Capitolo 36: Vanessa Scott.

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TESSA

Io ed Hardin ci teniamo per mano uscendo dal ristorante, è stata una bella cenetta.

Le voci della Hall ci precedono fino a fuori.

«Ti dispiace se andiamo da Vanessa a vedere come sta? Che sta facendo?» Mi domanda.

«Non mi dispiace assolutamente, vorrei farti solo una domanda: vuoi andarci visto quello che sta succedendo lì?» Chiedo.

Lui si gira dall'altra parte astenendosi dal dare la sua risposta.

Cominciamo a camminare ed io riprendo a parlare.
«Mi avevi promesso che l'avresti lasciata respirare in questo viaggio.» Dico.

«E così è stato, o sbaglio? L'ho lasciata fare di tutto, anzi non so proprio cos'abbia fatto e l'ho avuta a qualche metro da me praticamente sempre.» Risponde, spazientito.
«Ed è stato così male?»
Non risponde.

Mi fermo e blocco il suo viso tra le mie mani, richiamandolo. Lui scuote leggermente la testa e poi, sospirando, afferra le mie mani.

Adoro convincerlo sempre a cambiare idea. Socialmente quando si tratta di sua sorella.

Improvvisamente veniamo raggiunti dal suo amico Nate.

«Sono usciti dei nomi pazzeschi fino ad ora, fratello devi venire.» Ripete per la terza volta Nate, guidandoci verso la porta.

Hardin mi guarda, cerca il mio consenso. Non so se voglio vedere i 10 nomi delle ragazze usate per essere scritte su quella lavagna però so che Hardin muore dalla voglia di vedere di chi si vanterà mai Jace di aver portato a letto.

Lo prendo per mano e annuisco piano. Lui stringe forte la mia mano ed insieme seguiamo Nate verso la Hall del cottage.

Una banda di ragazzi, tanto alcool e voci. Voci urlanti a destra e sinistra. È un vero caos.

Poi, in mezzo alla Hall sentiamo solo la voce di Jace ma non riusciamo a vedere la lavagna, cerchiamo così di farci largo tra i ragazzi.

«Al secondo posto: Connie Evergreen!»
Un boato segue il nome.
Io conosco quella ragazza e non pensavo davvero potesse concedersi in un evento simile, la facevo più intelligente.

Un ragazzo, mai visto, sta in piedi nel mezzo della folla fingendo degli inchini. Sarà stato lui a portarsela a letto.

La gente comincia a spingere visto che sta per arrivare il primo ed ultimo nome.

Hardin è troppo attento a me e questo ci rallenta, io intanto tento di ascoltare Jace.
«Non è stato facile!» Dice urlando. «Ma ne è valsa la pena. Anche per per lei.» Tutti fanno un boato compiaciuto.

Sto per vomitare, non so se sia stata una buona idea. Questi ragazzi sono decisamente più alti di me, mi faccio largo tra i loro corpi ammassati per vedere la lavagna. Riesco a vederlo da lontano, ha un bicchiere in mano e sta sussurrando all'orecchio di un tipo qualcosa.

Forse il nome della sua "vittima"?

Poi si rivolge alla platea e tutti si scostano per vedere il nome, oscurandomi di nuovo la vista. Hardin mi tira in avanti mentre Jace riprende a parlare. «Adesso è a letto che non riesce ad alzarsi.» Dice, ridendo.

Tutti ridono dietro di lui. Finalmente riusciamo a raggiungere la prima fila. Tra i divani scorgo subito quei capelli rosa, è Molly e sta ridendo di gusto.

Poi un boato.
I ragazzi urlano fortissimo.
Più di prima.
Urlano e spingono così forte che non riesco più a capire dove mi trovo.

Scendo gli scalini verso i divani ma Hardin non mi segue. Mi giro.
Ha lo sguardo letteralmente omicida.

È furioso, nero. Mai visto tanto sangue circolare così velocemente al cervello.
Le vene gli pulsano nelle mani talmente le stringe forte.

Serra i denti e guarda fisso. Guarda fisso verso la lavagna. Verso Jace, che è troppo impegnato a prendersi gli applausi per accorgersi di noi.

Poi, guardo anche io la lavagna.
Il suo nome è scritto a lettere cubitali:
VANESSA SCOTT.

In un secondo capisco. Mi è chiaro cosa fare. Corro da Hardin.
«Guardami. Guardami.» Non lo fa. «Hardin, dobbiamo andare via da qui. Hai bisogno di calmarti.»
Sembra non sentirmi. Forse per il troppo baccano attorno a noi.

Cerco di scuoterlo, ma è una statua, trema dalla rabbia.

«Ehi, c'è Hardin.» «Cazzo, è arrivato Scott.» «Ora sono dolori.» La gente ci mormora in giro. Ci guardano.

Mi giro e Jace mi sta guardando. Mi guarda da dietro il suo cocktail, con uno sguardo compiaciuto.

Hardin è così furioso che non riesce a muoversi. Ed è un bene, se lo prendesse ora, lo ucciderebbe con due soli pugni ben assestati.
«Scott, se scendi a picchiarmi perché mi sono fatto tua sorella.. sappi che ne sarà valsa la pena.» Enuncia.

Tutti ridono, di nuovo. Ho così paura che Hardin reagisca in questo momento. In un secondo lui scende lo scalino, con un passo deciso e, preso dalla rabbia, si avvicina a Jace.

Ma una voce dietro di noi ci ferma.
«Che sta succedendo qui?»
Mi giro. È il professore di storia, il professor Brooks. Strano per essere le 4 e per essere lui sveglio.

Si guarda in giro, non sembra disturbato dall'alcool o dal fatto che molti stanno festeggiano alle 4 di notte, visto che domani dovremmo ripartire per tornare a casa. Alcuni si defilano e attorno a noi non restano molte persone.

«Stavamo facendo un gioco, prof.» Enuncia Jace, sicuro di averla scampata.

Questo ragazzo per oggi ha avuto abbastanza compiacimenti.

«È tardi per i giochi, ragazzo.» Poi da un'occhiata alla lavagna. In un attimo, la sua espressione cambia. Colpito da qualcosa. Non so capire da cosa.

«Le interesserebbe sapere che gioco è..» Dice Hardin sorridendo.

Mi giro incredula. Sembra che il nervoso sia parzialmente sfuggito dal suo corpo. Il professor Brooks lo guarda.
Si guardano fissi dentro gli occhi.

«Il mio amico qui..» Si avvicina a Jace e gli butta una mano sulla spalla con forza. «..Jace, stava festeggiando insieme a tutti per essersi portato a letto la ragazza più figa e difficile del campus.» Tutti ridono alle parole di Hardin. «Sono cose naturali infondo.» Continua dicendo.

Prendono in giro quel professore. Io l'avrei usato come una guardia, come un poliziotto ma Hardin no.
Hardin lo sta sfottendo?

Non riesco a capire, fino a 5 minuti fa era davvero furioso. Non riusciva a muoversi dalla rabbia e adesso si trova a 2 centimetri dal corpo di Jace, senza fargli male.

Jace ride pure e beve un altro pò del suo cocktail. In realtà, pare nervoso.

Sembra davvero un weekend dalle regole libere qui, pure davanti ai professori.
Hardin si gira verso la lavagna.

«A giudicare dalla misura del nome direi proprio che ti sia aggiudicato Vanessa.»
Il professore diventa subito serio.
«Adesso vado. Mi aspetta la sveglia alle 6:45.» Conclude, sfidando di nuovo con lo sguardo il professore.

Non riesce a tenere a lungo la farsa così, esce di scena senza continuare oltre. Il professore resta lì fisso.

Jace sbuffa di nuovo. Mi giro, vado decisa verso di lui e gli tiro uno schiaffo ben assestato.

È uno schifoso che gode nel vedere la gente avvelenarsi per lui.

Lo sto facendo per questo, giusto?

Io seguo Hardin tra le voci di tutti che mormorano sia su di noi che sul prof. Brooks.

Aspetta.
Brooks? Professor Bryan Brooks.
Ma non sarà l'ex di Vanessa?

Max Level. || Arón PiperWhere stories live. Discover now