t w e n t y s e v e n

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A texan dude as psicologist

-giuro che se domani becco altri turisti russi camminare piano, gli pesto i piedi da dietro fino a togliergli le scarpe- esclamó Elena appena uscirono dal ristorante in cui erano andati a mangiare quella sera.
-tecnicamente anche tu sei una turista, comunque lo fanno solo per godersi la città- ribattè Harry con più calma.
-fanculo, so benissimo che lo odi anche tu-

-va bene, come vuoi tu. Che ne dici di vistare Venezia questa notte e domani dormiamo tutto il giorno? Scommetto che i turisti russi si sono ritirati nelle loro tane-
-mi pare una fantastica idea- alzó le sopracciglia.

Si diressero verso il Ponte di Rialtó, ad Elena piaceva particolarmente, ma di sicuro non come la Scuola Grande di San Rocco che essendo le undici era giustamente chiusa.

In effetti era davvero meglio camminare di notte.
Nessuno che si fermava in mezzo alle scatole per fare una foto, o perché aveva visto qualcosa di carino in un negozio.
Ma soprattutto niente fan; certamente entrambi li adoravano, ma era davvero un incubo fermarsi in mezzo alla moltitudine di gente per firmare un autografo e fare una foto.

-senti che pace, durante il giorno fatichi pure a sentire pure i tuoi pensieri- rise la bionda.
-già, è quasi magico- Harry la strinse a sè.

-sai, per me è ancora strano essere abbracciata in pubblico. Non so perché-
-preferisci che facciamo sesso? Non dubito che ti piaccia il modo in cui ti tocco-
-sei disgustoso perché, uno, credo sia un reato e, due, io sono una donna di classe-
-sei quella donna di classe che mi ha pregato di prenderla nel bagno sporco di un locale a Parigi-
-fanculo- borbottó andando avanti per camminare da sola.

-dai non ignorarmi così! Elena, risolviamo- propose lui prendendole la mano dopo circa mezz'ora.
Lei si voltó.
-dimmi cos'ho fatto di sbagliato questa volta?-
-davvero non te ne rendi conto? Sei così cinico e narcisista?-
Elena rise amara appena si accorse che Harry non avrebbe risposto.

-senti, non voglio farti perdere il tuo prezioso tempo: non sono una puttana e nemmeno una che ti sbatti e basta, devi durare almeno altri due mesi con me quindi non parlarmi così, hai capito? O la prossima volta te lo faccio capire con le forze- scandì bene parola per parola.

-porca miseria, era solo uno scherzo. Non volevo offenderti- si passó una mano tra i ricci.

Ad Elena arrivó un messaggio sul cellulare, stavo aveva avvisato chiunque dicendo che era in vacanza e che non voleva essere disturbata.
Lesse il nome del mittente: Robert Pattinson.

"Mi dispiace per come ci siamo salutati l'altra sera. Che ne dici, rimediamo appena torni? ;)".

Non fece nemmeno in tempo a pensare ad una risposta, perché Harry le prese il cellulare.

-ma sei seria? Te la fai con il vampiretto del cazzo di quel film?- esclamó, si distingueva benissimo la rabbia nella sua voce.
-non me la faccio con nessuno, diamine. Intende dire che quando è venuto a cena da me, mi ero addormentata sul divano. Tutto qui-
-tutto qui, sto gran cazzo!-

-si può sapere che hai? Manco l'avessimo fatto per davvero!-
-quindi avete anche recitato una scena di sesso insieme, bene benissimo- esclamó sarcastico.

-non ti sopporto più! Adesso me ne vado e vedi di esserti calmato per quando torno!-

Si giró di centottanta gradi ed inizió a vagare per Venezia senza meta, fino a trovarsi in un bar fortunatamente aperto data la tarda ora.

-un Martini Vodka, grazie- disse al barista mentre lei si sedette al bancone appoggiandoci i gomiti e la testa sui palmi.

-ma guarda: un'altra americana in questo bar! Quante probabilità c'erano!- sentì al suo lato destro ma non ebbe voglia di girarsi, nè di rispondere educatamente.
-umh...un bel po', siamo molti in America- parló acida.

-giusto giusto, allora di dove sei?-
-indovina-
-Sacramento?-
-quasi: Mid West. Chicago, precisamente. Ma vivo a Los Angeles da un paio d'anni-
-fico, anche io sono di Chicago-
-no caro, il tuo accento dice che sei texano dalla punta del cappello da cowboy ai piedi- sorrise ironica, finalmente qualcuno che le tirava su il morale.

-grazie- disse al barista quando le venne dato il suo cocktail.

-adesso voglio sapere il nome della ragazza che ha demolito le mie tecniche di rimorchio in meno di trenta secondi o che almeno mi guardi in faccia, scommetto che non sei affatto brutta. Io mi chiamo Ethan, comunque-

-scommetto che mi hai già vista da qualche parte. Sono Elena- sorrise voltandosi con il suo drink in mano.

Il ragazzo, che aveva visto in viso per la prima, era moro con la pelle olivastra da vero texano.
Lo osservó sbiancare man mano che cresceva la consapevolezza di chi fosse.

-per le mucche di tutto il Texas!- esclamó.
Scoppió a ridere appena lo sentì.

-cioè...diamine, io ti adoro. Non hai idea di quante seghe mi sai fatto guardando i tuoi film-
-ew, disgustoso- storse il naso sentendolo.
-ok scusa, forse è stato un po' troppo...aspetta, quindi da qualche parte c'è anche quell'Harry Styles?-
-no, lui non c'è- sospiró sconsolata.

-cavoli, quel tono non mi piace. Forza raccontami- appoggió una mano sotto al meno pronto ad ascoltarlo.
-Ethan caro, per quanto io voglia aprirmi e raccontare, chi mi assicura che non andarai a raccontarlo a destra e a manca?-
-Elena cara, fa ancora strano dirlo, ma oltre a me e a te non c'è nessuno che siede da solo in questo bar. Tu perché hai litigato con il fidanzatino ed io perché non ho amici. Mi pare facile-
-ok, mi hai convinto. Si è ingelosito per un messaggio che mi è arrivato-

Aveva preferito non raccontargli la parte in cui l'aveva offesa in quel modo.

-va bene, da parte di chi era e cosa diceva? Sai, per comprendere a pieno-
-era di Robert Pattinson e mi chiedeva se ci saremmo rincontrati quando torno a Los Angeles perché la volta prima mi era addormentata sul divano-
-wow. Lo dici con tanta calma, sarei esploso se fossi stato con lui, altro che addormentarsi... comunque, lo trovo normale. Nel senso: lui è il tuo fidanzato, ti ama tanto da quello che vedo sui socials e la gelosia fa parte dell'essere innamorati, soprattutto se la tipa è un'attrice super gnocca-

Continuarono a parlare, anzi Elena parlava e Ehtan analizzava ogni parola fino a quando non furono cacciati dal bar perché chiudeva.

Tornó al suo albergo pronta a perdonare Harry ed anche a chiedergli scusa per aver reagito in quel modo. Non che lo pensasse davvero, ma doveva passare parecchi mesi con lui quindi era meglio per tutti vivere nella pace.

Passó la reception e decise di prendere le scale per non dover aspettare anni per il suo arrivo. Aprì la stanza con la tessera magnetica e appena oltrepassó il salottino si trovó davanti uno spettacolo davvero pietoso.

Harry, mezzo nudo, che pomiciava con una ragazza abbronzata, completamente nuda.

-quindi io giro un attimo il culo e tu porti la prima donna a letto. Mi fai davvero schifo, Styles!- disse.
Stava recitando o la ragazza avrebbe sospettato qualcosa, ma un fondo di verità c'era.
Era davvero delusa e arrabbiata dal suo comportamento e ci sarebbe rimasta per un bel po'.

That girl from Carolina- Harry Styles Where stories live. Discover now