23.1. Per i poteri conferiti dal Magnifico Rettore... - Parte I

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L'adrenalina era l'elemento dominante nei corpi di tutti i laureandi, nessuno escluso

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L'adrenalina era l'elemento dominante nei corpi di tutti i laureandi, nessuno escluso. L'aria era carica di gioia, di pianti che aspettavano di esplodere sui volti dei ragazzi e dei parenti tutti, di auguri pronti a volare da un lato all'altro.

Quel giorno, era il giorno.

Il loro momento: prendersi quella laurea che aspettavano da troppo tempo.

"Almeno oggi, evitiamo le disgrazie" pensò Edoardo nervoso, mentre si dondolava sul posto, poi verso destra e sinistra, ad alternanza. Stava respirando il venticello fresco che stemperava un po' le alte temperature estive che tenevano spesso Catania stretta in una morsa soffocante alleviata da bagni a mare, ventilatori e aria condizionata.

Il ragazzo non riusciva a stare fermo, il tremore era evidente e l'ansia da prestazione aumentava ogni secondo di più. Dal cortile antistante l'ingresso superiore della Scuola di Medicina del Policlinico, poteva osservare le numerose macchine di parenti, amici, medici e pazienti fare il giro di tutta la struttura e passare davanti a lui come se fosse tutto normale. Quel piccolo tratto di carreggiata lo separava dall'enorme spiazzo di fronte che si diramava in altre scale, verso le altre zone del Policlinico, come l'ospedale vero e proprio, le aule, i depositi.

«Aspetta!» Una voce provò a bloccarlo. «Tesoro, fammi sistemare la giacca, è stropicciata!»

«Mamma... » quasi si lamentò lui, sofferente anche per l'afa in circolazione. «Devo tenerla per forza? Ci sono quaranta gradi all'ombra!»

«Assolutamente sì! E non si discute, giovanotto!» replicò Valentina con voce ferma, distendendo poi il volto in un'espressione serena, resa più luminosa dalla luce del primo pomeriggio in arrivo.

Il suo viso appariva più giovane, quel giorno. Le tinte nudes del rossetto e i capelli raccolti in una coda tenuta ferma da un mollettone nero e sottile, con il ciuffo scuro che le ricadeva sul lato destro del volto, le restituivano alcuni degli anni che aveva ormai dato per persi; si sentiva come quand'era adolescente, studentessa universitaria anche lei.

Chissà, forse vedere il proprio figlio laurearsi le faceva quest'effetto.

«Ora è perfetto!»

«Ma si può sapere cos'è che avresti fatto?» domandò il ragazzo con un certo velo di curiosità mista a disapprovazione.

«Avevi una pieghina sulla camicia e il colletto della giacca al contrario! Dovresti ringraziarmi che non ti faccio andare via come uno scappato di casa.»

Valentina diede le spalle al figlio, assumendo un'espressione da finta arrabbiata. No, non poteva esserlo. Era forse più emozionata di Edoardo per quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

Sentiva un forte calore pervaderle il petto, fino a raggiungere tutto il resto del corpo. Non riusciva a capire cosa fosse di preciso, ma ne conosceva la causa scatenante.

Innuendo (Sospesa per Remastering)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt