Capitolo 36

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CAPITOLO 36

Elia aveva smesso di mangiare.

Spaventato dall'uomo davanti a sé.

Sentivo la sua manina stringere la mia.

"Stai spaventando il bambino, abbassa la voce".

"...per favore, posso sapere dove lo hai trovato?".

"È il fratellino di Giorgia, la mia compagna di università...mi ha chiesto di tenerlo per qualche ora mentre lei andava ad una visita" mentii.

"Capisco...".

Avevo appena mentito a quello che credevo fosse il mio fidanzato.

Lo avevo fatto per un buon motivo però.

Già mi aveva attaccata dal nulla.

Se gli avessi detto che Elia è il nipote di Giulio mi avrebbe uccisa.

Volevo evitare inutili drammi.

Era una bugia a fin di bene.

"Tu sei sparito, che fine hai fatto? Mi hai aggredita neanche fossi una ladra o un'assassina, ed ora ti presenti da me con questo atteggiamento" usai un tono che non ammetteva repliche.

"Non capisci che sono sottopressione?! A lavoro mi stanno tutti con il fiato sul collo...questo dannato progetto mi sta facendo impazzire e non lo voglio fare...ma non posso parlarne con nessuno..." sbraitò.

"Innanzitutto abbassa la voce, siamo in un luogo pubblico. Pier io ti sosterrò sempre e in qualunque caso, ma tu mi hai praticamente aggredita...".

"Perché tu non mi capisci! Hai aggiunto un nuovo problema al mucchio!".

"Quindi capire cosa siamo per te è un problema...va bene, finiamola qui allora, questi ultimi giorni insieme sono stati davvero belli ma non posso continuare con te" presi Elia in braccio per tenerlo al sicuro.

"Perché?".

"Perché non ha esitato un attimo con Alessia, l'hai sempre definita la tua fidanzata eppure mi hai raccontato che la vostra relazione era basata sul sesso...ti ho offerto un rapporto basato sui sentimenti reciproci, sulle sensazioni e sembra non andarti bene neanche questo!".

Mi alzai dal tavolo.

Volevo tornare a casa.

Ero stanca di sentirmi attaccata dal mio vicino di casa.

Pierpaolo mi afferrò per il gomito destro.

"Lasciami, qui abbiamo finito".

"Aspetta".

"Ti ha detto di lasciarla, allontanati da Amelia" la Betty era corsa in mio aiuto.

Meno male.

"Non sono il cattivo della situazione".

"Sì, lo sei. Guardati, avevi una ragazza d'oro fra le mani e te la stai facendo scappare perché sei il solito idiota" la donna aveva evidentemente ascoltato il diverbio.

"Non ti intromettere".

"Stai spaventando il bambino e facendo una scenata nella mia proprietà quindi sì, mi intrometto, caro mio".

"Me ne vado, ma non finisce qui...appena tutto finirà ti spiegherò il mio malessere" borbottò.

Presi la strada di casa.

Elia si era tranquillizzato.

Poverino.

Assistere a una scena così pietosa.

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