Se il destino vuole...

By JulieJulieJy

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Quando scappare non è l'unica soluzione per lui, bensì la più pericolosa, perché ha deciso di seguirmi? Le pi... More

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By JulieJulieJy

-Eccoli- mi mormora Eros.

-Dammi una borsa, sfaticato. Sei distrutto e hai meno cose di me! Non protestare, devi essere in forma anche per pomeriggio-

Non parla e mi passa la borsa rossa. Già non ricordo cosa c'è dentro.

Abbiamo speso solo la metà della nostra parte di busta. È un bene.

-Volete una mano?- chiede Enrico. Cayden è nervoso. Si guarda attorno come se avesse visto il suo peggior nemico.

Porgiamo alcune borse.

-Ehi tu. Terra a Cayden. Ci aiuti anche tu?-

-Lascialo- lo difendo. -Me le tengo, non è un problema-

-Oh, che c'è?- chiede lui spaesato. -Scusate-

-Niente, stavamo parlando. Enrico, quanto avete speso?-

-Quasi tutto. Sono rimasti questi-

Mi porge la sua parte e vedo solo monetine. Oh. Hanno sempre preferito usare i pezzi grossi? Noi abbiamo cercato di smaltire tutta la moneta che avevamo accumulato, vabbè.

-Ok- mi limito. -Andiamo a pranzo. So che il cuoco ha lasciato qualcosa per noi-

Vedere noi ragazzini carichi di borsoni ha attirato lo sguardo di parecchi passanti, che sembrano criticarci. Eros ed Enrico sono maggiorenni, qual è il problema? Io, ragazza in mezzo ai maschi? Ma che gliene frega a loro?

In ostello non c'è nessuno, così decidiamo di mettere le borse apposto nello stanzino in cui Edoardo mi aveva indicato velocemente prima che ce ne andassimo. C'è già una confusione totale, dove metteremo gli acquisti? In qualche modo combiniamo.

-Ragazzi- saluta una voce alle mie spalle. La riconosco, non può essere lei. no, no, no, no, no e no! -Cosa fate qua?-

Fingo di starnutire girandomi e batto il gomito a Cayden.

-Scusi, signora- dico con una voce bassa. Devo fingere di stare male. Starnutisco nuovamente. -Sto male e prima anche lui si è sentito male. Io avrò preso un raffreddore a correre ieri mattina, lui ha vomitato forse ancora come- starnutisco, mi viene facile. -Conseguenza dell'incidente. È successo un paio di volte anche ieri, ma oggi è stato deciso che rimanesse fermo. Loro- starnutisco ancora, doppiamente. Cayden regge il gioco fingendo di avere un conato. -Sono qua per controllarci, d'altronde siamo minorenni- faccio uno starnuto maestrale.

-Allora cosa frugavi?-

-Cercava fazzoletti- mi difende Eros. -Li abbiamo finiti e non sapevamo più dove cercarli. Tra loro due, bes-

Gli do una gomitata, non può usare certe parole con la Selnizzi, è pericoloso.

-Mi vi-vien da vomitare- dico, vomitando quasi ai piedi della vecchia. Lui mi prende i capelli. Finge, ha capito.

-Ti porto in bagno, dai-

Mi appoggio alle sue spalle, sapendo di lasciare soli gli altri, ma non resisto.

In bagno torno normale.

-Che recitazione da oscar!- mi prende in giro. -Chi è quella?-

-La Selnizzi!-

-Di già?-

-Sì, dobbiamo fare ancora il programma mannaggia!-

-È vero!-

-Il disastro, aveva ragione Cristina-

-Come si fa?-

-Intanto a mangiare, convincendo la Selnizzi ad andare a controllare i suoi sottoposti e lasciarci tranquilli. Aspe' che avviso Ed-

Gli scrivo spiegandogli che la tizia è arrivata, le cose ce le abbiamo ma il programma no e come abbiamo finto di stare male.

-Usciamo dai, sennò inizia a preoccuparsi troppo- dice Eros. -Torna in modalità-

Sorrido. Poi mi do due schiaffi e fingo di vomitare. Mi è costata fatica farlo prima con la Selnizzi, ma ce l'ho fatta, perché non riprovare dopo?

Mi appoggio ad Eros e cammino male, tenendomi la mano sulla pancia. Ogni tanto faccio qualche starnuto.

-Sarà meglio che me ne torno in camera, non ho fame- dico. Devo andare a finire il programma. Precisamente anche iniziarlo, ma eh, che posso farci?

-Tieni signorino- dice la vecchia. Gli porge un sacchetto. -Dentro c'è riso per lei e toast per te. Accompagnala-

Che bello!

-Rimettiti presto- mi saluta. -Io vado a vedere i vostri compagni di là-

Saliamo la prima rampa di scale lentamente, poi torno normale.

-Riso? Bleah-

-Dai Kyla-

-Dai Eros, tanto non sei tu a mangiarlo-

-Ti do mezzo toast-

-Affare fatto-

-Fin dove si sale?-

-Ultimo piano- sorrido.

Si silenzia, è lunga la salita.

Arriviamo, mangiamo e cominciamo a compilare il calendario. È come l'altro giorno, solo che dobbiamo avere anche un po' di inventiva, ci sono troppi spazi vuoti che richiedono anche determinati requisiti. Finiamo che sono le cinque.

-Ma cribbio!- sbuffo. -Quei due perché non sono venuti?-

-Non avevano voglia forse-

-Almeno ci sei tu ad aiutarmi-

-Hai fatto tutto tu, io ho scritto-

-Ma sempre una mano hai dato-

Sentiamo delle voci fuori urlare. Probabilmente sono arrivati.

-Pronta per il teatro?-

-Devo proprio?-

-Ma guarda te! Hai voluto tu stare male-

-Ma posso sempre essere guarita-

-In così poco tempo è altamente improbabile. Su, hai dei conati e il raffreddore-

Mi gratta il naso, facendomi starnutire. Mi porge un pacchetto di fazzoletti e la sua spalla e scendiamo con calma. C'è qualcuno che sale, ma pochi. Giù Edoardo mi viene incontro con la vecchia.

-Come stai?- mi abbraccia. In tal modo riesco a consegnargli il foglio, che ho tenuto nella tasca dietro. Non mi chiedo nemmeno come lo sapesse, ci sono cose di lui che devo ancora capire, ma poco importa finché è tutto ok così com'è.

Starnutisco.

-Un po' meglio dai- dico come se avessi il naso chiuso. -Almeno non vomito più-

-È un progresso, signorina. Domani significa che tornerai in carreggiata?-

-Certo, presidentessa!-

Non riesco a non odiarla. Si preoccupa, ma non sono sicura che lo stia facendo davvero. Mi sembra così gelida, non può interessarsi così tanto a me. Altrimenti significa che c'è qualcosa sotto. Ma no, cosa le avrei mostrato? Non ho usato niente, piuttosto è stato Ed. Sì, quando ha bloccato il tempo ieri mattina. Ma come avrebbe potuto capirlo?

-Ehi, com'è?- mi distrae Cesare. -Stamattina mi parevi in buona forma-

-Eh, ho cercato di fingere finché ho potuto, ma poi non ci sono più riuscita- cerco una scusa. Non è così facile però.

-Vi lascio un attimo- dice la Selnizzi. -Devo andare da Cristina per chiederle del programma. Sai, Ed... ho bisogno e tu sai perché-

-Certamente. Buona serata-

Quando si è allontanata abbastanza ci ringrazia e scappa dall'altra parte, verso dov'è effettivamente Cristina.

-Ah, che giornata. Non me la sarei mai immaginata- mi sfogo.

-Figurati io. Vieni a mangiare con me?-

-Va bene, finiamo bene la serata-

Qualcuno mi assalisce alle spalle con un abbraccio.

-Kyla!- è Giorgia. -Oggi pomeriggio ci sei mancata. Stai bene?-

Tossisco.

-Ok, capito. Non è una domanda da fare. Vieni a cena?-

-Ehm, c'è Eros che mi ha già chiesto. Vai pure con Cayden, ho visto come lo guardavi, è libero-

-Seria? Ma se guarda sempre te- me lo indica. Lui sposta subito lo sguardo quando capisce di essere stato visto.

-Ma no, non sono interessata-

-Liberati. Trovati un ragazzo, ne hai di scelta. Ce ne sono di quelli che ti guardano, sai? Cosa ti costa?-

-Non ho voglia-

Noto gli occhi di Eros spegnersi.

-No, non dirmi anche tu- mi allontano, lasciandoli alle spalle.

Edoardo mi raggiunge.

-Ed, dimmi una cosa. Cos'è che mi rende talmente carina che attiro i ragazzi anche se non mi interessano assolutamente?-

-Forse perché non li guardi e sei te stessa? Sei così tenera certi momenti-

-Giusto. Comunque, ti prego, ceniamo insieme. Please-

-Sarei con Cristina, ma va bene-

-Oh, no... se sei con lei lascia stare, chiederò a qualcun altro-

-Rilassati. Sarei contento di cenare con te, questo significherebbe stare tranquillo. Cristina è nervosa e parla senza sosta. Le mie orecchie hanno bisogno di una pausa-

-Hai scelto la persona sbagliata- dice una voce.

-Cayden! Sta zitto! Dov'eri?-

-Sono dovuto andare con la Selnizzi, disgraziata. Perché te ne sei andata?-

Rimaniamo a discutere una mezz'ora buona, insultandoci pure.

-Basta!- è esasperato Edoardo. Mi prende per il collo. -Ora ce ne andiamo, Kyla Rosemary. Non puoi usare quel tono-

-Ma che...- protesto, mentre mi allontana. -Non sei mio fratello! Mollami-

Gli prendo la mano.

-Edoardo... guarda che sono stufa. Manco parlare adesso mi lasci? Mollami, non devi proteggermi- alzo la voce.

-Zitta. Non vedi la Selnizzi? Vuoi farti scoprire? Sei uscita di senno? Star male ti ha fuso il cervello e non ragioni più!-

Sono arrabbiata, me ne torno in camera. È una giornata storta.

Faccio le scale e sbatto la porta. Prendo il cellulare e un paio di soldi e vado in terrazzo. Ora o mai più.

Salto il muretto e cado sulle scale. Mi tiro su il cappuccio. Ho le pietre con me. In questo modo non potrà vedermi nessuno, se attivo l'Eliotropio.

Lo sfrego finché le parti rosse volteggiano in aria. Me lo spingo nel petto e viene risucchiato. Adesso starò tranquilla. Non ci sarò per nessuno. Me ne vado. Peccato che non so dove andare.

Noto Edoardo sporgersi dal terrazzo. Peccato che non possa vedermi. Solo chi sta usando l'Eliotropio a sua volta potrà farlo. Ma, che peccato!, è rarissimo e non tutti hanno la forza mentale e la sensibilità giusta per attivarlo. Trovane uno capace e allora non ci crederò lo stesso. Mia nonna non lo sapeva fare però me l'ha insegnato. Quante cose mi ha mostrato. Devo ringraziarla a casa.

-Kyla Rosemary Connard- una voce che non vedo mi chiama. Sarà solo frutto della mia fantasia. -Ripeto, Kyla Rosemary Connard- eh, no. Qui c'è qualcuno che vuole parlarmi, ma chi? Non vedo nessuno. Sono in mezzo alla strada, le macchine mi passano attraverso e non le sento nemmeno.

-Non puoi vedermi ma riesci a sentirmi. Prestami attenzione ragazzina. Torna indietro, se non vuoi morire. Hai attirato troppa attenzione e necessitiamo di te viva, torna indietro. Non costringermi a usare la forza-

-Che intenzioni hai? Come posso sapere che è vero?-

-Te le cerchi tutte, presuntuosa-

Una luce rossa mi avvolge e mi solleva in aria. La bolla mi riporta alle scale e lì esplode. L'Eliotropio mi ritorna in mano. Ma è nero. Devo ripristinarlo però mi ci vorrà tempo.

-Kyla- qualcuno mi abbraccia. Che è oggi? -Mi hai fatto preoccupare. Prima mi hai frainteso- è Eros. Non gli credo.

-Ok- rispondo.

-Perché sei venuta qua? Edoardo sta dando i numeri, sai che crei strane reazioni nel nostro responsabile che poi si ripercuotono su di noi? Torna dentro-

-Come hai fatto tu a trovarmi-

-Ho immaginato, tu sei ribelle. Ho avuto la chiave dal proprietario e ho aperto la porta. Tu invece hai saltato eh?-

-Giusto-

-Sono tre o quattro metri di distanza. Non avevi paura di cadere? Di morire?-

-Beh, Eros... è la paura che ti porta a bloccarti e sottovalutarti quando in realtà sei capace. La morte prima o poi verrà, tanto vale vivere il rischio. Se è il tuo giorno in un modo o nell'altro morirai. Se invece non lo è, eccoti al sicuro di nuovo. È un momento il rischio che ti dà così tanto potere su di te che non ne puoi fare a meno-

Mi alza e mi solleva.

-Adesso entriamo e andiamo a cena-

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