Capitolo 3: Vai a piedi, Scott?

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«VANESSA!!»

Urla Hardin dall'altra parte della strada. Mi giro di scatto, quasi come se fosse un meccanismo istantaneo.
E' da solo.
Si avvicina energico verso di me.
Verso di noi.

Guarda verso Chris camminando.
Mi metto in mezzo e lui si blocca.
I nostri sguardi si scontrano.
Sta cercando di leggermi il pensiero, di capire cosa sto facendo in questo momento. Ed io sto pensando alla nostra discussione, quella di ieri, ma mi gira ancora la testa per via della sbronza e ho la mente un pò distorta.

«Sei ubriaca?» Mormora lui.
Non rispondo e questa cosa l'ho innervosisce.
«Sei stato tu? L'hai drogata?» Mi scavalca, precipitandosi su Chris.
Non ho la forza di reagire. Cerco solo il modo più efficace per non vomitare.
«Ma tu chi cazzo sei? Suo padre?» Domanda Chris.

La vista comincia ad annebbiarmi ed indietreggio dalla situazione per prendere più aria. Se solo Chris sapesse chi ha davanti non parlerebbe così. Tutte le volte che ho visto Hardin fare a botte c'è sempre stato un solo vincitore: Hardin.

Temo che possa finire male da un momento all'altro ma non ho davvero la capacità fisica e mentale per reagire.
«Sono suo fratello!»

Poi, per fortuna, rigira le sue attenzioni verso di me. «Vez, mi spieghi che fai qui? Sei qui da due giorni e già partecipi alle feste con Jace.»
Continuo a non rispondere, mi gira la testa.

Deve smetterla di parlare e farmi respirare un secondo.
«Andiamo, ti riporto a casa.» Dice afferrandomi per il braccio.
Lo scanso malamente e faccio due passi indietro da lui.
«Tu non mi dici cosa devo fare, Hardin. Non stavolta. Andrò a casa da sola.»
Prendo un ultimo respiro profondo e mi giro.
Nella mia testa è tutto chiaro, so come tornare a casa ma dall'altra parte ho paura di fare una stronzata.
«Vez, ascoltami.» Hardin si piazza di nuovo di fronte a me, mettendo le mani avanti.
«No Hardin, ascoltami tu!» Enuncio. «Ora tu mi lasci andare al mio Motel senza rompermi le scatole.» Riesco a zittirmi in tempo.

Che cosa diavolo sto facendo?

La faccia di Hardin è un mix tra stupore e tristezza, ma so il motivo. Mi sembra di sentire i suoi pensieri nella mia testa, mi sembra di essere collegata a lui col bluetooth. Sta male. Lo vedo.

«Stai in un Motel?» Domanda quasi come se stesse parlando da solo con se stesso.
Decido, ancora, di non rispondere.
Lui mi afferra per le spalle.
Non mi muovo, sembra sia davvero rattristito.

Mi stampa un bacio sulla fronte e, dopo avermi guardato un'ultima volta.
«Ti porterò via.»
Sussurra ad un centimetro dalla mia faccia. 
Lo spingo e, così facendo, lo obbligo ad andare via.

Mi viene da piangere.
Ho una nodo alla gola. Come se non volessi tutto ciò. Come se non volessi davvero tutta questa situazione tra me e mio fratello. Poi ripenso a ciò che mi ha fatto e, semplicemente, mi passa.

Il viaggio di ritorno con Chris è stato molto silenzioso, quasi del tutto.
Abbiamo parlato solo per fargli capire dove si trovasse il mio Motel ma non mi ha fatto nessun'altra domanda per fortuna.

Mi ha solo chiesto quando sono scesa dalla macchina: «Ti rivedrò?»

A cui io ho risposto con una bella sportellata in faccia. Ho questo difetto.
Questo dannato difetto di allontanare le persone da me solo per il gusto di farlo.
Non ho un vero e proprio motivo per restare sola ma puntualmente mi ritrovo a far i conti con il mio atteggiamento scontroso.

Non do la colpa ad Hardin o a ciò che ho passato, o almeno il mio psicologo mi ha detto di fare così: smetterla di trovare colpe da addossare e pensare positivo. Dio, che cosa ridicola.

Max Level. || Arón PiperWhere stories live. Discover now