Capitolo 6: Voglio vedere papà.

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Sollevo i jeans fin sopra la vita e allaccio i due bottoni. Mi guardo allo specchio.
Questi jeans mi fanno un sedere assurdo.

Metto una felpa nera corta fin sopra l'ombellico, poi prendo zaino e giubotto. Guardo il telefono e c'è un messaggio di Max:
«Sono sotto.»
Sono contenta di aver ripreso il rapporto che avevo con lui, mi sento meno sola.

Dopo ieri notte si è offerto di accompagnarmi al motel, farmi preparare per le lezioni e tornare anche a riprendermi. La sua presenza non mi dispiace. Per di più ha detto che mi aiuterà a cercare un appartamento in zona che posso permettermi.

Poso le chiavi alla receptionist e mi affretto a raggiungere Max all'esterno. E' un incanto di ragazzo: Jeans chiari, anfibi marroncini, camicia bianca, giubotto e zaino di pelle neri, corti capelli arruffati ed quell'espressione mentre è applicato sul telefono. Tutta questa meraviglia mentre sta seduto sulla sua moto. Una di quelle modo di grossa cilindrata, della quale non ho mai capito il modello. Adoro questa moto perchè è tutta nera con qualche dettaglio opaco, dello stesso colore.

Dio, cosa gli farei in questo momento. Mi avvicino e lui mi nota subito. Solleva di scatto la testa e mi sorride.

«Ciao piccola.» Dice, porgendomi il casco.
«E tu?» Domando, riferendomi al casco. Indosso il mio e lui mi guarda dal vetrino che mi protegge gli occhi. Ci stampa un bacio e mi sorride.
«Prima devo proteggere te.» Mormora, con quella voce calda.

Salgo dietro e cerco di tenermi a lui, anche se lo zaino tra di noi me lo impedisce. Quindi decido di tenermi attaccandomi dietro e finalmente partiamo.
Questa moto è forminabile e anche Max, sembrano fatti l'uno per l'altro.

Mentre sto qui, ad assaporare quest'aria di libertà su questa moto, penso proprio a noi due. Non abbiamo mai definito questo nostro rapporto, se non semplicemente che ci siamo l'uno per l'altro, ci proteggiamo, ci desideriamo, ci cerchiamo continuamente. Ma non abbiamo mai avuto un trasporto sentimentale. Non so bene come definirlo, so solo che forse, in tutta la mia vita, questo con Max è il rapporto più vero e sincero che io abbia mai avuto, se non l'unico. E' come se mi leggesse la mente e mi conoscesse da una vita. E viceversa.

Entriamo all'università e poco prima di raggiungere il parcheggio, scorgo Chris scendere dall'auto. Lui sembra guardare verso questa direzione, come se mi potesse vedere da dietro il casco. Io lo guardo pure. Dalla sua auto escono anche un'altra ragazza bionda e il mio amico Lee che mi è mancano un pò in questi giorni. Chissà dov'è stato. La ragazza bionda si avvicina a Chris e lo abbraccia.

Lui, passa dallo guardare me a sorridere verso quella ragazza. Io mi giro dall'altro lato. Non so bene cosa prenda a questo ragazzo. Un attimo prima mi offre i suoi passaggi e mi parla, quello dopo sembra non sia neanche capace di guardarmi, anche se poi mi fissa da lontano. Magari oggi chiederò a Lee.

Max parcheggia e poi mi aiuta sia a scendere che a sfilare il casco dalla testa. Mi sistemo i capelli velocemente. Lui mi solleva il mento e, dopo avermi sistemato una ciocca dietro l'orecchio, mi guarda dritto negli occhi. Io e lui adoriamo guardarci negli occhi, è come se ci dicessimo tante cose.
Come se ci salvassimo a vicenda.

I suoi occhi, in particolar modo, dicono molto più di quanto possa dire lui stesso a parole.

Poggia la fronte contro la mia e sorride.
«Ci vediamo all'uscita, ok?» Mormora. Io annuisco sorridendo. «Ti accompagno al Motel..» Prende un sospiro profondo. «..prendi un pò di vestiti e stanotte dormi da me?» Domanda.

Mi distanzio per vedere se è serio o meno e mi sta guardando fisso negli occhi. Mi avvicino a lui lentamente, gli sfioro le labbra e sussurro:
«Vedremo.» Per poi ridere.
Mi giro e vado via, lasciandogli la bella vista del mio sedere.
«Oh Vanessa!» Urla lui, ridendo.

Max Level. || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora