15.

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Mi sembra di alzarmi in volo e allora mi vedo distesa a dormire. Da adesso ho un paio di minuti per cambiarmi perché poi tornerò visibile e un'oretta scarsa per fare tutto. Mi prefisserò mezz'ora per non rischiare troppo.

Trovo una cabina isolata libera e dentro mi cambio, mettendomi un costume intero e prendendo i capelli con una coda alta. Faccio scomparire le pietre ed esco, cercando di sorridere. In realtà sono un po' spaventata. È la prima volta che lo faccio, non ho mai avuto occasione di provare in un luogo pubblico e così vasto e la tempistica esatta. Devo sbrigarmi.

-Kyla- mi saluta qualcuno, appoggiando la sua mano sulla mia spalla. Dalla forza mi sembrerebbe Federico.

-Ciao- mi giro. Il suo tono semi-gelido sta scomparendo.

-Allora? Sei pronta? E soprattutto sei sicura di rischiare?-

-Ho l'alibi pronto eventualmente. Non traditemi che vi sarà impossibile-

-Sei sempre un passo avanti. Te lo auguro che nessuno ti scopra perché ci siamo già un paio di noi che sono disposti a prendersi tutta la responsabilità-

-Ci siamo? Anche tu?-

-Sì-

-E quel sogno di diventare militare? Poi non potrai più-

-Non m'importa se è per una giusta causa. Casomai scapperò-

-Serio? Cioè, non è troppo rischioso? Non è meglio che siamo noi più giovani a prendercela? Non possono toccarci e ora che potranno la punizione sarà già finita-

-No, non lo permetteremo-

Andiamo verso gli altri. Non voglio crederci. Anzi, voglio scoprire queste persone chi sono. Ma come faccio? Da questo momento parte tutto. Io, con Lorenzo e un altro, dovremmo salire sulla struttura sopra il palco per far crollare tutto. Non so chi sia la terza persona, aiuto.

-Lorenzo- lo chiamo.

-Piccola- mi passa una mano tra i capelli. Oh, insomma! Da quando lo fa Ed, me lo fanno anche Eros e Lorenzo. -Pronta?-

-Sempre. Tu?-

-Sì, ma certo che ne hai di coraggio. Ci sarà Enrico ad accompagnarci. È lui quello disposto a prendersi la responsabilità anche se mi sono opposto. È stato inutile. Quelli là sono fissati di mettersi nei guai-

-Come?-

-Lasciamo stare, andiamo-

In quel momento è arrivato Enrico che fischia tranquillo.

Mi sbatte la spalla facendomi finire in mano un piccolo coltellino svizzero.

-Oh scusa. È la seconda volta che mi succede, dovrei fare più attenzione-

-Vabbè, dai- rispondo. -Vieni con noi in acqua?-

-Certamente, ma solo tre minuti, poi devo andarmene. La mia ragazza mi aspetta-

-Capito-

Sono in mezzo a loro due che parlano del più e del meno, di calcio, di tutto...

Poco prima di arrivare all'acqua ecco il palco. Hanno appena iniziato a parlare, nessuno si accorgerà di noi ragazzini che passiamo dietro.

Mi stringono forte la spalla, è il segno. Mi infilo sotto il telo che copre le fondamenta e sono dentro la struttura. Salgo e individuo subito la porticina dietro. Essendo la più piccola ero l'unica che poteva passare sotto e permettere ai miei compagni di salire. Anzi, amici. La apro appena, non si nota neanche da lontano e sono riuscita a non fare rumore.

Arriveranno con calma, intanto devo cercare la seconda colonna portante, così mi è stato detto da Enrico in codice, se l'ho capito bene. Lui andrà nella terza, Lorenzo nella prima. Sono quelle più esposte, perché mi hanno voluta proteggere?

Se il destino vuole...Where stories live. Discover now