capitolo1

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-pov's Emma-

Avere un genitore divino non è facile, ma vi assicuro che averne 12 è peggio.
Tutti gli dei dell'Olimpo, tranne Zeus, hanno collaborato alla mia creazione.
Mi hanno addestrata per essere la miglior sterminatrice di mostri di sempre, ma non mi hanno dato l'immortalità. E soprattutto, per evitare che l'oscurità cali eternamente sul mondo che conosciamo causandone la fine.

Oltre che la vita, i miei genitori mi hanno dato però una parte dei loro poteri.
Posso evocate gli scheletri e fare viaggi ombra, far crescere fiori e piante, dominare le acque e non bagnarmi o annegare,rubare e imbrogliare senza che nessuno se ne accorga, costruire qualsiasi cosa e posso anche prendere fuoco, posso convincere le persone a fare ciò che voglio,
curare i malati, tirare perfettamente con l'arco e se mi impegno posso anche trasformarti in un delfino.
In più sono una guerriera formidabile (modestamente), con il giusto equilibrio tra forza e saggezza.
Il potere più interessante che ho, però, me lo ha dato la divinità più odiata di tutte...
Era.
Grazie alla sue luce io posso "entrare" nella mente degli altri e scorgere tralci del loro passato. Questo potere mi rende anche particolarmente empatica.
So che mia non si è mai comportata bene con i semidei, ma è anche grazie a lei se sono qui, e quindi, per quanto a volte la detesti, infondo le voglio bene. Circa.

Oggi compio quindici anni, e FINALMENTE non passerò un altro noioso compleanno a sorreggere divinità sbronze per colpa di papà D, o ad evitare che scoppi una guerra mondiale per una fetta di torta.
I miei genitori hanno deciso di mandarmi sul campo, alleluia!
O meglio al campo...
Sì, proprio il campo mezzosangue!
NON VEDO L'ORA DI ARRIVARE!
Ora sono in macchina con Argo, l'autista dai molti occhi a dir poco che sembra un surfista californiano, e Chirone, il più famoso mentore di eroi, per metà uomo e per metà stallone bianco, che sono gli unici a sapere chi io sia davvero.
Non dovrò dire niente a nessuno, almeno non subito. Tecnicamente solo tra sei mesi dovrò partire per l'impresa, e fino a quel momento avrò tutto il tempo di rivelare con calma la mia storia e la mia identità. E, possibilmente, di riuscire anche nella mia vera impresa, farmi degli amici.
So già che alloggerò nella cabina sette, quella dei figli di Apollo, per non destare sospetti. Credo che dovrò rendere la mia pelle più abbronzata, per risultare credibile.
Oh, che sbadata!
Non vi ho nemmeno detto come mi chiamo!
Io sono Emma Archè, ma ho un sacco di soprannomi.
Ogni mio genitore me ne ha dato uno, e così anche le ninfe, le muse, le nereidi è tutta quella gente lì, quindi chiamatemi come preferite.
Riguardo a quella cosa di cambiare il colore della pelle, io posso modificare il mio aspetto fisico a mio piacimento. Il colore degli occhi,dei capelli, la corporatura, il naso, labbra, mi basta un secondo e sono completamente diversa.

Comunque, di solito i colori che preferisco sono in una sfumatura tra il bianco e l'azzurro, il primo più per i capelli e il secondo più per gli occhi.
Non voglio cambiare aspetto quando sarò al campo, anche se essere più carina sicuramente aiuterebbe. Vorrei provare ad essere me stessa, e a vedere che succede.
Non sono mai stata brava a fare amicizia, e nemmeno con le cose sentimentali!
L'unica cotta che mi ricordo di aver avuto è stata per il mio arco...
Ahimè, era un amore non corrisposto! O almeno credo, dato che gli archi non sanno parlare...

In realtà ho avuto un'altra lunga storia d'amore, ma non mi piace parlarne.

Infondo, è stato solo uno dei tanti traumi che hanno segnato la mia breve e giovane vita. Come la fine degli One Direction o la morte di Alan Rickman. Che schifo di anno il 2016.

Comunque, non posso permettermi di essere triste, quindi cercai di allontare i pensieri negativi, ma prima che potessi anche solo provarci feci un balzo in avanti e sentii la cintura schiacciarmi la cassa toracica.
Dovevamo essere arrivati a destinazione...
Ok, ora oltre che la cintura, mi stava schiacciando il petto anche l'ansia.
Respira Emma, respira.
Non feci molto caso alle costruzioni che avevo intorno, ero troppo impegnata a mattere un piede davanti all'altro per non inciampare e fare la figura dell'idiota.

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Where stories live. Discover now