18.

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Simone, quel bastardo!

-Buonasera- mi saluta. Mi è addosso, il suo alito cattivo. Come lui, d'altronde. -E tu che ci fai qua, da sola? Una ragazza nel cuore della notte?-

-Mollami- cerco di divincolarmi.

Lui invece mi afferra per i polsi e me li fa sbattere contro la parete, bloccandoli. Con le gambe invece ferma le mie. È più grande di me di una decina di centimetri. Pesa più di me, ha una struttura abbastanza grossa.

Si piega un po', stiamo faccia a faccia.

-Dimmi cosa fai qua- continua. -Ora-

-Perché mai?-

Si appoggia a me, pesa troppo per me e lo sa. Vuole darmi fastidio.

-Non ti basta Enrico?-

-Ossia?-

Mi libera i polsi e mi butta a terra. Lo zaino mi scivola lontano.

Si sta avvicinando quando un cappuccio nero lo prende per la maglietta e lo trascina via. Velocemente mi rialzo.

Stavolta è lui a finire a terra.

Mi allontano a recuperare lo zaino.

Però qualcuno lo prende prima. È Cayden. Se lo carica dietro. Poi si avvicina al cappuccio nero.

-Questo è quello che riesci a fargli? Che tenerone- lo becca. Lui invece gli lancia un calcio nello stinco. Glielo dà forte perché sento Simone gemere.

Lo prendo per le spalle prima che ne possa dare un altro.

-Cayden, insomma- lo rimprovero.

-Ma se voleva farti del male!- dice l'altro. È Eros.

-Ero pronta a scappare- mi difendo. -Aspettavo un momento di vulnerabilità-

-Intanto lo eri tu- si toglie il cappuccio.

-Non è vero-

-Ti sta uscendo una bella striscia rossa dalla mandibola sinistra fino a quasi l'occhio. Non dirmi che era trucco-

-Ok, non te lo dico. Dico solo che è ora che andiamo-

-E lui? Lo lasciamo qua?-

Mollo Cayden dato che il suo battito è rallentato.

-Come volete-

Eros lo tira su e gli dà un bel pugno sul naso.

-Torcile un solo capello e sarà la volta buona che non sarò più così gentile- lo minaccia. -Vattene, prima che cambi idea-

Non riflette un secondo, scappa subito.

-Grazie- lo abbraccio.

-Forse devi ringraziare lui- indica Cayden. -Ha voluto lui seguirti-

Mi ci avvicino.

-Davvero non vuoi un abbraccio?- lo guardo dolcemente. È l'unico che non si è mai fatto abbracciare da me.

-Se ti dicessi che ho voluto seguirti perché non mi fidavo di te?- risponde.

-Non ha importanza-

Lo stringo forte, prima ancora che se ne possa rendere conto. Stavolta non mi allontana, però non ricambia.

-Ok- mi tiro indietro. -Adesso mi dai lo zaino? Vedo che hai il tuo-

Me lo porge.

-Bene, andiamo- esclamo. È tardi, questo imprevisto non ci voleva, non riuscirò a leggere il futuro prima di arrivare, a meno che non corriamo. No, non ho voglia.

Se il destino vuole...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora