Capitolo 39: Del buono in lui.

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È passata una settimana dal weekend in bianco ed in casa si è creato un muro. Tra me e Priya.

Lei non mi parla ed io sono per fatti miei che non parlo con nessuno.

Sono troppo amareggiata da questi ultimi giorni.
Da Max a Chris, Bryan, da Hardin a Lee e Priya.
Una cosa dopo l'altra e sono davvero stanca.

Non so in che mood domani pomeriggio comincerò il famoso stage con quella linea di abbigliamento famosa, ma iniziare mi farà sicuramente respirare aria nuova. E non sarebbe male.

Max è da qualche giorno che prova a chiamarmi, ma io non rispondo. Ho davvero tanto bisogno di riflettere. Anche Chris ogni tanto mi ha scritto qualche messaggio, ma ho usato lo stesso trattamento con lui.

Per di più, questa mattina in particolare, non ho voglia di far niente.

Mi sollevo dal letto stirando i muscoli e, sbadiglio come meglio posso, come per liberarmi da tutto. Ma sfortunatamente, così non funziona.
Ci vuole più di uno sbadiglio.

Indosso le pantofole e, dopo essermi data una lavata in bagno, mi dirigo verso la cucina.
È da una settimana che muovermi nella mia stessa casa, mi crea disturbi allo stomaco. Sono davvero nervosa tutte le volte che penso d'incontrare Priya o il suo muso lungo. Chissà quante me ne starà dicendo a quest'ora insieme a Lee.

Apro la porta e vado in cucina.
Faccio un mezzo balzo quando vedo Priya che sta racimolando l'ultima goccia rimasta di yogurt dentro il vasetto.

Non mi guarda, ne proferisce parola.
Rimane lì, come se fosse lei l'umano ed io il fantasma. E, da bravo fantasma, mi comporto da persona invisibile.

Prendo due uova in frigo e ad accendo il fuoco per metterci la padella.

L'aria è così tirata e tagliente che se sollevassi questo uovo in aria, si taglierebbe perfettamente a metà.
Sento solo il rumore di ciò che sto afferrando e usando, mischiato al suo cucchiaio che pulisce il vasetto.

Poi improvvisamente, lancia lo stesso cucchiaino dentro il lavello, butta lo scarto dello yogurt e si rifila in camera.

Io l'ho guardata mentre faceva queste cose, ma lei zero. Nemmeno con la coda dell'occhio.

Mentre ascolto lo sfrigolio delle uova che si friggono in padella, rimango fissa a pensare.
A Londra la mia vita non era così. Avevo tanti amici, li conoscevo come le mie tasche e sapevo sempre come comportarmi con loro.

E per riavere Hardin, ho lasciato tutto quello, e mi sono presa degli sconosciuti a carico.

Li conosco da qualche mese, gli voglio sicuramente bene, ma non ci conosciamo poi così tanto.
In effetti, questa è la prima nostra litigata seria.

Nessuno mi dice che sarà l'ultima, ne tanto meno la prima e la sola. Litigheremo tante volte ma dobbiamo sempre essere pronti a perdonarci.
In questo caso, a perdonarmi.

Inaspettatamente, sento il clacson di una macchina in strada. Mi affaccio dal bancone della cucina e, con grande sorpresa, c'è Chris con la sua grande auto.

Guarda verso questa parte e penso voglia significare che devo scendere. Vorrà parlarmi ancora di qualcosa, convincermi di qualcosa.

In ogni caso, senza rendermene conto, sto già andando verso la stanza per prendere la felpa e scendere di corsa.

Non posso ignorarlo anche così, sarebbe davvero troppo scortese. Lo ascolterò parlare ma gli dirò che comunque voglio il mio tempo ed in ogni caso, io e lui possiamo essere solo amici.

Max Level. || Arón PiperWhere stories live. Discover now