ONE STAR OF A MILLION-una stella su un milione

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«É stato un completo disastro sta sera» disse Hilary varcando la soglia della torre tirandosi su il copri spalle per il freddo.

Tom notò un'espressione accigliata sul volto della ragazza, per la prima volta sembra giù di morale e sopratutto sembrava aver abbassato la guardia.

«Dopo questa toglieranno il ruolo del prefetto ad Aiden»

«Con Lumacorno?» domandò lei avvicinandosi alla ringhiera e Riddle la imitò.

La fissò negli occhi con espressione convinta e nella testa della Serpeverde iniziò a comparire l'idea che l'altro avrebbe preso il posto di Aiden Yaxley.

«Lavoreremo insieme a quanto pare» rispose lei.

Vide un minimo cenno di sorriso da parte di Tom, almeno, credeva di aver lo visto, ma forse era solo un gioco di luci.

«Comunque per la questione...horcrux» parlò guardandolo più intensamente.
«Non pensare troppo male, ma tante volte la curiosità sfocia in cose inimmaginabili»

«Come hai scoperto questa arte» chiese guardando il cielo.

«In Italia tanto tempo fa»

Flashback
La neve cadeva delicata sul terreno mentre una carrozza dai colori argentei si fermava davanti al castello della famiglia Idenas. Hilary osservava le figure dei suoi nonni materni varcare la soglia della grande porta, avvolti da abiti dai colori spenti, senza troppi ornamenti, mentre il padre della ragazza, Robert Idenas, accoglieva i due anziani.

La ragazza sospirò, come ogni vigilia di Natale i suoi nonni erano venuti per una cenetta intima. Quella sera non aveva molta fame, i pasticcini con il tè di qualche ora prima l'avevano riempita a sufficienza.
Si staccò dalla finestra della biblioteca e continuò, in giro per la stanza, la sua ricerca di qualche altro libro sull'alchimia che non avesse ancora letto. Migliaia e migliaia di libri erano disposti in ordine alfabetico sulla gigantesca libreria, con copertine rovinate dal tempo e l'odore di pergamena che invadeva la stanza.

Un libro dalla copertina nera in pelle attirò la sua attenzione. Era in alto, tra un libro di mappe astronomiche e uno di famoso alchimista; ammise di non averlo mai visto prima, anche se gli angoli sembravano schiacciati e rovinati. Nonostante fosse già alta per i suoi tredici anni, neanche allungando le braccia e mettendosi sulle punte, funzionava per afferrare il libro, così optò per la scala scorrevole con cui riuscì a prenderlo.
Dall'alto lo lanciò sul divanetto in velluto rosso scuro e subito dopo si sdraiò su quest'ultimo, incurante del fatto che avesse dovuto già essere qualche piano più sotto a salutare i nonni.

"Segreti dell'arte più oscura"

Il titolo del libro era in rilievo scritto in argento in una calligrafia strana, con la coda della "S" che si allungava fino al bordo.
Era strano, parecchio, era più grande del normale e la prima decina di pagine erano completamente vuote e ingiallite.
Hilary aprí una pagina a caso, più o meno verso la metà dove c'erano dei disegni confusi, dove si potevano solo intravedere dei volti disperati e delle figure magre e contorte; erano degli Inferius, descritti letteralmente come delle marionette, morti che ubbidiscono agli ordini di un determinato mago. Le parole erano così fitte e la descrizione così cruda che alla ragazza salí un senso di angoscia, lei era fatta così, non importava che tipo di libro avesse tra le mani, la lettura per lei era così intensa che si staccava completamente dalla realtà, facendola vivere nel libro così intensamente da dimenticarsi in che luogo si trovasse.

Pensava fosse irreale che qualcuno potesse fare una cosa del genere, non era una cosa umana, ma nonostante ciò rimase affascinata e incuriosita da quel libro.
L'ultimo capitolo era dedicato a degli oggetti chiamati "horcrux", di cui Hilary rimase ammaliata, il modo in cui erano descritti era singolare, rispetto agli altri capitoli la spiegazione era meno dettagliata, le illustrazioni erano più sbiadite e confuse, ma il concetto si capiva, era chiaro.
Si perse in quel capitolo, immaginava come sarebbe stato creare un horcrux, raggiungere l'immortalità e frenare la paura della morte. Sapeva che quel pensiero non avrebbe dovuto mai e poi mai passare nella testa di qualcuno, andava oltre il concetto di "sbagliato", ma la sua mente era talmente vivida che non riusciva a non pensarlo.
Sì inquietò, sentiva una stranezza sensazione premerle il torace, le sembrava quasi di soffocare immersa da quelle parole, ma dentro di se trovava giusto quel ragionamento, nonostante fosse estremamente egoistico.

EvolWhere stories live. Discover now