f o u r t y o n e

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we will never get married,
like never in a million years

-troviamo un prete e sposiamoci. Quanto sarà difficile- ripetè Harry per la terza volta.

Elena era ancora senza parole che cercava di collegare due neuroni e formare almeno un pensiero, nemmeno una frase.

-ti ho sconvolto così tanto?- chiese l'inglese ridacchiando appena per stemperare la tensione.
-sì, parecchio- deglutì vistosamente continuando a guardare dritto davanti a lei con gli occhi sbarrati.

Caló un silenzio imbarazzante e nervoso.

-quindi...- la incalzó.
-quindi cosa, Harry? Come pensi che reagisca? Cosa vuoi che dica? Non ci vedevamo da più di due anni e poi mi ha chiesto di passare una notte con me e adesso te ne esci con questa cazzo di bomba!- gridó.

-non ti sei ricordata di noi stasera?-
-certo, ma non posso di certo mollare Kyle così da un giorno all'altro. Hai idea di cosa direbbe la stampa?-
-ammetti che hai solo paura, perché dopo questa notte ho realizzato che non te ne sbatte un cazzo di quello che dicono i giornalisti-
-e va bene, porca puttana, ho paura di essere ferita da te!- urló dando un colpo al volante davanti a lei.

-perché?-
-e me lo chiedi pure? In sei mesi mi hai dato tante di quelle chance per dubitare di me. Tutte le volte in cui mi hai tradito anche se non stavamo insieme, la tua gelosia, tutte le volte che abbiamo litigato e ti sei a sbattere delle puttanelle solo per farmi sentire uno schifo, come se fossi uno schifo-

La sentì singhiozzare appena anche se sapeva benissimo che non avrebbe pianto, non avrebbe mai versato una lacrima per lui.

-Elena, ti prego, sono cambiato-
-le persone non cambiano, soprattutto tu, e lo sai benissimo- le scappó una risata scarcastica e rassegnata.
-sai benissimo anche ti ho sempre amato-

La bionda uscì dall'auto e si mise appoggiata sul cofano dell'auto, prima che Harry potesse seguirla fuori, lei schiacció il pulsante sulle chiavi della macchina per chiuderne le porte.
-ma ti è dato di volta il cervello, cazzo?- inizió a battere sul parabrezza della Lamborghini con una certa insistenza, non gli piaceva per niente essere rinchiuso lì dentro.

-tu continui a ripetere questa frase della minchia e io non so nemmeno che cosa significa- sbuffó.
-lascia che mi spieghi: Kyle ti ha mai detto che ti ama?-
-no perché lui, a differenza tua, non ama affrettare le cose-
-lui, a differenza mia, è un coglione. Come può non amarti dal primo momento che ti ha visto- disse serissimo spiazzando Elena.
-senti, so che dici che non sei abituata a ricevere amore, ma ti prego capisci che io sono qui per darti tutto ciò di lui hai bisogno-

-mi puoi far uscire?!- gridó ancora.

C'era una remota possibilità che Elena lo lasciasse lì dentro e se ne andasse. Era altamente improbabile, ma meglio non rischiare.

-voglio solo stare da sola e pensare. Concedimi almeno questo!- gridó lei da fuori con l'obiettivo di mettere a tacere le sue grida.

Harry sbuffó rimettendosi seduto composto ed imbronciato con le braccia conserte.
Osservó il suo profilo perfetto, il naso carino e piccolo e le labbra che ogni tanto si schiudevano per tirare dalla sigaretta.

Ad un certo punto, non si sa dopo quanto tempo precisamente, Elena lanció il mozzicone di sigaretta e si allontanó dall'auto.

-ehi, ma sei impazzita?!- urló Styles sbattendo la mano sul finestrino.
La ragazza non rispose e nemmeno si volto nemmeno quando non uscì dal suo campo visivo.

Nella mente di Harry passarono tutti i ricordi belli della loro falsa relazione.

Fino a quel momento aveva vissuto con la speranza di rincontrarla e farla innamorare di nuovo di lui.
E ora che non aveva funzionato non sapeva cosa fare o come andare avanti con la sua vita.

Sarebbe stato meglio non riprovarci, magari l'avrebbe dimenticata prima o poi.
Se non l'aveva fatto in due anni non avrebbe mai potuto farlo, quindi che senso avrebbe avuto.

Avrebbe voluto piangere, ma sua madre gli aveva sempre insegnato di non piangere per una ragazza.

Sentì la portiera accanto a lui sbattere, dopo quelle che gli parvero ore.
-sei tornata a darmi l'ultimo colpo di grazia?- borbottó con la fronte ancora contro il cruscotto.

-avevo finito le sigarette- disse mettendo in moto la macchina ed uscendo dal parcheggio.

-ci ho pensato davvero tanto, Harry. Sai che io sono una persona impulsiva- parló con una certa gravità.
-è davvero tanto brutta che non puoi accostare un attimo e guardarmi negli occhi mentre mi dici che non vuoi più vedermi nella tua vita?-
-non posso accostare in autostrada e non posso non guardare la strada perché ci andiamo a schiantare e non vorrei farlo proprio prima di sposarci-

-aspetta che? Dici sul serio?- gridó dalla gioia.
-sì. Voglio sposarti davanti ad un prete vestito da Elvis, ma non rifaremo il rito per amici e parenti. Che si fottano-

Ci rimase un po' male: sua madre e Gemma lo avrebbero sempre voluto vedere nervoso che aspetta la sua sposa.
Non aveva mai avuto un'idea specifica del suo matrimonio.
Mai avrebbe immaginato di farlo in un casinó.

-che intendi dire?-
-noi non avremmo mai una cerimonia seria, perché credo sia davvero una cazzata, che ti vada bene così, visto che non cambieró idea-

-posso chiedergli di cantare Suspiscious Minds mentre vieni all'altare con in mano dei fiori finti?-
-lo adorerei- sorrise dandogli un'occhiata.

-ti amo, Carolina-
-ti amo, principino-

THE END

That girl from Carolina- Harry Styles Where stories live. Discover now