Capitolo 42: Per amore.

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MAX

Voglio aprire gli occhi il più lentamente possibile ed assaporare il momento.
Lei è ancora qui. Accanto a me.

È bellissima.
Ha i capelli scompigliati dalla notte, rannicchiata nel suo angolo. Una maglia più grande di lei e dei larghi pantaloni scoloriti, probabilmente il pigiama più semplice che ha.

Respira piano, quasi in modo impercettibile.
Le guardo il viso, non ha un residuo di trucco ma ha gli occhi scavati dal sonno. Forse è la prima volta dopo settimane che prende pieno sonno, come me.

È davvero la più bella.

Come ho fatto a perderla?
Perché ci siamo fatti questo, Vanessa?
Ci siamo uccisi più da separati che da uniti.

Vengo distratto dal suo telefono che vibra.
Sono le 3:29 del mattino.
Chi cazzo è?

Calmo Max. Non sono più affari tuoi.

Eppure sono così tentato.
Avvicino la mano e lei si muove.
Si muove per cambiare posizione ma dorme ancora.
Afferro velocemente il telefono e accendo la schermata.

Potrebbe essere un'emergenza.
Mi ripeto questo in testa, così decido di guardare.

Chiudo gli occhi come se mi avessero accoltellato dieci volte, sempre più forte nel cuore.

È Chris:
«Non riesco a smettere di pensare al nostro bacio..»

La guardo.
Non è possibile.
È come se avessi sempre avuto ragione. Tra di loro c'era qualcosa. A lei piaceva lui e a lui piaceva lei.

Improvvisamente, lo spazio a letto si fa stretto ed io voglio andarmene.
Lascio il telefono e mi alzo.

Mi ha fatto le corna anche mentre stavamo insieme?

Cammino avanti e indietro e non so se voglio rompere qualcosa o piangere disperatamente.

Di quali corna sto parlando? Non stavamo insieme.
Ed io ho fatto di peggio: Stavo per scoparmi Kitty. Stavo letteralmente facendo peggio.

E Vanessa non lo meritava.
Io questo, invece, me lo merito.
Non posso arrabbiarmi per il fatto che lei sia andata avanti, ne ha tutto il diritto dopo quello che le ho fatto.

Ma cazzo.
Lei era mia e dovrebbe essere sempre mia.
Non riesco ad abbandonare quest'idea.
Ma dovrei farmene una ragione.

Ho bisogno di andare via da qui.
Ma no da questa casa e nemmeno da questa città. Ma andare via da questo pianeta.

Entro dentro il market e guardando lo schermo sembro davvero uno di quei ladri che agiscono di notte. Un punto nero tra tante cose colorate.
Mi dirigo verso il reparto degli alcolici, passando per quello dei dolci.

«Max, ti piacciono questi? Sono al caramello.»
Mi giro di scatto.

Credevo di aver sentito la sua voce.
Ma lei non c'è.
Sta succedendo di nuovo: la sto immaginando con me.

Continuo a camminare spedito.
Mi fermo davanti lo scaffale degli alcolici e comincio a pensare a cosa può veramente farmi ribaltare.

«Sei più da Vodka o da vino?»

Mi porto la testa tra le mani.
Esci dalla mia testa, Vanessa!

Mi guardo in giro, ho gli occhi che pizzicano.
L'alcol non basta.
Non mi basta.
Non c'è niente che possa farmi dimenticare la mia vita.

La mia Vanessa. Mio nonno. Thomas.
Non c'è niente che io possa fare.
Non più.

«A meno che ti raggiungo, nonno.»
Sussurro tra me e me, tenendo una mano sullo scaffale.

Max Level. || Arón PiperWhere stories live. Discover now