Se il destino vuole...

By JulieJulieJy

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Quando scappare non è l'unica soluzione per lui, bensì la più pericolosa, perché ha deciso di seguirmi? Le pi... More

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By JulieJulieJy

Se ne vanno. Era ora!

Sul mio letto la valigia è aperta. La lascio lì e vado verso l'armadio. È grande, non lo occuperò tutto, meglio. Mi giro verso la mia roba e alzo la mano, poi schiocco le dita. Si alzano tutti i miei vestiti. Fingo di contare, avvicinando ciascun dito a me. Così loro si avvicinano, in ordine. Li prendo uno dopo l'altro e in un minuto ho fatto tutto. Manca solo lo zaino. Quello lo faccio a mano, non voglio rompere niente. Poco dopo è veramente tutto apposto. I ciondoli li indosso, rimarranno sempre con me, è meglio se voglio stare tranquilla. Prendo anche l'MP3 e lo nascondo. Adesso potrò scendere pure io.

Appena apro la porta, mi ritrovo Edoardo fuori.

-Ahhhhh!- urlo. -Non dovevi essere giù a controllare gli altri?-

-Ci sono le ragazze che ci pensano. Io ti aspettavo. Sei stata troppo veloce, posso controllare se non mi hai fregato anche questo colpo?-

-Non lo faccio più- prometto. -Non era mia intenzione, solo istinto. Non ho pensato a ciò che stavo facendo-

Entra senza dire niente. Apre il mio armadio e rimane stupito. Poi si dirige in bagno nell'anta che mi ha assegnato. Infine decide pure di controllare il comodino. Pure là è in ordine.

-Sei contento? Ho eseguito gli ordini- gli chiedo.

-Come hai fatto?-

-Tanto allenamento-

-Ok, andiamo giù-

Gli ho mentito parzialmente. Ho usato anche un po' di magia, un po' tanta, ammetto. Però per farlo mi sono allenata duramente con mia nonna. Lei buttava le robe ovunque e così io provavo a sistemarle. Solo il vetro e la ceramica non controllo bene perché ho paura di farle cadere e perciò non sono concentrata. Se lo voglio riesco, se mi lascio influenzare fallisco miseramente.

Scendiamo le scale di corsa, divertendoci.

-Io di mattina presto vorrei andare a correre- inizio. -Posso?-

-Da sola no- replica.

-Vieni con me-

-Facciamo invece un gruppetto di corsa, c'è già quello di basket e forse lo stanno facendo anche per il calcio. Se troviamo qualcuno interessato in sala comune possiamo presentare l'idea domani alla riunione-

-Ottimo!- esclamo contenta. Sapevo che avere un uomo come capo squadra era meglio. Loro cercano di accontentare tutti, anche a costo di massacrarsi e non stare mai fermi. Accettano volentieri le sfide. Basta lanciargliele.

La sala è piena. Forse ci siamo tutti.

-Bene!- comincia Edoardo. -C'è stata una proposta per creare un gruppo di corsa la mattina presto, prima di colazione-

Questa è una sua idea, ma è perfetta.

-Non cerchiamo tanta gente, un massimo di dieci, forse quindici. Perciò chi prima arriva ha più probabilità di essere dentro-

-Io ci sono- intervengo.

-Un posto in meno-

Si fanno avanti altri sette ragazzi. Nessun'altra femmina. Preferiscono dormire.

-Avete tempo fino a stasera dopo cena. Poi domani i nomi verranno riferiti alla riunione. Voi che fate avvicinatevi che prendo i nomi-

-Kyla Connard- dico.

Federico, Alessio, Mattia, Samuele, Giovanni e Daniele. Riuscirò a ricordarmeli e soprattutto a non confonderli? Loro non faranno fatica con me.

Sono già le sei. Oggi il tempo è volato via, due mesi allora staranno presto a passare.

-A che ora si mangia?- chiedo ad Edoardo.

-Stasera tra un'oretta- risponde, guardando l'orologio. -Adesso ci divertiamo con i giochi da tavolo, così per fare amicizia. Siamo tutti qua-

In quel momento arriva Cristina con una lunga pila di giochi e Amanda ha una cesta con vari tipi di carte.

-Vieni con noi?- mi chiede Giorgia. -C'è anche Claudio, noi due contro loro due-

Accetto e mi allontano da Edoardo, che se ne accorge immediatamente. Gli faccio l'occhiolino e indico Cristina, lui si gira subito. Potrò starmene in pace tutta l'ora.

-Cosa volete fare?- chiedo quando vedo gli altri.

-Ti va di giocare con le Trevigiane?- propone Cesare.

Annuisco e così le va a prendere. Torna subito, ha avuto la fortuna di trovarle.

Giochiamo l'ora intera, alternando le coppie e anche le modalità di uso delle carte, finché non ci chiamano per la cena. Claudio se ne va con la sua squadra mentre noi ci dirigiamo verso il nostro tavolo. Gli ultimi posti sono vicino Edoardo ed essendo l'ultima a sedermi me lo ritrovo in parte, dall'altra c'è Cesare con Giorgia. Ciò significa che non ho nessuno con cui parlare. L'ha fatto apposta! Così non posso creargli alcun problema.

-Allora?- cerca conversazione in attesa che ci venga consegnata la cena. -Hai vinto?-

-Sempre- rispondo.

È facile quando posso modificare le carte e fare in modo che arrivino quelle giuste. Forse è sbagliato, ma voglio farmi una bella reputazione se poi devo anche aiutare i responsabili.

-Non hai mica barato?-

-No. Assolutamente-

Certo che no! Ho solo "aiutato" le carte ad andare nel posto giusto, non c'è niente di male. Figurarsi se imbroglio.

Mi salva il cameriere che arriva con il pasto. Grazie. Mangio la bistecca con le carote di buon gusto. Poi c'è il gelato, decido di prendere il cornetto. Finiamo di cenare verso le otto e con calma le altre squadre se ne vanno, mentre la nostra rimane a chiacchierare. Ho occasione di conoscere il mio vicino, è Lorenzo, lo stesso del gruppo di corsa. Ci sarà anche lui nell'organizzazione, vengo a sapere. Ha diciott'anni, però ne dimostra meno. Forse perché si è lasciato crescere i capelli e li raccoglie in coda. Scelta particolare, ma gli sta bene.

-Quando si inizia, Edoardo?- chiede Lorenzo, alludendo alla corsa.

-In base al fatto se accetteranno la nostra idea, tempo di capire come ci si può muovere e di organizzare bene. Non so sinceramente. Non vogliamo correre rischi-

-Possiamo tornare nelle nostre stanze?- domanda una ragazza.

-Cioè... gli altri se ne sono andati e invece voi state ad aspettare me?-

Lei annuisce.

-Liberi tutti, allora-

Si alzano una decina, mentre Edoardo scuote la testa. Rimaniamo io, lui e Lorenzo.

-Voi che fate?- ci chiede.

-Niente- rispondo. -Sto bene qua, c'è silenzio. È completamente diverso adesso che non c'è più confusione-

-Avete tempo fino alle nove, poi qui chiudono. Volete intralciarli? Stanno pulendo-

-Ok, me ne vado- mi alzo.

Loro mi copiano e saliamo. Lorenzo è nella stanza in parte a noi. Nell'altra non si sa chi c'è, sicuramente non qualcuno della nostra squadra.

-Buonanotte- gli dico. -A domani-

-Notte a voi- risponde, entrando. Poi lo facciamo anche noi.

Dentro vediamo Giorgia e Cesare litigare giocosamente lanciandosi i cuscini.

-Allora!- si arrabbia Edoardo. -Cosa combinate?- è furioso. Non pensavo potesse avere questi sbalzi improvvisi d'umore. -Subito giù dal letto!-

Loro non fiatano. Sembrano spaventati.

Prendo il mio ciondolo d'Onice Nera e lo sfrego. Dovrebbe assorbire le energie negative. Infatti Edoardo si calma.

-Non fatelo più, ok?-

Ha completato il suo lavoro, smetto di toccarlo. Forse per questa notte dovrei darlo a lui, ho anche l'Ossidiana e l'Eliotropio che mi aiuteranno.

-Ehm- mormoro.

-Sì?- mi chiede dolcemente.

-Avrei questo da darti per calmarti questa notte-

Gli do il mio ciondolo.

-No, davvero. È il tuo, non il mio. Ho altre pietre io- ammette. -Vieni-

Lascia indietro Giorgia e Cesare, che rimangono stupiti.

Apre il suo zaino e tira fuori una piccola custodia. Quando le vedo rimango stupita. Smeraldo, Malachite e Lapislazzuli. Con chi ho a che fare?

-Toro?- chiedo.

-Esatto. Vediamo se indovini l'ascendente-

-Azzarderei Bilancia o è troppo fuori?-

-Azzeccato. Chi sei tu?-

-Sai... è reciproco. Io ho una nonna molto credente nelle pietre e negli oli essenziali e perciò mi sono avvicinata pure io-

Non solo, ma non posso dirglielo. Ho alcuni poteri magici, come la capacità di modificare il pensiero, di far scomparire e riapparire oggetti e scindere la mia anima dal mio corpo e muovermi senza farmi notare. Anche se ci sarebbe altro. Ma dovrò aspettare i miei diciotto o venti anni. Soprattutto non farmi scoprire da quelli che vorrebbero queste cose per sé. Voglio vivere. Edoardo comunque non lo può essere, ha delle pietre che aiutano sé stessi, non danneggiano gli altri. È la mia Ossidiana che è un po' pericolosa, ma mi è fondamentale. Ho imparato a gestirla. Invece adoro letteralmente l'Eliotropio.

-Ah- sembra deluso, si aspettava che gli rivelassi tutto ciò? Sorrido.

-Tu invece?- sono curiosa.

-Eh, lunga storia. Meglio evitarla- mi liquida. -Hai delle pietre incredibili, come le hai scelte?-

-Non le ho scelte io, mi hanno trovata loro. È molto diverso. L'Eliotropio ce l'ho da quando sono nata, l'Ossidiana è l'ultimo regalo di mio fratello e l'Onice Nera ha attratto fin da subito la mia attenzione, la prima volta che ho accompagnato mia nonna al negozio che ha queste robe-

-Curioso- commenta.

Mi sto sbilanciando troppo, devo fermarmi qua. Eppure le pietre non stanno tremando, l'Onice Nera che ho in mano anzi mi carica. Mi posso davvero fidare? No, non ancora. Anche se le pietre sanno i fatti loro.

Mi giro verso Cesare e Giorgia ma sono pietrificati.

-Oh, dimenticavo!- esclama Edoardo. -Questa conversazione non è mai avvenuta-

Richiude le pietre e loro tornano normali.

Spalanco gli occhi e indietreggio. In cosa cavolo mi sono cacciata? Ho paura.

Mi rimetto il ciondolo e li sbatto tutti e tre. Aiutatemi voi, vi prego. Cosa devo fare? Fingere? È l'azione più sensata. Va bene.

-Vado in bagno- cerco di dire normalmente, ma ho un tono basso. -Scusate-

Passo in mezzo a Cesare e Giorgia, ancora stupiti. Lo sarei anch'io al posto loro, ma dopo ciò che ho visto no.

Mi siedo sul water. Allora sull'autobus, quando Edoardo mi era caduto addosso aveva davvero fermato il tempo. Oddio! Devo trattarlo bene, potrebbe aiutarmi se in questi mesi qualcosa va male. Assomiglia così tanto a Jimmy! Troppo. Ma non può essere lui. È via e avrebbe saputo dell'MP3 e anche dei ciondoli. No, non può essere. Assolutamente no, no e no!

Toc, toc... sento bussare.

-Kyla-

È Cesare.

-Stai bene? Avviso Edoardo che hai bisogno? Sembrava smarrito quando sei venuta qua-

-Stai tranquillo, è tutto ok-

Mento. Non solo a lui, anche a me. Ne ho bisogno.

Faccio un respiro profondo e mi preparo a uscire. Ho gli occhi arrossati, così mi bagno la faccia. Poi mi asciugo ed esco. Sembro ok.

-Ah, è tutto apposto!- esclama. -Visto, Giorgia? Magari ti scappava soltanto-

-Sì, sì- rispondo.

Sono solo le otto e mezza. Dieci minuti soltanto sono passati da quando siamo entrati in camera! Uffa!

-Ragazzi, cosa farete domani a Rimini?- chiede Edoardo. -Kyla ed io andremo alla sede principale, mentre voi siete liberi tutta la giornata-

-Io volevo andare in spiaggia- dice Giorgia. -Cesare viene con me-

-In realtà no- le risponde. -Voglio visitare la città-

Tornano a discutere mentre io mi butto sul letto. Dal comodino tiro fuori un libro. È un giallo, l'avrò letto tante volte, ma lo adoro di volta in volta sempre di più.

Edoardo spegne la luce, allora accendo la lampadina.

-Buonanotte- si scambiano gli altri.

-'Notte- aggiungo.

Leggo fino a notte fonda, guardando qualche volta Edoardo che continua a girarsi. Allora spengo la luce, sperando che non fosse proprio questo il problema. Si gira nervosamente lo stesso, dev'essere un incubo...

Poco dopo riesco ad addormentarmi pure io.

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