Capitolo 40: Oggi?

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Lego i capelli in una coda alta.
Li sciolgo.
Faccio una treccia.
Li sciolgo.
Faccio uno chignon.
Li sciolgo.

Sospiro rumorosamente in presa all'ansia: è il primo giorno di stage e già sono nel panico solo per i capelli.

Tuttavia, l'outfit è ok: Un paio di jeans mom fit, una camicia bianca ed un cardigan nero che cade leggero. Il tutto abbinato a dei tronchetti neri. L'unico problema sono questi capelli.

Sento bussare alla porta e sbuca Priya con in mano il suo zaino. Le faccio cenno di poter entrare.

«Sono venuta a dirti "Buona Fortuna".» Enuncia.
Le sorrido mentre afferro dei fermagli per questi capelli. Lei sbuffa una risata e, afferrandomi per le spalle, mi accompagna a sedere sul bordo del letto, mi toglie tutto quello che ho sui capelli e me li pettina.

Comincio a respirare più tranquillamente.
«Andrà tutto bene, lo sai.» Ribadisce.
Mi fa una piccola treccia laterale che mi tira indietro i capelli da un lato, ferma il tutto con un fermaglio perlato e lascia cadere il resto sulle mie spalle. Sembro più ordinata.

Mi alzo per ringraziarla non una, non due, ma almeno cento volte. Ma lei mi ferma:
«Volevo anche dirti che stasera quando tornerai, io sarò da Aaron, dormo lì.»
Arriccio le labbra con il broncio e la guardo di sottecchi.
«Mi lasci sola il primo giorno di stage?» Domando, mugolando dei lamenti.

«Puoi chiamarmi quando finisci, se vuoi.» Propone.
Stanotte non ho dormito neanche un po' dal nervoso, quindi credo che al ritorno l'unico mio pensiero sarà il mio bel lettino a casa. Ma questo a Priya non lo dirò, adesso.

Mi limito ad uscire di casa, con lei, per poi prendere strade separate.

Devo prendere un autobus e farmela un po' a piedi per arrivare all'indirizzo, peccato che la fermata è la stessa fermata di quella notte, quando quel tizio mi ha aggredito.

Mentre cammino guardo il boschetto, lasciandomi immaginare Max che entra lì dentro e lo pesta, col suo desiderio di vendetta senza eguali. E adesso eccoci qui: non gli parlo da qualche settimana, ne tanto lo meno lo vedo, ma questo perché lui stesso pare stia frequentando di meno.

Mi piacerebbe sapere come sta Thomas, ma per farlo dovrei parlare con lui, e non è il caso per me.
Devo ancora capire molto.

Arrivo di fronte ad un edificio scuro, molto alto.
Ecco qui un nuovo capitolo della mia vita.

Mentre lo guardo in ogni sua sfaccettatura, fantasticando su dove lavorerò, incrocio lo sguardo con una ragazza che sta all'ingresso:
Lunghi capelli corvini, bel fisico ed elegante ma non troppo. Quasi come me.

Fuma una sigaretta e, dopo aver posato il cellulare nella borsa, si alza e va nella mia direzione.

Rallento il passo.
Forse lei è Martha, la ragazza che mi ha chiamato per lo stage.

Butta la sigaretta a terra è fa una piccola corsa. Mi fermo, stringo la carpetta al petto e la guardo.

Si avvicina e posso vedere i suoi grandi occhi azzurri incrociarsi ai miei. È davvero una ragazza bella.
«Ciao.» Pronuncia. Ricambio il saluto. «Tu sei Martha?» Mi chiede.

Sbuffo una risatina e portando indietro i capelli, scuoto la testa.
«Oh, perdonami. Pensavo fossi un'altra persona.» Dice, ridacchiando.

Fa per andarsene ma la blocco.
«No aspetta, stiamo cercando la stessa persona.»
Lei si gira e mi sorride.

Indossa un paio di pantaloni verde militare ed una camicetta leggera, bianca. Le posso vedere sotto.

«Piacere.» Mi stende la mano. «Io sono Nova.»
Afferro la mano. Che bel nome.
«Io sono Vanessa.»

Max Level. || Arón PiperWhere stories live. Discover now