capitolo13

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-pov's Annabeth-

Dopo aver capito che Jason si era cacciato nella zona privata, Emma era scappata balbettando qualcosa su una grande oscurità e su qualcuno che si era infiltrato nella sua testa, che era colpa di questa oscurità se non era riuscita a fermarlo e sul fatto che almeno i volumi erano incollati agli scaffali; qualunque cosa significasse.
Almeno la crepa nera che prima avevamo visto nell'angolo era scomparsa all'improvviso, cosa che mi procurò un grande sollievo.
Emma ci chiese espressamente di non muovere un muscolo e poi scomparve, all'improvviso, come se avesse fatto un viaggio ombra. Probabilmente aveva usato i poteri da figlia di Ade.

Comunque, come poteva pretendere che sei semidei iperattivi stessero fermi?

Iniziammo a girarci intorno e ad osservare l'enorme stanza bianca in cui eravamo. Non mi dispiaceva il bianco come colore, ma se lo osservavi per un tempo prolungato ti veniva quasi il volta-stomaco. Cercai di appoggiarmi ad una parete per attutire la nausea, ma per quanto tastassi, non riuscii a toccarne nemmeno una. Strano.

La stanza era piuttosto monotona. Un grande rettangolo senza nessuna decorazione e nessuna finestra. Sembrava davvero una stanza infinita, anche perché evidentemente non c'erano le pareti. L'unica cosa tangibile era il pavimento sotto i miei piedi.

Prima che potessi esplorare oltre sentii delle braccia forti avvolgermi il bacino, facendomi sussulatre per la sorpresa.

Abbassai lo sguardo sulle membra abbronzate, che mi confermarono che il mio assalitore era solo Percy. Lo avevo già riconosciuto l'aroma di brezza marina e di biscotti al cioccolato blu, ma volevo essere sicura.

-"A cosa pensi, ragazza saggia?"- mi chiese Percy con voce dolce.

Me lo aveva domandato anche alla fine del primo ricordo, quello di Luke. Mi girai lentamente e mi ritrovai faccia a faccia con quei bellissimi occhi verde mare e tempestosi.

-"Sono confusa"-

Risposi allo stesso modo in cui gli avevo risposto prima.

Ed era davvero così.

Il primo ricordo mi aveva lasciato una sensazione di amarezza e felicità miste.

Ero felice che qualcuno non avesse mai dubitato di Luke, cosa che io invece, anche se solo un pochino, avevo fatto. Ma noi stavamo vedendo dei frammenti della vita di Emma accuratamente scelti per portarci a fidarci di lei. Chissà quante cose avrà compromesso. Chissà quanti saranno morti. E se facendo scegliere a Crono di possedere Luke avesse modificato ciò che il destino aveva previsto? Non si può  modificare il destino, così come non si può ignorare una profezia. Trova sempre il modo di avverarsi. E se l'impresa contro Nyx è il risultato del suo andare contro il destino?

Il secondo invece mi ha lasciata molto interdetta. Perché una dea si sarebbe addirittura fidanzata con il nemico? Non bastava essere migliori amiche? Perché ce l'ha mostrato? Dov'era quel luogo sull'Olimpo? Io l'ho ristrutturato tutto, come faccio a non ricordarmi di certe aree?

E poi, avevo un sacco di domande anche su di lei in generale. Come faceva Emma ad essere fatta di argilla? Ci stava spiando dall'Olimpo? Perché cerca di riguadagnarsi la fiducia delle Parche con noi? Come fa a combattere così bene? Come ha fatto a prendere la spada dal cielo durante il duello? Perché Zeus non le ha donato anche i suoi poteri? Se lui volesse la salvezza dell'Olimpo, non dovrebbe interessargli la quantità di potere incanalato in una creatura che può solo salvarli. Che fine hanno fatto le altre guardiane una volta rotte? Hanno un loro Esilio, o si rincarnano? Perché Nyx crede che Emma voglia rubarle la fertilità?

Sentivo la testa riempirsi di interrogativi, ogni momento di più. Mi stava per esplodere il cranio.

-"Io sono affamato."- disse Percy con voce sicura.

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Where stories live. Discover now