t h i r t y n i n e

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Stealing money in the casinò

Elena guidó in silenzio fino a quando non parcheggió davanti all'ingresso del casinó, era abbastanza imbarazzante dopo quel che era successo appena pochi attimi fa tra di loro.

La ragazza sentiva davvero stranita, in fondo stava con Kyle ed era convinta di essersi innamorata di lui.
Evidentemente cercava solo di rimpiazzare lo spazio enorme che aveva lasciato Harry.
Era davvero confusa, ma non aveva intenzione di mettere il carro davanti ai buoi e dare per scontato di essersi che questa felicità con il riccio duri per sempre.

-signorina...- la richiamó un impiegato del casinó, ma si ammutolì riconoscendola e vedendola con Harry Styles.
-signorina Owens, vuole darmi le chiavi della sua macchina?-
Elena si avvicinó a lui per leggere il nome sulla targhetta.
-no, Chad, non sarà necessario. Perché l'ho rubata, adesso torna a fare il tuo lavoro come se non avessi mai sentito tutto questo, intesi?- sistemó il suo nodo alla cravatta per poi andarsene con l'inglese a braccetto.

-probabilmente l'hai spaventato per il resto dei suoi giorni- commentó e la ragazza sentì il palmo aprirsi alla base della sua schiena.
-bhe non era mia intenzione, adesso leva quella tua manina dal mio sedere-
-ho firmato un contratto, certo che posso-
-quel contratto non è più valido da un pezzo, principino-

-signor Styles, signorina Owens, benarrivati!- esclamó il tipico direttore dei casinó: basso, cicciottello e con una massa pari al suo peso in gioielli d'oro.
Chad deve averlo avvisato mentre loro entravano.

-suppongo che lei voglia giocare- disse rivolgendosi ad Harry.
-oh no! Io sono qui solo in qualità di suo portafortuna- rise sotto i bassi rivolgendosi alla ragazza che nel frattempo si era limitata ad osservarlo con sufficienza.
-in tal caso, seguitemi pure, vi scorto personalmente al tavolo-

-non così in fretta. Non siamo venuti qui per giocare con i giocatori di riserva: voglio la prima squadra- parló Elena facendo gelare il sangue nelle vene del direttore per la freddezza con cui l'aveva detto.
-ne è sicura?-
-ovviamente. Siamo famosi, abbiamo un sacco di soldi da buttare e se perdo, tanto meglio per lei-
-come desidera- acconsentì portandoli da tutt'altra parte.

-sei sicura di quel che fai? Non voglio tornare a Londra in mutande- chiese quando il direttore li lasció davanti ad una porta.
-fidati di me, principino- lo prese per il colletto della camicia, che a causa del sesso in macchina si era stropicciato, e lo bació con trasporto.

Elena si sedette al tavolo dei giocatori, i quali rimasero confusi vedendo una donna e per giunta famosa sedersi tra di loro.
Li studió bene tutti quanti: un uomo d'affari asiatico con le sue guardie del corpo dietro, un avvocato di bassa lega che sudava ancora prima di inziare e che sarebbe stato il primo a crollare e uno che assomigliava tanto a Tyler, il broker di Wall Street che frequentava prima di Kyle.

-sembra che qualcuno voglia far giocare la mammina- disse quest'ultimo scimmiottando Harry.
-bhe la mammina sta per farti il culo- rispose a tono zittendolo.

-mi vai a prendere un drink?- chiese Elena al suo accompagnatore mentre un addetto distribuiva le carte.

Iniziarono a giocare e man mano che le arrivavano le carte assegnó un numero ad ognuna di esse.

Grazie a quel metodo, discutibilmente legale, avevo vinto parecchie mani del gioco.
Ormai erano rimasti solo lei, l'azionista e l'uomo d'affari cinese, l'avvocato si era ritirato parecchi turni fa praticamente in mutande.

-avevo ragione quando dicevo che sarei stato il tuo portafortuna- sorrise malizioso baciandole la tempia.
Davanti a loro c'erano almeno una trentina di fiches colorate che indicavano il vario valore.
-mi sento un po' come le puttanelle nei film di 007- rise.
-per questo mi hai preso un Martini...aspetta com'era, agitato e non mescolato?-
-cavoli mi hai beccato- rise
Elena rise.

-sta barando!- esclamó il broker rivolto al tizio in smoking che dirigeva il gioco. Si alzó lanciando le carte.
-come potrei mai?- chiese tranquillamente.
-so che stai contando le carte! Ti sto controllando da tre manches e stai facendo sempre le stesse mosse-
-stai dicendo così perché a quanto pare non sei bravo come me a giocare!- si mise anche lei in piedi.

-signorina, invito lei ed il suo accompagnatore ad andarsene o saró costretto a chiamare le guardie per scortarvi fuori-
A quelle parole le si geló il sangue nelle vene.
-tutto questo è insensato- incroció le braccia al seno.
-siete pregati di andarvene- disse l'uomo facendo segno a due bodyguard che se n'erano sempre stati in un angolo.

-Harry corri, corri!- gridó Elena per la seconda volta in quel giorno, lui le venne dietro travolgendo un paio di povere cameriere con i vassoi pieni di drink.

-perché cazzo io e te dobbiamo sempre scappare da qualcuno?!- gridó Harry con il fiatone appena raggiunsero la macchina ed Elena la aprì di nuovo usando la forcina.
-cosa diranno i giornali di Las Vegas...che dico, di tutto il mondo?!-

-stai calmo Harry, non lo diranno a nessuno-
-come fai a dirlo?-
-non è una buona pubblicità sbandierare ai giornalisti che sono stati fregati da un'attrice che per così tanto turni è riuscita a spillargli così tanto denaro-
Aprì la borsa che aveva comprato qualche ora prima ed Harry vide che era piena di fiches.

-poi non dirmi che non ti sei divertito entrambe le volte, perché è proprio quello che hai chiesto: una notte di follia, e sinceramente sono solo le undici. Questo significa che non ho ancora finito con te-

Prima di andarmene come se non fosse successo nulla.

That girl from Carolina- Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora