4. Primo approccio

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«Rinaldi, lei resti qui

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«Rinaldi, lei resti qui. Andrà dopo.» La dottoressa, con una mano sulla spalla del laureando, era irremovibile.

«Ma non posso eseguire l'intervento senza camice!» si lamentò lui, girandosi verso di lei.

"Ho l'impressione che finirà malissimo" pensò, mentre tremava.

Lo stesso Primario riusciva a sentire quanto quel ragazzo stesse così male. Abbassò infatti il capo, interrompendo quella connessione tra i loro sguardi. Forse non doveva agire in quel modo, forse il ragazzo aveva davvero imparato la lezione.

Le foglie al vento, in confronto, erano molto più ferme di Edoardo. Il respiro iniziò a farsi irregolare, le mani a sudare terribilmente, tanto da doversi appoggiare al bancone per alcuni istanti.

Poi si rimise in piedi, incrociando di nuovo gli occhi della Conte che, in quel momento, sembrava stessero emanando preoccupazione più che desiderio di vendetta.

«Stia tranquillo, ho detto che andrà dopo. Si sente bene?» ripeté lei in maniera pacata e cercando il suo sguardo. Tutt'a un tratto, aveva cambiato tono di voce.

Com'era possibile che dalla massima autorità era passata alla tenerezza di una mamma?

«Mai stato meglio, grazie» asserì Edoardo, con un sottile velo d'ironia che la dottoressa colse senza ulteriori segnali.

Mentre Davide recuperava i camici, Edoardo rimase da solo con la dottoressa, in preda all'ansia.

Che fosse quella l'occasione per provare a salvarsi la carriera?

«Rinaldi, mi ascolti molto bene. Sono una persona buona, ma perfettamente precisa e rigorosa nel lavoro. Come può ben capire, non ho particolarmente gradito la sua opinione su di me, però siamo in una democrazia, quindi la rispetto comunque.»

«Dottoressa, mi creda, io volevo solo... » provò a dire Edoardo, venendo bloccato subito dopo.

«Non si disturbi, davvero.»

«No, devo dirle la verità» tuonò lui, tirando fuori tutto il coraggio che aveva in corpo. Non avrebbe subito in silenzio, per nessuna ragione al mondo. «Avevo il desiderio di entrare in sala operatoria e vedere l'intervento da un'altra prospettiva, non da una Galleria. E il divieto di fare domande mi ha indisposto, a essere sincero, essendo in un corso di Laurea, e all'ultimo anno.»

La Conte, mentre si legava i lunghi capelli scuri come il cioccolato in uno chignon a media altezza, l'osservò attentamente, indossando poi la cuffia protettiva dalle tonalità violette e aranciate del tramonto. Nelle parole del ragazzo, percepiva la determinazione di chi aveva sete di sogni, di chi avrebbe lottato per essere felice, di chi avrebbe fatto di tutto pur di levare di mezzo chi gli avesse messo i bastoni tra le ruote.

Proprio com'era lei.

E, pensò anche, che quell'elemento in comune tra i due non fosse l'unico.

Innuendo (Sospesa per Remastering)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora