c'è già quello di basket e forse lo stanno facendo anche per il calcio. Se troviamo qualcuno interessato in sala comune possiamo presentare l'idea domani alla riunione-

-Ottimo!- esclamo contenta. Sapevo che avere un uomo come capo squadra era meglio. Loro cercano di accontentare tutti, anche a costo di massacrarsi e non stare mai fermi. Accettano volentieri le sfide. Basta lanciargliele.

La sala è piena. Forse ci siamo tutti.

-Bene!- comincia Edoardo. -C'è stata una proposta per creare un gruppo di corsa la mattina presto, prima di colazione-

Questa è una sua idea, ma è perfetta.

-Non cerchiamo tanta gente, un massimo di dieci, forse quindici. Perciò chi prima arriva ha più probabilità di essere dentro-

-Io ci sono- intervengo.

-Un posto in meno-

Si fanno avanti altri sette ragazzi. Nessun'altra femmina. Preferiscono dormire.

-Avete tempo fino a stasera dopo cena. Poi domani i nomi verranno riferiti alla riunione. Voi che fate avvicinatevi che prendo i nomi-

-Kyla Connard- dico.

Federico, Alessio, Mattia, Samuele, Giovanni e Daniele. Riuscirò a ricordarmeli e soprattutto a non confonderli? Loro non faranno fatica con me.

Sono già le sei. Oggi il tempo è volato via, due mesi allora staranno presto a passare.

Se il destino vuole...Where stories live. Discover now