Capitolo 51

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Mattinata di studio.

Pomeriggio di lavoro.

Ero distrutta.

L'unica cosa che desideravo era buttarmi sul divano.

Senza scarpe.

E reggiseno possibilmente.

Arrancai verso casa.

Con zero voglia di fare qualsiasi cosa.

Anche mangiare.

Salii le scale.

Il portone era aperto.

Perché?

Entrai con l'ansia.

Presi un ombrello dall'entrata.

L'avrei usata come un'arma.

Mi avventurai per le scale.

Sentivo dei rumori.

Provenivano dal bagno.

Cosa potevano rubare dal mio bagno?

Mi appostai al lato della porta.

Presi un bel respiro.

E saltai dentro.

Con l'ombrello spianato davanti a me.

Neanche fosse una spada.

L'uomo in ginocchio sotto al lavandino diede una testa su un tubo.

L'avevo spaventato.

"Ma sei pazza?!" disse sedendosi con la mano a toccarsi la fronte.

Era Giulio.

Oddio.

Giusto.

Il tubo.

"Scusami, mi dispiace...mi ero completamente dimenticata che saresti passato" lasciai la mia arma contundente a terra e mi chinai su di lui.

Volevo vedere i danni che avevo provocato.

Gli spostai il ciuffo di capelli ricaduto sulla fronte.

Valutai la gravità.

Per fortuna aveva giusto un graffio.

Ma ci sarebbe nato sicuramente un bernoccolo.

"Aspetta, vado a prendere un cerotto e del ghiaccio".

Feci una corsa di sotto.

Presi l'occorrente e risalii.

L'uomo si era alzato.

Aveva una camicia azzurra a righe.

Con sopra un maglioncino a bottoni.

Era elegante anche mentre cambiava un tubo.

Gli misi il cerotto.

Ovviamente poco virile.

Cerotto da bambino con le macchinine.

Poi gli posai una busta di piselli congelati sulla ferita.

"Non so se ridere o piangere..." commentò guardandomi.

"Ho solo queste cose, vedi di fartele andare bene" brontolai a disagio.

Restammo in quella posizione per qualche minuto.

Poi lasciai la presa all'uomo.

E mi allontanai per vedere il lavoro.

Meno male che era venuto.

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