t h i r t y t w o

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Some days after

Elena si sveglió con la convinzione di trovarsi nella sua camera, magari nuda, magari tra le braccia di Harry. Invece, tutto ciò che percepiva, furono quattro pareti asettiche e odore pungente di disinfettante.
Si sentiva stanca, molto stanca; come se la sua anima fosse costretta in un corpo primo di qualsiasi possibilità di movimento. Tutti i muscoli le facevano male: perfino aprire gli occhi le aveva richiesto uno sforzo enorme.

Riconobbe una figura sfocata avvicinarsi a lei e dovette sbattere le palpebre parecchie volte prima di riconoscere la sorella Felicia.

-ben svegliata raggio di sole. Speravo di vederti prima di partire-
-c...che giorno è?- si schiarì la voce.
-è il quattro febbraio, sei stata quattro giorni in coma- le accarezzó i capelli biondi, che dovranno essere diventati come spaghetti all'olio dopo un periodo così lungo senza una doccia.
-cos'è successo?- chiese confusa e sconvolta.

Non ricordava quasi nulla della sua festa di compleanno, forse era un bene visto quanto aveva odiato quel party.
A dire il vero, non è che non ricordasse proprio nulla, aveva dei vagi ricordi prima che Styles tirasse un pugno a Zach.

In quel momento notó Harry seduto su una sedia con la testa e le braccia appoggiate sul materasso al suo fianco.
-te lo racconterá lui. Adesso devo prendere l'aereo. La piccola Margarita ha preso il morbillo e James non sa da che parte girarsi-
-ok- disse soltanto, non comprendeva a pieno i problemi dei genitori.
-lascialo dormire, credo si sia appena addormentato perché è stato tutto il tempo sveglio accanto a te. Ora riposati, ne hai bisogno-

Elena chiuse gli occhi e quando li riaprì Harry era ancora lì a dormire.
La bionda si sentiva realmente riposata e inizió a giocare con i ricci del suo finto fidanzato, mentre tentava di ricordare cos'è successo quattro giorni fa.

Harry si sveglió di soprassalto al contatto della sua mano sul cuoio capelluto.
Appena alzó la testa, sbarró gli occhi.
-sei viva, sei sveglia- borbottó.
-a quanto pare- ridacchió.
Il palmo di Elena passó dai ricci alla guanca mascolina con qualche accenno di barba.

-sei rimasto qui tutto il tempo?-
-ero preoccupato per te- alzó le spalle cercando di sminuirsi.
-cavoli, non avrei mai creduto di sentirlo dire-
-goditelo, non lo sentirai ancora, Carolina- puntó il dito.

-vuoi distenderti e riposare un po'? Io vado a farmi una doccia- disse staccandosi l'ago della flebo dal braccio.
Rimase felice nel vedere che non usciva più sangue.
-non credo che quella cosa si possa fare, il dottore ha detto che non devi fare sforzi-
-Harry, non mi lavo da quattro giorni, mi faccio schifo da sola-
-in tal caso, lì hai una valigia con la tua roba-

Prese il beautycase e un pigiama pulito, poi si diresse in bagno dove si fece il bagno migliore di tutta la sua vita.

Quando uscì trovó il riccio raggomitolato su un fianco che dormiva con la bocca socchiusa, sembrava un gattino.

Decise di controllare cosa ci fosse nel trolley, forse preparato da sua sorella. Notó anche un pacchetto di sigarette al mentolo, le aprì e vide dentro delle canne. Ovviamente con la mista del fratello.

Si mise alla finestra con la poltrona della stanza e si accese la paglia.

-buongiorno signorina Ownes- entró un medico nella camera. Un signore sulla trentina, magrolino e con gli occhiali più grandi della faccia.
-doc'- disse a mo' di saluto.
-finalmente il suo fidanzato dorme, si fidi che è stato un'agonia tenerlo fermo la prima notte in cui era qui. Pensavo addirittura di dargli del Valium-
-immagino- fece un tiro e poi sbuffó il fumo.
-vedo che le hanno tolto l'ago dal braccio, bene, non ne avrebbe avuto più bisogno-
-in realtà ho fatto tutto da sola. Sa, avendo un padre drogato, cose come togliere un ago dal braccio si imparano in fretta- alzó le spalle.

In quel momento Harry si sveglió.

-lei sa perché si trova qui?-
-no, come non ricordo nulla di quella notte-
-signorina Owens, lei è arrivata al pronto soccorso del nostro ospedale con le convulsioni, un grave attacco di tachicardia e la schiuma alla bocca-

Diamine.

-causate da cosa?- continuó a fumare cercando di mascherare lo shock.
-non sapevi di essere tachicardica?- chiese il riccio.
-certo che lo sapevo, solo che non avevo attacchi da anni. L'ultimo risale probabilmente alle superiori-
-allora sa bene che la tachicardia ha molte cause, principalmente emozioni che si ripercuotono sull'organismo. Mentre per le convulsioni e per la schiuma alla bocca, il discorso è un altro. Sono derivate dall'assunzione del cibo a cui lei è allergica: le fragole. La soglia minima, per cui il prodotto non è pericoloso, è stata superata di ben sei volte, secondo le analisi del sangue-

Ora iniziava a fare due conti, era tutta colpa del drink che aveva bevuto da Zach.

-nel suo bicchiere era presente un dolcificante alla fragola chimico inodore ed incolore molto difficile da reperire, segno che la persona che l'ha avvelenata aveva programmato da tempo questa cosa-

-capisco- annuì e tiró le ultime boccate di fumo con avidità.
-adesso vi lascio soli. Di sicuro avete molto di cui parlare-

Elena avvicinó la poltrona al letto da dove era stata sfrattata.
-ha ragione il medico. Dobbiamo parlare-
-cosa vuoi sapere?-
-tutto, non posso aiutarti se non mi dici tutto-

-ok, sarà una cosa molto lunga, ma credo sia venuto il momento di aprirmi veramente con te. Allora, io e Zach ci siamo conosciuti circa due anni fa, io avevo appena mollato quel lavoro di merda nel Southside e iniziato a recitare, lui a giocare professionalmente nei Bulls. Fin da subito venivamo considerati come la nuova coppia Kardashian. Eravamo felici e spensierati per i primi mesi, poi le cose sono iniziate a peggiorare-
-ha iniziato a picchiarti?-
-no, non proprio. Ha iniziato a frequentare brutti giri di droga, sai alle feste dei vip girano tonnellate di erba, eroina, cocaina...quelle cose lì. Quando tornavo a casa lo trovavo svenuto sul divano oppure ci facevamo insieme. Ma è successo che a volte mi drogasse a forza, senza il mio consenso- la voce era rotta dai singhiozzi al ricordo.

Harry le mise una mano sulla coscia per darle coraggio.

-ti violentava?-
Elena annuì.
-Harry, io non ero consenziente, non lo volevo. Ma lo amavo e continuavo a perdonarlo come una stupida, continuavo a tornare da lui. Fino a quando rimasi incinta, dopo uno dei suoi stupri. È stato allora che ho deciso di lasciarlo e denunciarlo. So che è una cosa di cui andare poco fiera, ma alla fine ho abortito: non ero pronta ad essere madre a vent'anni-
-vieni qui- disse allargando le braccia e invitandola a distendersi sul letto accanto a lui.

Aveva conosciuto la storia della sua famiglia, se così si poteva chiamare, e adesso questo. Elena non ha avuto una vita facile proprio per niente.

-la cosa che mi fa più incazzare è che il suo manager ha infangato tutto perché "altrimenti gli avrebbe rovinato la carriera e i Bulls lo avrebbero cacciato"-

-tranquilla, questa volta non succederà. Ecco qui una bella denuncia e ho incaricato un amico del New York Times di scrivere un articolo di almeno due colonne in prima pagina. L'unica palla che Zach LaVine potrà toccare è il pomello della porta del tribunale- disse Mark entrando in fretta nella stanza. 
-wow- Elena tentó di sorridere, ma non ci riuscì proprio.
-avevo sottovalutato la prima volta, non voglio commettere lo stesso errore due volte-

-dovresti riposare, sei ancora scossa- sussurró Harry mentre aveva le labbra premute contro la tempia di lei.
-grazie per tutto, Harry- chiuse gli occhi accoccolandosi contro il suo petto.

That girl from Carolina- Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora