Capitolo 20

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"Io pesante? No, è soltanto che mi preoccupo per te" sbraitò mentre guidava.

"Te l'ho detto, non c'è nulla di cui preoccuparsi" spostai lo sguardo fuori dal finestrino.

"Questo vorrà sicuramente approfittarsi di te, avrà visto una ragazza carina e ci si vorrà buttare a pesce".

Ero carina?

"È il mio professore, tutto qui. Ieri sera voleva chiarire il suo punto di vista sulla discussione avuta in facoltà e scusarsi, nient'altro. Mi fa piacere che tu ti preoccupi per me, ma non sei mio padre e tantomeno il mio fidanzato perciò risparmiami le scenate di gelosia" ero stata chiara.

"Non sono geloso..." mormorò.

"Gli amici non si comportano come ti sei comportato tu ieri".

Sembrò rifletterci su.

In silenzio.

Chiuso nella sua bolla.

"Scusa".

"Scuse accettate, ma smettila di assillarmi con questa storia...per favore, fidati di me, sono cresciuta da sola e so badare a me stessa".

"Hai ragione, sei una ragazza adulta ed io non sono nessuno".

"Sei mio amico, il primo che abbia mai avuto da quando sono qui però a volte mi sembra che tu confonda i ruoli".

"Mi dispiace, è che tu mi piaci...nel senso che mi stai a cuore come amica, perciò non voglio che ti succeda nulla di male".

Così gli piacevo come amica.

Non come Alessia.

In effetti c'era una bella differenza tra noi.

Lei una modella.

Io la cugina sciatta di Gargamella.

Sono pessima.

Forse non ho mai avuto attezioni da un ragazzo per questo.

Perché sono anonima.

"Quindi dove ti accompagno?".

"A comprare i libri di testo".

"Non li hai ancora?".

"No, non ho avuto tempo".

"Va bene".

"E...anche a fare la spesa, ho il frigorifero vuoto" non volevo rubargli troppo tempo.

"Da quanto tempo?".

"Da qualche giorno, ieri ho mangiato un panino prima di andare a lavoro" confessai.

"Tu sei matta!".

Prima tappa fu la libreria.

Riuscii a trovare qualche volume usato per fortuna.

Decisi di comprare soltanto i libri del primo trimestre.

Con calma avrei provveduto agli altri.

Magari con la mia prima paga.

"Dovrai studiare tanto, mi sa" l'uomo si era offerto di portare la busta.

"Già, gli esami saranno tosti ma sono fiduciosa".

"Se avrai bisogno di aiuto basta chiedere, sarei felice di ascoltarti ripetere" sorrise.

"Ti piace la psicologia?".

I suoi occhi blu puntarono i miei.

E potevo leggerci la risposta.

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