16. «Tu mi hai ridato la vita che mi era stata rubata... »

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Le nuvole, in quegli istanti, avevano lo stesso colore del carbone

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Le nuvole, in quegli istanti, avevano lo stesso colore del carbone. Sembravano formare una cupola che copriva tutto il complesso ospedaliero etneo.

I pensieri erano sospesi, come un funambolo che correva su un filo sopra un canyon.

Edoardo si sentiva proprio come quell'uomo: in bilico.

Il suo cuore si stava completamente svuotando da qualsiasi pensiero. Nessuna parola poteva essere adatta a descrivere il suo stato d'animo.

Distrutto?

Trafitto?

Quel giorno, aveva perso Davide. Il dolore era talmente forte da squarciargli il petto, le mani, le gambe.

Nello stesso momento in cui una lacrima aveva iniziato a scendere sul volto, come fosse sincronizzato con la natura, una pioggia molto fitta iniziò a scendere, aumentando man mano d'intensità.

Ogni goccia che gli arrivava equivaleva alla pesantezza di un mattone di calcestruzzo rinforzato col cemento.

Continuava a chiedersi perché Davide si fosse lasciato abbindolare da Marika, perché le aveva dato ascolto.

Perché aveva scelto lei come compagna...

Edoardo ritrovò, nel buio del suo spirito, le immagini degli occhi di Davide sfatti dalle lacrime. In quei momenti, avevano qualcosa che non erano indice di sola tristezza.

Un piccolo tarlo si posò sui rami dell'albero che comandava le sue emozioni.

Rami secchi, in quegli istanti. Le ultime foglie erano ormai sul punto di cadere. I boccioli erano quasi morti, quelli della serenità che gli stava venendo a mancare.

Tranne uno, al cui pensiero il ragazzo spalancò leggermente gli occhi e lasciò che quel liquido caldo, leggero come un lenzuolo, che correva lungo il suo viso, continuasse ad accumularsi sempre più, limitato dalle rime interne ormai stanche di opporre resistenza.

Le gocce di pioggia stavano creando delle pozzanghere ovunque, anche sotto ai suoi piedi.

Edoardo vi si specchiò, vedendo l'immagine distorta di un ragazzo dai capelli color del cioccolato bagnati dalle lacrime del cielo.

Dagli occhi affranti e dall'anima di vetro ormai in mille pezzi.

"Qualcuno mi aiuti, per favore... " si disse.

Avrebbe voluto urlarlo, correre in cerca di un abbraccio.

Sarebbe voluto correre da lei.

La stessa persona che era stata tirata ingiustamente in ballo durante quella lite.

«Edoardo, ti rendi conto che stare con quella donna ti ha mangiato il cervello? Non fai altro che parlare di lei, pensare a lei e stare solo ed esclusivamente con lei.»

Innuendo (Sospesa per Remastering)Where stories live. Discover now