21.1. La Prova del Nove - Parte I

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«Sei sicuro?»

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«Sei sicuro?»

La voce di Davide gli arrivò dritta nelle orecchie come un dardo scoccato dalla balestra più precisa mai costruita. Sentiva l'adrenalina scorrergli dentro, rifocillando continuamente ogni singola cellula del proprio corpo.

«Credo... di sì» rispose Edoardo con una nota d'incertezza nella voce, facendo aggrottare le sopracciglia all'altro.

«Credi?»

«No, ne sono convinto, ti basta?» ribatté l'amico con stizza. Quelle ultime parole lo fecero riflettere un attimo: valeva ancora la pena mantenersi distante da Davide, soprattutto utilizzando quei toni acidi?

Secondo lui, ancora un po', tanto quanto bastava per capire se fosse arrivato il momento del perdono. Gli voleva ancora bene – e gliene avrebbe sempre voluto, a prescindere da quell'episodio -, ma non si sarebbe bruciato una volta ancora: voleva capire se le parole di quel pomeriggio al parcheggio Santa Sofia fossero vere.

Edoardo era stanco delle bugie, stanco di soffrire per colpa degli altri.

Voleva solo godersi quelle ultime settimane da universitario prima della seduta di laurea del ventitré luglio, con spensieratezza e in compagnia delle persone più care.

Di due in particolare.

La prima, con cui condivideva le sue stesse ansie da studente, le sue bravate e i suoi timori, la stessa con cui stava cercando di risolvere un problema non di poco conto.

La seconda, invece, era lì, da qualche parte nella Clinica, a lavorare e operare come aveva sempre fatto; la persona con la quale avrebbe voluto condividere il suo cuore e la sua vita intera.

Edoardo, in cuor suo, si chiese se sarebbe mai riuscito a parlarle di nuovo ma, a mente lucida, convenne che anche il Primario doveva porgergli delle scuse per il modo con cui l'aveva trattato.

Ma in quegli istanti, fece ritorno alla realtà, richiamato da Davide.

«Scusami tanto» alzò le mani il giovane Campofiorito in segno di resa, mentre stanziavano nei corridoi del Policlinico illuminati dai raggi del sole mattutino, caldo e avvolgente. Le ampie vetrate donavano un'ottima visuale dell'intero complesso ospedaliero, con lo spiazzo centrale gremito di studenti dei vari corsi di laurea, da Medicina a Odontoiatria, alle varie Professioni Sanitarie.

I due ragazzi si appropinquarono verso quella barriera invisibile, osservando come quel cuore pulsante della sanità siciliana prendeva vita e metteva in moto i propri componenti: medici che si spostavano, ambulanze che entravano e uscivano e un leggero venticello che animava le fronde degli alberi adiacenti.

Davide avvertì un nodo all'altezza dello stomaco, quando scorse il tetto dell'edificio sul quale aveva tentato quel gesto disperato e che, inconsapevolmente, era diventato lo scalpello che aveva quasi distrutto il rapporto tra lui e il suo migliore amico.

Innuendo (Sospesa per Remastering)Onde histórias criam vida. Descubra agora