capitolo19

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-Pov's Laurence- 

Dopo aver scortato i ragazzi "scomparsi" al Campo, la mia giornata era proseguita normalmente. 

Io ed i miei fratelli ci eravamo incamminati verso la nostra cabina, e molti, una volta arrivati, si erano fatti anche una bella doccia rilassante, avevamo annaffiato i giacinti che crescevano sui balconi e chi doveva andare in infermeria si era già avviato verso l'edificio. 

Poi, sotto la guida di Austin, dato che il nostro capo cabina era già impegnato a salvare vite e a riattaccare arti, ci dirigemmo verso il padiglione della mensa e, dopo un piccolo sacrificio ad Apollo, consumammo un tranquillo pasto conversando amabilmente. 

Sì, ho iniziato ad appassionarmi ai romanzi Ottocenteschi, quindi abituatevi al mio modo di narrare, alquanto ampolloso ed elevato. 

Scherzo, non riuscirei mai a scrivere in maniera seria per così tanto tempo. 

Oh, scusate, devo specificare il perché di quel "tanto tempo".

Se credete che potrete liberarvi di noi tanto in fretta, vi sbagliate. 
E vi sbagliate anche se credete che quel giorno sia stato davvero del tutto tranquillo. 

Infatti, proprio in quel dì di settembre, tutto è cominciato. 

Ma torniamo al mio pomeriggio. 

Stavo andando ad oziare sulla spiagg-... emh, a studiare i miti greci, dopo aver accompagnato la piccola Jocelyn, l'ultima figlia di Apollo arrivata al campo, alla sua prima lezione di scherma (Chirone aveva preferito aspettare due settimanine prima di dare una vera arma, che non sia un pugnale, alla da poco settenne semidea), quando mi persi nei miei pensieri.
Di preciso, nei miei pensieri sulla mia piccola sorellina.

Oggi Lynnie mi aveva definito "il suo fratello preferito", e devo ammettere di essere stato davvero al settimo cielo quando me lo aveva detto, con quel suo sorrisetto sdendato. 

Non so perché mi adorasse tanto, ma mi piaceva essere il "fratello preferito" di qualcuno. 

Sono sempre stato bravo con i bambini. E nonostante la loro ingenuità e la loro frivolezza, sono davvero molto meglio di certi miei coetanei, come...

-"Ma guarda chi si vede! Ciao caro!"- strillò la voce acuta e penetrante di Drew.

Come lei. 

-"Buongiorno anche a te... cara."- risposi con un sorriso finto, costringendomi a non immergermi nuovamente nel mio flusso di coscienza e a non ignorarla. 

-"Sai, prima di questa mattina credevo davvero che tu e il moretto foste una coppia..."-

In un primo momento pensai che lei fosse impazzita. Insomma, non puoi comiciare una corversazione con una sparata del genere. E soprattutto, io e CHI eravamo COSA?
(Nota di Laurence: leggere con particolare enfasi le parole scritte in maiuscolo)

Credetti di aver semplicemente pensato l'ultima frase, ma considerando che la ragazza mi rispose, probabilmente lo avevo anche detto ad alta voce. 

-"Tu e il figlio di Demetra! Dai, girate sempre insieme, vi allenate insieme, comunicate con lo sguardo mentre siamo al padiglione della mensa, vi sedete vicini durante i falò..."-

-"M-ma io e lui non siamo una coppia in QUEL senso... A me piacciono le ragazze e anche a lui... Siamo solo amici."- cercai di affermare con quanta più convinzione possibile.

-"Bhe, ora che è vicino all'infermeria spalmato su Cristine ci credo che non siete fidanzati!"- 

Ok, un attimino.  Richard? Spalmato? SU CRISTINE? 

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Where stories live. Discover now