Capitolo 7: Lei è lei.

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Arriviamo al Motel, sempre in moto.

Max parcheggia lì vicino e scende insieme a me ma non mi segue.
«Sicuro che non vuoi salire in camera?» Domando.
«Per quanto la proposta sia allettante, preferisco aspettarti qui.» Risponde lui.

Detto ciò, entro nel Motel, prendo le chiavi e mi affretto a prendere le mie cose in camera.
Prendo il borsone e metto qualche cambio per ogni tipo di evenienza: una festa, un uscita o una cena fuori. Non si sa mai.

Poso lo zaino, domani non avremo lezione, infatti non vedo l'ora di dormire più tempo anche se accanto a me avrò Max.

A proposito, tolgo i vestiti sporchi. Mi faccio una doccia rapida. Metto nel borsone per stasera anche le cose per un eventuale doccia domani mattina.

Apro la valigia ed indosso il mio intimo che adoro: un brasiliano di pizzo e reggiseno a balconcino sempre pizzo, tutta color rosa antico.
Adoro questo colore.

Metto una delle mie maglie lunghe a metà coscia, indosso dei collant sotto e metto gli scarponcini.

Mi metto un filo di trucco così da poter posare anche i trucchi nel borsone.
Metto il giubbotto e mi sbrigo a scendere, sperando di non averlo fatto aspettare troppo.

Ma mentre mi affretto ad uscire vengo richiamata dalla receptionist:
«Signorina Scott, mi dispiace disturbarla ma volevo comunicarle che sono finiti i suoi giorni di soggiorno.»

Mi viene un colpo.
«Avevate detto che potevo restare finché potevo. Vi pagherò ancora.»

In quel momento entra Max. La receptionist lo guarda, pare confusa.

«Lo so, è la nuova politica del Motel. Ogni tot cambiamo i nostri ospiti. Mi dispiace.»

E sembra davvero dispiaciuta, be infondo è il suo lavoro. Ma è comunque una merda. Sapevo sarei andata via da lì, ma così mi sento buttata fuori. Non ho neanche dove andare a stare.

«Max, non posso venire da te stasera, mi sa che dovrò andare da Hardin. Ho le valige ed i borsoni, non possiamo caricarli sulla tua moto.» Avrei voluto tanto dormire con lui ma mi sa che mi tocca davvero chiedere aiuto a mio fratello.

«Sistema le tue cose e ti vengo a prendere tra una decina di minuti con la macchina, che problemi ci sono?» Domanda, come se fosse tutto facile.

«Dovrei comunque posare quelle cose da Hardin..» Dico, prendendo il telefono per fare il suo numero. Max me lo scansa e si avvicina a me.

«Puoi trasferirti da me, se vuoi.»

Lo guardo.
Dalla sua faccia non sembra dispiaciuto, be neanche io sarei dispiaciuta all'idea ma temo di una cosa, una cosa di cui sono fermamente convinta.

«Se vivessi con te, si perderebbe tutta la nostra magia.» Dico, sorridendo.

È la verità, la convivenza è una cosa magnifica ma a lungo andare, per due come noi che non stanno neanche insieme, può diventare letale. E poi adoro questo rapporto con Max che non so mai quando lo rivedrò ma so che accadrà. Meglio di no. Digito il numero di Hardin ed esco fuori.

«Pronto? Vez?» Risponde quasi subito.
«Ei. Senti, il motel mi caccia via per una stupida nuova politica dall'ospitalità del cazzo. Sai dove potrei andare?»

«Vieni qui. Vado a sistemarti la stanza.» Dice subito, quasi contento. Ma io non voglio stare neanche con lui e Tessa. Non lo so, in qualche modo mi piaceva stare nella mia indipendenza senza dar conto a nessuno.

«No no. Mi chiedevo se potessi chiedere a papà di procurarmi una di quelle stanze all'università o uno di quegli appartamenti. Ho i miei risparmi per mantenermi, possono bastare per qualche mese finché non trovo un lavoro.» Pronuncio.

Max Level. || Arón PiperOù les histoires vivent. Découvrez maintenant