Capitolo 29

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CAPITOLO 29

"Oggi ho deciso di lasciarvi le due ore di lezione per dedicarvi alle vostre presentazioni, perciò andremo in biblioteca e ci distribuiremo nei tavoli...mi raccomando, fate silenzio e comportatevi bene, sono riuscito a farmi lasciare la biblioteca libera" spiegò Giulio senza neanche appoggiarsi alla cattedra.

Come automi ci alzammo dai banchi.

Con le nostre cose in mano lo seguimmo.

"Ma cos'è questa novità?" commentò Giorgia al mio fianco.

"Non lo so, ma l'idea non mi dispiace...hai notato quanti argomenti ha spiegato negli ultimi giorni? Come faremo ad inserirli tutti in un unico saggio?" sbuffai.

"Hai ragione, ieri ho provato a buttare giù qualche riga ma niente, non riesco a collegare i vari argomenti tra loro".

"Scusami...Amelia, vero?" il ragazzo che faceva l'assistente con me si avvicinò furtivo.

"Sì, dimmi".

"Oggi non posso proprio fermarmi a lezione, devo scappare che ho una gara...non è che potresti aiutare tu Conti?".

"In che modo?".

"Devo controllare dei dati per una ricerca, ti passo il file per email e te ne occupi tu".

Cosa?

No.

Non volevo perdere tempo.

Non volevo restare con Giulio.

"Ma io non so nemmeno di che cosa si tratta, forse è meglio che vai dal professore e glielo dici".

"Ti prego, mi ucciderà...me l'ha chiesto qualche giorno fa ed io non ho avuto proprio tempo di metterci le mani".

Odio queste situazioni.

Dove devo prendermi delle responsabilità che non mi appartengono.

"Va bene...ma mi devi un favore, uno molto grosso!".

"Grazie mille, davvero!".

Giorgia mi guardava sconvolta.

Perché avevo accettato.

Il ragazzo tornò dal suo gruppetto di amici.

"Amy...perchè?".

"Non dire niente, lo so, sono una stupida".

"Abbiamo un sacco di cose da fare".

"E le faremo, stai tranquilla...puoi prestarmi il pc?".

"Certo, ma non approvo, sappilo".

"Dobbiamo anche parlare di quella cosa...non ne abbiamo avuto modo" le ricordai.

"Lo so, sono sulle spine dalle otto di questa mattina".

Entrammo in biblioteca.

Io e la mia amica ci lanciammo su un tavolo appartato.

Lontano dagli altri.

In mezzo alle corsie di filosofia.

Sapevo che Giulio mi aveva seguita con lo sguardo.

Mi bruciava addosso ogni volta.

"Ehi, mi puoi dire la tua mail?" il ragazzo di prima tornò alla carica.

"Amelia.Castelli23@gmail.com".

"Torno al mio tavolo e ti invio tutto".

"Cosa state facendo? Lorini torna al tuo posto, forza" alle nostre spalle comparì il professore.

CartapestaWhere stories live. Discover now