capitolo27

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-Eris's Pov-

Emma era incredibilmente leggera da trasportare.

Me n'ero resa conto non appena l'avevo sollevata per portarla al sicuro.

Non si era mai fatta prendere in braccio da me, anche quando stavamo ancora insieme, credendo sempre di essere troppo pesante per via della sua forma fisica, ma invece era tutto il contrario.

Se non avessi avuto paura di lasciarla andare o di farla cadere, sarei riuscita a sorreggerla anche con una sola mano.

Che fosse l'adrenalina del momento a rendermi così forte?

Non ne avevo idea.

Ad ogni modo, ero contenta che la biondina tra le mie braccia, oltre che leggera e così vicina a me, fosse anche totalmente incosciente, altrimenti si sarebbe già messa a dimenarsi o a percuotermi, entrambi scenari molto poco piacevoli.

Un lato negativo però c'era: senza di lei ci avrei messo il doppio del tempo a cercare e a trovare l'escremento di Apollo, scomparso magicamente negli abissi del Tartaro, e avrei subito più danni se fossi stata attaccata.

Non so quanto tempo passai a volare via via sempre più raso terra per ripercorrere ogni singolo tratto da noi attraversato dal luogo in cui eravamo stati attaccati e dintorni, ma sono piuttosto sicura che vada contato in ore.

Ore in cui ero sola, esclusivamente in compagnia dei miei pensieri e di una ragazza mezza morta.
Ma ore in cui avevo potuto riflettere a fondo sulla guerra che ci attendeva.

Conoscevo le tecniche e le strategie di mia madre, bastava solo capire come avesse intenzione di effettuarle e quando.

Ero piuttosto sicura che i semidei in superficie fossero già sotto attacco e che stesse riservando a noi tre disgraziati avventurieri solo una piccola parte delle creature nelle sue truppe, giusto per distrarci un poco e per far stancare Emma, per poi sfidarla a duello e, nella sua immaginazione, disintegrarla.

Forse avrebbe chiesto aiuto a qualche dio oscuro o ad alcuni dei miei fratelli per riuscire a tenerci a bada nel caso pensassimo di interferire.
Non avrebbe però chiesto loro di infierire sulla sua vera nemica, dato che avrebbe di certo voluto finirla con le proprie mani.

Restava solo da capire se avrebbe colpito all'improvviso, in un momento per noi non opportuno, di distrazione o di notte, e anche dove.
Mi chiedevo se avrebbe aspettato che giungessimo al suo palazzo per dare il via alla sua battaglia finale o se ci avrebbe attaccato prima, se avrebbe usato i suoi soli poteri o se avrebbe usato un'arma, se avesse invece rapito lei Laurence, per poi usarlo per fare leva su Emma e convincerla ad arrendersi per salvarlo.

Tutte domande, nessuna risposta.

Comunque, dopo un po' mi stancai di perpetuare la mia vana ed infausta ricerca, quindi semplicemente decisi di accamparmi in un posticino meno roccioso ed impervio di quelli circostanti, ma comunque ben riparato.

Mi disipaceva di aver perso il figlio di Apollo, era utile come animale da compagnia, ma non potevamo permetterci di perdere ulteriore tempo e forza nel trovarlo.

Emma non sarebbe stata molto d'accordo, ma sarei riuscita a farla ragionare.
Forse.

Ma chi vogliamo prendere in giro, non appena lo avrebbe scoperto mi avrebbe costretto a cercarlo nuovamente in lungo e in largo, fino a consumarsi le suole dei sandali Nike a forza di correre, nel suo caso, e atterrare e prendere il volo, nel mio.

Una soluzione c'era però.

Sarebbe bastato dirle una piccola bugia e non farle sapere che il mortale più rumoroso della storia fosse scomparso magicamente nel nulla.
O anche solo fingere che invece se ne fosse ritornato in superficie.

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Where stories live. Discover now