capitolo28

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-Jason's PoV-

Nonostante, di solito, mi piacesse svegliarmi quasi prima del o con il sorgere del sole, quel giorno non ce la facevo proprio ad alzarmi.

Era da ormai due settimane che le due imprese erano cominciate e che il campo era in subbuglio per la totale assenza di informazioni da entrambe, e la situazione si era aggravata ulteriormente quando, il giorno prima, erano tornate al campo due persone a noi ben note.

Proprio appena le arpie avevano iniziato i loro turni di guardia notturna, verso le 22 , erano apparse, facendo un gran frastuono, Piper e Calipso nella Casa Grande, il che aveva anche provocato un mezzo infarto a Chirone.

Noi Eroi dell'Olimpo residenti al Campo mezzosangue eravamo subito stati convocati là per dar loro il bentornato e scoprire nuovi dettagli sulla guerra in corso.

Sinceramente, non mi stupii affatto scoprire che la vera Pips fosse stata sostituita e nascosta, dato che stavo iniziando a sospettarlo anche io per via dei bizzarri atteggiamenti dello strano clone, ma non riuscii ad essere felice al 100% del suo ritorno.

Non come lo sarei stato se ci fosse stata solo Piper nei miei pensieri.
E forse anche nel mio cuore.

-"¡Mamacita! Mi sei mancata, mi amor"-
Così Leo aveva rotto il silenzio meravigliato, in certi casi, ed euforico che ci aveva avvolti una volta che avevamo rivisto le due ragazze.

Il piccolo sudamericano fu anche il primo a muoversi tra noi, dato che si lanciò letteralmente sulla fidanzata, che nonostante l'evidente stanchezza riuscì a reggere l'impatto, a non cadere e, addirittura, a stringerlo a propria volta.

Anche Piper, allora, venne verso di me, prendendo poi il mio volto fra le mani e baciandomi.

Non riuscii a ricambiare con troppa passione o trasporto.

Lì per lì, pensai che fosse dovuto al fatto che fossi stato preso in giro, per ben due volte nell'ultimo mese, in campo amoroso e sentimentale, non solo da Afrodite, che aveva lanciato un incantesimo addosso a me ed Emma (sì, ormai era noto a tutti che lei non ne fosse stata a conoscenza, anche perché ce lo aveva rivelato la dea stessa. ) ma anche dalla finta Piper mandata da Nyx, che aveva approfittato della sua vicinanza a me per strapparmi, anche se solo pochi, segreti che conoscevo su questo Campo.

Pensai anche che fosse dovuto agli schiaccianti sensi di colpa che sentivo per aver trattato con tanto disprezzo e cattiveria la biondina, che invece era stata tanto paziente e onesta con noi fino alla fine. Mi ricordavo ancora fin troppo vividamente i suoi occhi rossi di rabbia e pianto, in netto contrasto con la voce ferma e gelida che, piena di risentimento e di stupore, sibilava parole impregnate di amarezza e verità, con fierezza e convinzione, nonostante nessuno, in pratica, le avesse creduto.
Era troppo doloroso ripensarci, perciò mi costrinsi a tornare al presente.

Da quando mi aveva baciato, ad ogni modo, io e Piper non avevamo più passato nemmeno un istante separati, dato che lei aveva intenzione di recuperare il tempo che non avevamo potuto trascorrere insieme le scorse settimane.

Non mi dispiaceva affatto averla al mio fianco, specialmente perché mi offriva tanto sostegno, soprattutto morale, probabilmente pure senza rendersene conto, e pure tante occasioni per distrarmi dai miei rimorsi e dai miei pensieri più oscuri.

Comunque, quella mattina, accanto a me nel mio stretto letto nella cabina 1, c'era lei, con gli occhi chiusi, i movimenti impastati dal sonno e il respiro pesante.
Probabilmente non avevo voglia di alzarmi anche per non svegliarla, sebbene fossi consapevole che non avesse il sonno leggero, a differenza mia.
Eppure non sarei riuscito a stare fermo a letto ancora per molto, anche per via della mia iperattività semidivina.

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Where stories live. Discover now