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Tutto attorno a me è bianco quando mi pare di aprire gli occhi. Cos'è successo? Quanto tempo è passato? Dove mi trovo? Perché?

Una miriade di domande mi vengono in mente, devo metterle in ordine.

Innanzitutto, cos'è successo? Boh, l'ultima cosa che ricordo è di non aver avuto più la sensazione di percepire il mio corpo.

Quanto tempo è passato? Non lo so, mi sembra un lasso infinito, ma magari sono passati soli pochi secondi. D'istinto faccio per guardare l'orologio, ma poi ricordo di averlo consegnato a mio nonno.

Dove mi trovo? Eh, bella domanda. Qui è tutto bianco. C'è una luce che non capisco da dove possa provenire. Non c'è il minimo rumore. Uno stato di quiete desolante, sinceramente. Provo a muovere la mano destra, ma non ci riesco, così provo con l'altra, ma ottengo lo stesso risultato. Sono immobilizzata, anche se non c'è nulla a tenermi.

Perché? A questa domanda in realtà mi viene da rispondere con un'altra: perché tra tutte le domande che spesso mi faccio c'è sempre questa? Cos'ha di così di particolare da risaltare ogni maledetta volta? Se voglio fare la perfettina, mi sono risposta con due domande a cui non so dare la risposta. Bene, direi che sono pazza.

Ma quando mai sono stata normale? È il mio segno contraddistintivo e ne vado fiera. Non dovrei perché non capire sé stessi e porsi domande come risposte è un po' preoccupante, ma chi si preoccupa in una situazione come la mia?

Sarà forse stato lo stress a giocarmi un brutto scherzo e ora sono solamente svenuta davanti a loro? Magari è solo questo. Sognare è gratis.

Dovrei essere più realista. Ma lo posso essere in questa dimensione? In fondo è un'altra dimensione. Se così fosse, la prima domanda che dovrei porgermi è: come sono finita qui? È stata forse opera del talismano?

Questo robo, la causa di tutte le mie ultime disgrazie! Uffa, sono stufa!

Ah, respira, Kyla, respira.

Sono qua da sola, immobile. Riesco solo a respirare. Cosa posso fare? Nulla, se non pensare. Ma a cosa posso pensare? Rischierei di agitarmi per niente.

Certo! Posso provare a parlare!

-Cayden- mormoro.

Devo alzare il tono di voce se voglio farmi sentire.

-Cayden!- urlo.

Il suono della mia voce rimbomba in lungo e largo e viene storpiato dall'eco.

Ok, sono sola.

-Timothy! Aaron!- provo invano.

-Nonno!-

Figurati se qualcuno può sentirmi.

Sono sola, voglio capirlo?

No, perché voglio provarci fino in fondo.

Non ho nemmeno i ciondoli con le mie pietre con me.

Miseriaccia, cosa faccio? Veramente, sono in un disastro tale! Come posso uscirne? Le mie sicurezze sono venute a meno.

Questo mi fa capire quanto dipendo dalle mie pietre. Io ci sono cresciuta con loro, cosa posso farci? Ormai sono diventate parte integrante di me nel corso degli anni. Sono diventate le mie amiche, le mie complici nelle pazzie. Come dimenticare il modo in cui mi sono creata gli alibi a Rimini? Ah, Cayden. Il primo momento in cui ti ho incontrato, come scordarlo? La figuraccia che ho fatto fissandolo perché credevo fosse addormentato. Invece lui mi chiese perché lo stessi guardando. Poi gli porsi la mano e lui esitò nel prenderla. E il salvataggio? Che dire, sono stata brava. Visione negativa salvavita. Se non l'avessi avuta sarebbe finita male. A volte credo che i poliziotti non mi abbiano creduta quando gli ho detto che ho i riflessi pronti. D'altronde, come biasimarli? Come fidarsi di una ragazzina che si è buttata su un tipo, scaraventandolo a terra, solo per salvarlo dalla parete che sarebbe da lì a una frazione di secondi caduta su di loro? Spiegare di aver avuto una visione sarebbe stato impensabile. Mi avrebbero sicuramente preso per pazza e mi avrebbero rinchiusa in manicomio. Oppure la Selnizzi mi avrebbe fatto direttamente fuori e ora non sarei qui. Non so cosa sia meglio.

Sicuramente questo, dai. Fino ad adesso ho potuto godere dei bei momenti con Cayden, che ricorderò finché vivo.

Devo liberarmi perché ne voglio vivere altri. Abbiamo tutta la vita davanti. Lui non ha tempo, perciò potrà teoricamente fare quello che vuole. Se mai decidesse di concedermi la sua immortalità, e quindi il suo potere di guaritore, io lo rifiuterò. So che è questa la sua intenzione, è facilmente intuibile. Ma scusa, è capitata a lui, perché devo riceverla io? Mi bastano già tutti i disastro che ho fatto finora, le esperienze e questa fuga. Per il resto della mia vita vorrei vivere tranquilla.

Provo a muovere la testa. Riesco a ruotare il collo finalmente!

Le mani però nulla da fare, nemmeno le gambe. Perché? Forse dovrei smettere di farmi sempre questa domanda, mi sta asfissiando.

-Cayden- mormoro. -Cayden!- sbatto più volte le palpebre, sperando cambi qualcosa. Eh, magari.

Non so quanto tempo passa mentre tutto resta uguale. Sto fissando il vuoto da un'infinità ed è abbstanza tranquillizzante. Quasi potrei addormentarmi, ma non me la sento di farlo in questo posto sconosciuto.

-Kyla!- dice una voce. Non pare la sua, però gli assomiglia. -Kyla!- potrebbe essere Timothy, o forse Aaron? Mi sembrano così simili, non saprei distinguerle. D'altronde non è che posso dire di conoscerli. Però comunque opto per Aaron, perché la mia prima scelta sarebbe Tim, ma scelgo sempre l'opzione sbagliata in genere, perciò anche adesso credo di aver sbagliato. Se è Timothy, giuro, mi verrà su un tale nervoso.

-Aaron!- urlo.

-Kyla- sussurra dolcemente.

No, non è lui. Miseriaccia, è Tim.

-Timothy- mormoro mentre le palpebre diventano pesanti e si chiudono, mostrandomi solo nero.

Se il destino vuole...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora