Il Diario di Vittoria - #1

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Catania, 22 Ottobre 2018

Non ho idea di cosa stia provando dentro, né perché continuo a rimuginarci su.

Non so se ne valga davvero la pena, dicono che funzioni.

Anche la mia dottoressa me l'ha detto. La stessa che, purtroppo, è andata via da questa cittadina sul mare, così come tante altre persone nella mia vita.

Adesso, sono sotto cura di Rapisarda.

Da quasi tre settimane.

Sembra simpatico, giovane, preparato.

Quei suoi capelli corti e col ciuffo all'insù lo rendono molto diverso dai classici canoni da psicoterapeuta.

 Anche gli occhiali dalla montatura spessa nera lo impreziosiscono... e lo rendono attraente.

No, basta voli pindarici.

Dio, perché mi metto a pensare a queste stronzate?

Devo pensare alla mia carriera.

Sì, forse l'unica cosa che va bene nella vita.

Cosa si può dire del resto?

Un emerito cazzo.

Lo so, non è un linguaggio adatto a un Primario, ma questo è il mio diario, quindi vaffanculo.

Sì, vaffanculo a tutto.

A questi miei ventott'anni vissuti nello schifo, nel dolore.

Mi sento sola, da morire.

Papà è morto... ed è meglio così. L'unico che avrebbe dovuto aiutarmi e proteggermi, e invece... mi ha solo lasciata sprofondare negli abissi delle mie stesse fragilità.

La mamma... E lei?

Lei mi sta ancora cercando... lei ci sta provando, forse. 

Forse ci ha provato e dopo un po' si è stancata. Forse non gliene frega di avere una figlia, forse non l'è mai importato, in fin dei conti.

A chi deve mai importare di me, di un Primario autoritario, temuto e rottinculo?

Di un Primario che fa sudare quattordici camicie ai suoi studenti?

Oggi inizia il nuovo anno accademico e sono più in ansia di quanto non lo sia mai stata. Cavolo, ho paura.

Oggi ho un intervento importante e vorrei farlo vedere da vicino ai ragazzi, ai nuovi laureandi... ma ho paura, paura che vedano i miei errori.

E non voglio.

Oggi non sto bene, sento che il dolore mi ucciderà, un giorno. Provo a bere un bicchiere d'acqua, ma è come se ingerissi aria, non mi calma.

Di solito, mi aiuta.

Sì, solo a rifornirmi per i pianti di notte.

Ho paura, non dormo.

Mi sento scoppiare il cuore e ho bisogno di qualcuno che mi sostenga. Ho bisogno della mia mamma.

Ho bisogno di qualcuno che mi faccia uscire via da questa merda di vita che sto vivendo.

Ho bisogno di un abbraccio, un bacio colmo di passione. 

Ho bisogno di tornare a casa la sera e trovare qualcuno da abbracciare sul divano o sul letto.

Un uomo? Un cane?

Beh, non sarebbe male come alternativa. Nemmeno un gatto mi dispiacerebbe.

Mi manca dormire nel lettone con mamma, abbracciata a Mr. Pringles, all'orsacchiotto bianco che mi manca tanto.

Innuendo (Sospesa per Remastering)Where stories live. Discover now