Concerto

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Quando ho saputo della gravidanza di Janet sono rimasta scioccata, non lo nego. Credevo che lei fosse quella attenta, l'ho sempre vista come la ragazza prudente, almeno su questo punto di vista, e sinceramente pensavo che Logan avrebbe reagito diversamente, che non fosse pronto, invece sembrano molto felici e sono già giorni che non pensano ad altro che a come chiamare il loro futuro figlio, scherzando su chi possa assomigliare.
Lei è convinta che assomiglierá a lei mentre Logan dice il contrario.
È divertente vedere i loro battibecchi su praticamente tutto: il suo nome, lo sport che dovrà fare, le materie che preferirà, a chi vorrà più bene.
"Vorrà bene ad entrambi" ho detto.
"Ma a me un pò di più perché si sa, i padri sono meno severi con i figli" ha esultato Logan l'altro giorno.
Da quello che so, la famiglia di lui l'ha presa bene, mentre la madre di Janet è difficile da ammorbidire, ma lei è sicura che con il tempo accetterà la cosa.
《Speriamo che prenda l'intelligenza dallo zio》si intromette Alex.
《Quale intelligenza?》scherzo.
Logan scatta dalla sedia.
《Mi è venuto in mente un altro nome se sarà maschio...Denny. Mentre se è femmina, Sophia. Che ne dici?》esulta fiero aspettandosi che gli facciamo i complimenti per i nomi che ha scelto. Mi viene da ridere.
Spero che il suo entusiasmo non si spenga.
《Danny? Fa schifo amore; non sei molto bravo con i nomi. Nemmeno Sophia mi piace molto》dice Janet.
Ha ragione.
Ha solo voglia di yogurt ultimamente infatti non ordina nient'altro che yogurt alla banana. La scuola ne ha una scorta infinita fortunatamente per lei. Ma immagino che avendone fatto praticamente razzie, le signore della mensa glieli nasconderanno.
《Mia nonna si chiamava Sophia, cos'ha che non va questo nome!》Logan sembra risentito.
Alex ridacchia.
《Amico, sarai un padre modello. Spero solo che imparerai a cambiare i pannolini》.
Tutti gli altri gli fanno eco.
《A cambiare pannolini, a capire quando ha fame o sonno. Dovrai sorbirti i suoi pianti quando avrà le coliche o metterà su i primi dentini, e dovrai essere presente per le poppate, perché Janet avrà bisogno di sostegno morale》aggiunge Liam con il chiaro intento di stuzzicarlo. Logan non sembra affatto spaventato, anzi forse è più eccitato lui che Janet.
《Il suo sostegno morale sarà guardarmi con le tette al vento》ride.
《Hai ragione. La nota positiva è che passerò più tempo con te, sarà come essere sposati》.
《Ora non esageriamo》interviene lei. In effetti, credo che abbiano già accelerato i tempi.
Almeno la notizia non si verrà a sapere a scuola perché sarà finita prima che la pancia possa vedersi. Meglio così, non le serviva altro stress.
《Oh, e da buon papà dovrai compargli ogni sorta di giochi, perché ovviamente non potrai sapere quale gli potrà piacere, magari odierà le bambole, magari gli piaceranno i trenini elettrici》aggiunge Cole.
《Oh cavolo! Pensa a tutte le volte in cui non potrete fare sesso perché lei sarà impegnata con il bambino, e alla fine sarà troppo stanca che crollerà a dormire. Forse questa è la parte peggiore》termina Liam. Logan assume un'espressione terrorizzata. Ora si che sono riusciti a spaventarlo. Janet invece tenta di nascondere il suo rossore.
I ragazzi scoppiano a ridere.
《Potremo lo stesso farlo, vero amore?》le domanda preoccupato.
Saranno di sicuro una famiglia felice, non molto convenzionale, dato che sono ancora troppo giovani, ma Logan ha intenzione di trovarsi un lavoro e probabilmente andranno ad abitare insieme.
Almeno credo.
Non credo che riuscirò mai a sapere cosa faranno dopo le superiori tutti loro, o almeno, non sarò qui per vederlo con i miei occhi.
Il fatto che un giorno dovrò lasciare Alex mi terrorizza, perchè so che un giorno accadrà. Qui mi sono ricostruita una vita, e seppur lontana da mio padre e senza mia madre, e con continui alti e bassi, non posso dire di non essere felice o di non esserlo stata.
Ho trascorso bei momenti e una parte di me resterà per sempre qui.
Una parte di Alex resterà per sempre con me.
Ora, guardando Janet e Logan così presi dalla notizia della gravidanza, mi viene in mente che io e Alex non avremmo mai un futuro insieme.
O almeno, non potremmo avercelo adesso, finché siamo ancora così giovani.
Io tornerò a New York, frequenterò il college lì e Alex vorrà fare carriera nel mondo del football, perciò le nostre strade si dovranno dividere per forza; lui non sarebbe mai venuto a New York e io non potrò mai decidere di rimanere a Los Angeles.
Magari un giorno potremmo ritrovarci.
Non so perché stia già pensando a questo, ma voglio essere preparata quando accadrà.
Gli ho promesso che saremmo rimasti insieme per sempre, questo era vero nella mia mente e intendevo mantenere la promessa ma prima o poi mio padre verrà a ricordarci che non è possibile. E ne sono felice comunque perché la cosa che voglio è poter tornare da lui.
Magari io e Alex avremo comunque un lieto fine, magari troverà un lavoro a New York e potrà venire a stare da me per un pò di tempo. Non è ancora detta l'ultima parola. Infondo anche Travis ha deciso di trasferirsi; per cui Alex non deve rimanere qui per forza.
Magari potremmo stare insieme e tra qualche anno avremo anche noi una famiglia come Janet e Logan.
Avere dei figli con lui è un'utopia che voglio che si avveri. Non sono mai stata più convinta di volere qualcuno come desidero lui.
《A che pensi?》domanda sussurrando al mio orecchio, solo questo semplice gesto emana in me calore e si fa spazio in me la voglia di sentire i nostri corpi nudi che si toccano e mi percorre un brivido. 
《A niente, sono semplicemente felice per Janet》.
《Mhh, non mi inganni》.
Mi conosce fin troppo bene.
《Forse è un pensiero stupido ma...pensavo a me e te come genitori in futuro》.
Lui sembra accigliarsi.
《Devi dirmi qualcosa?》.
《No, non sono incinta anche io》.
《Uff, menomale. Cioè, almeno per ora》.
Su questo concordo anche io.
《Però si, saremmo degli ottimi genitori e tu sei l'unica donna che vedrei adatta come madre dei miei figli, e non è un pensiero stupido perché non desidero altro》aggiunge.
Non posso non allargare le labbra in un sorriso.
《A proposito》si alza in piedi per ottenere l'attenzione di tutti.《Oggi mi è arrivata la lettera di raccomandazione, ce l'ho fatta》annuncia fiero sventolandola davanti ai nostri occhi.
《Grazie a me》dico volendomi prendere almeno una parte del merito.
Lui mi bacia.
《Già》risponde.
Anche a me è arrivata, mi hanno raccomandato per Harvard una delle migliori università del mondo. Non potevo crederci quando il preside me l'ha consegnata personalmente congratulandosi con me. 
Da lontano, scorgo David da solo al tavolo. Ricordo quando ero nella sia stessa situazione e lui mi fece compagnia, fregandosene dei pettegolezzi.
Mi alzo e vado verso di lui.
《Che fai, Sam?》domanda Alex.
《Devo fare una cosa》rispondo.
David non si aspettava lo raggiungesse.
Lo invito ad unirsi al nostro tavolo.
È riluttante e lo capisco, non gli è mai stato particolarmente simpatico Alex e ancora di più dopo quel pugno e sicuramente Alex non perderà tempo per marcare il territorio. Forse non è un buona idea ma voglio ricambiare il favore.
《Alex non dirà nulla, sei mio amico e non può opporsi》.
Fa spallucce,《se insisti》.
Quando ci avviciniamo e lo invito a sedere accanto a me, tutti tacciono. Alex mi afferra immediatamente la mano come mi aspettavo.
《Continuate pure ragazzi, David non morde nessuno》lo difendo.
Janet è mia complice.
《Come sono andate le riparazioni? So che Sam ti faceva da tutor》.
《Molto bene, grazie a lei sono migliorato molto》.
《Si, lei è eccellente in tutte le materie》quasi ringhia Alex e io gli caccio un pizzicotto sperando sia più gentile.
《Oh, tu verrai all'ultima partita dell'anno? I ragazzi si stanno allenando duramente》.
《Non mi piace il football, non ho mai guardato una partita》interviene David e Alex chiude la mano a pugno innervosito.
Dovrebbe prendersi una camomilla.
《Giocavo a tennis》spiega. È il suo sport preferito ed è stato campione una volta vincendo una medaglia d'oro.
Io e Janet siamo le uniche interessate ad ascoltarlo ma almeno non ci fa caso.
《Perché l'hai invitato al tavolo?》sbotta Alex contrariato in cortile.
《Lui è stato gentile con me, non ti costava niente farti vedere interessato. Gli hai dato un pugno ed è stato fin troppo comprensivo》lo rimprovero.
《Sono geloso, quello ti muore dietro》. Mi viene da ridere per il modo in cui lo dice e per il broncio che ha messo su. Non lo aveva mai apertamente espresso con queste parole.
《Mi dispiace per te, ma dovrai sopportarlo perché intendo farlo sedere con noi fino alla fine della scuola》.
Sta per replicare ma non glielo permetto.
Tornare a casa e stravaccarsi sul letto con Jack ai miei piedi, è una delle migliori sensazioni del mondo. Non aspetto altro che godermi il concerto dei Coldplay in tv stasera con in mano dei pop corn ed Alex che si addormenterà davanti allo schermo fingendo di essere interessato, perché so che lo farà.
《Tu non vedrai il concerto in tv stasera》annuncia.
Spero che non dovremmo litigare su questo punto perché potrei diventare più feroce di un leone.
Mi sono preparata psicologicamente solo per questo concerto, avendo saputo troppo tardi che lo avrebbero tenuto proprio a Los Angeles.
《Sono settimane che aspetto solo di...》.
《Perché lo vivrai》mi interrompe per poi consegnarmi in mano due biglietti per le prime file.
Ci metto un secondo a comprendere che andrò al mio primo concerto della mia band preferita.
Salto emozionata.
Mi ero rassegnata all'idea di vederlo in televisione e invece ora scopro che ci andrò.
《Non dovevi...no non è vero, sono troppo felice》strillo e gli salto in braccio.
Ha saputo farsi perdonare, dopotutto. Credo che non abbia mai smesso di sentirsi in colpa per quella scommessa.
Non potrei amarlo di più.
Inoltre con i biglietti è compreso il pass per accedere al backstage...di bene in meglio, si merita una ricompensa.
Siamo presi dall'emozione che ci accorgiamo troppo tardi che Megan e Jason sono fermi sulla soglia della porta. Io scendo immediatamente dai suoi fianchi arrossendo.
Non abbiamo più scuse e non sono così ciechi da non notare l'intesa tra me e Alex.
《Che sorpresa! Credevo tornaste più tardi》azzarda Alex con le mani in tasca.
《Ragazzi lo sappiamo, non dovete fingere》dichiara Megan.
Sospiro di sollievo. Immagino lo sapessero da sempre.
《Lo abbiamo sempre saputo, ma abbiamo deciso di non dirvi niente per non mettervi in imbarazzo.
Penso che Sam sia la persona giusta per te》continua Jason.
《In casa però sbaciucchiamenti ed effusioni ridotte al minimo, anzi, a zero》ci avverte breve e conciso.
Non ci aspettavamo questa reazione così leggera.
Direi che si sono arrabbiati di più per il concerto a cui andremo stasera dato che non ne sapevano niente.
Megan è diventata molto protettiva dopo il coma di Alex, ha paura di fargli fare quasi tutto.
《Ci sono persone poco affidabili》dice. Poi elenca tutti i motivi per cui non dovremmo andare.
Jason cerca di farla rilassare, di solito gli umori di tutti in questa casa dipendono da lei, se lei è stressata lo siamo tutti se lei è preoccupata anche noi di conseguenza.
Almeno Jason riesce a calmarla.
Partiremo dopo cena.
Mentre finisco di mangiare, da sotto il tavolo, sento che lentamente, Alex mi accarezza la gamba su e giù; cerco di concentrarmi sul mio piatto.
Si ferma all'elastico dei pantaloni e velocemente infila la mano dentro.
Che cavolo sta facendo?
Menomale che suo padre aveva detto "niente cose da fidanzati!".
Io divento accaldata.
Sento la sua mano a contatto con la mia intimità e con discrezione serro le gambe e gliela tolgo.
Lui sembra deluso mentre io vorrei ridere della sua espressione.
Megan era impegnata a portare il dolce a tavola e Jason a guardare la tv, perciò non si sono accorti di nulla.
《Riprenderemo stasera》sussurra voglioso e il suo alito caldo sull'orecchio mi eccita, ma credo che l'esaltazione sia dovuta anche alla sua sorpresa.
Dovrò rimediare.
《Sei pronta?》si presenta alla porta di camera mia.
《Nata pronta》.
Megan continua a riempirci la testa di raccomandazioni fino a quando non siamo fuori casa.
A malincuore ci lascia andare.
《Guida piano》la sentiamo gridare dal portico.
《È un maledetto tarlo quando si impegna》si lamenta Alex.
《È comprensibile dopo quello che hai passato》.
《Voglio solo che tu ti diverta》.
《Come posso ripagare?》.
Lui mi guarda interrogativo.
《Non devi ripagare nulla, a me basta che tu sia qui con me Sam》.
《A te nemmeno piacciono i Coldplay, avresti potuto evitare di spendere soldi per i biglietti》.
《Quante volte devo dirti che non ho problemi di soldi piccola; credevo lo sapessi visto il mio successo nelle corse. E poi, mi fa piacere spenderli per te.
Tu non mi chiedi niente, quindi non sentirti in colpa》mi lascia un bacio sulla fronte che mi fa sentire di appartenergli.
《Lo so, solo che io non riesco mai a pagarti più di una colazione o un maglione nuovo》.
《E mi va bene così, credimi. Non ho bisogno di niente, solo di te》.
Anche io vorrei che mi bastasse solo lui, ma so che da un momento all'altro dovrò andarmene e so che dovrò dirglielo, ma non adesso.
Arriviamo che già ci sono file chilometriche di gente. Mancano tre ore all'inizio del concerto ma abbiamo il pas saltafila e i posti sotto il palco, quindi nel frattempo ci rinfreschiamo al chioschetto che vende panini. Alex prende una birra.
Io lo guardo affascinata e nemmeno me ne accorgo.
Mi viene naturale osservarlo.
Lui mi pizzica una guancia.
《Per un momento ho avuto paura di perderti Sam, ero convinto che non saresti più tornata da me》.
Sta rivangando quei momenti, e mi domando quante altre volte ci abbia pensato.
La paura di perdere una persona ti cambia, ti rende responsabile ma ti fa anche male. Potrei mai sopportare di perderlo? Credo di dover iniziare a maturare quest'idea. Soffrirò, mi sentirò scomparire, e al solo pensiero tremo.
Forse non dobbiamo per forza. Ormai sto maturando l'idea che potremmo rimanere insieme. Dopo il diploma sarà tutto diverso.
《Alex sarò per sempre tua, te l'ho promesso. Non voglio più lasciarti》.
È vero.
Devo solo dirgli che quando mio padre si sarà rimesso del tutto io voglio che venga con me, o magari potrebbe raggiungermi.
Non deve essere per forza impossibile, deve solo scegliere un altro college.
Vorrei dirglielo ma non credo sia il momento giusto.
Lui mi abbraccia forte come a volermi proteggere.
《Sarà meglio》dice tra i miei capelli. Il suo profumo nelle narici mi pervade.
Non so quanto quello che ho pensato possa davvero realizzarsi, quindi una nota di tristezza si fa lo stesso spazio in me.
Dovrei allontanare i pensieri negativi almeno per oggi e godermi i momenti in cui siamo insieme.
Da lontano un ammasso di gente si dirige verso un furgoncino con il nome della band scritto sopra.
Devono essere arrivati.
Saltello elettrizzata.
《Mi sento decisamente viziata》faccio notare.
《È il mio passatempo preferito》risponde Alex.
Gruppi di fan urlanti iniziano ad accalcarsi davanti alle entrate, le guardie effettuano tutti i controlli necessari. Qualcuno inizia già ad avere cali di pressione.
《Vieni, da li si vedono loro che escono dal furgone》Alex mi prende per un braccio, mi porta attraverso un vicolo dove da dietro delle transenne possiamo guardare i componenti della band.
《Quello è il cantante》indico entusiasta ma Alex sta guardando me.
Credo non gli interessi molto della band.
《Ti amo》sussurra.
《Bel modo di farti perdonare》lo bacio e mi ritrovo in meno di un attimo, stretta nella sua morsa, tra il muro e il suo petto, con le sue labbra sul lobo del mio orecchio, solleticandomi.
Sento il suo cuore battere, i nostri ritmi si confondono.
《Siete davvero carini ragazzi》urla qualcuno. È un ragazzo con una polaroid.
《Posso scattarvi una foto?》domanda.
Io accetto e mi metto in posa.
Alex mi prende per i fianchi e mi bacia. Il secondo dopo, il ragazzo ci porge la polaroid di noi due.
《Questa la terrò come ricordo》me ne impadronisco.
Lasciamo il nostro angolino per prepararci a prendere posto.
Mi sento come ad una delle solite feste nella villa megagalattica di Hailey, con gli uni appiccicati agli altri, ma per questa occasione posso resistere.
Siamo in quarta fila.
Ogni volta che qualcuno si avvicina o si posiziona accanto a noi, Alex mi tira a se.《Non voglio che ti faccia male》si giustifica protettivo.
《Non sono fatta di cristallo》.
Man mano la gente inizia ad affollarsi e c'è già qualcuno che spinge dalle file dietro la nostra.
《Non sono mai stata ad un concerto》.
《Io e Travis invece, quando ancora era divertente, andavamo a tutti quelli di varie band punk in posti per disagiati. Però ci divertivamo come matti: erano piccoli pub che settimanalmente ospitavano band emergenti. C'era una bolgia incredibile di persone schizzate, che diceva un sacco di prolacce e prima che il concerto iniziasse c'era sempre qualche ubriaco che saliva sul palco a cantare》ride.
Potrei privarmi di tutto tranne che della sua risata.
《Alcune volte mio fratello era uno di quegli ubriachi, e si vestiva con pantaloni di pelle e trucco viola sotto gli occhi. So che è difficile immaginarlo senza cardigan o smoking ma prima del college si diede alla pazza gioia》.
Non ce lo vedo Travis ubriaco e a fare cose di dubbia moralità. È sempre stato pacato e composto.
《Non era così noioso prima dell'università》.
《Ci crederò solo quando vedrò una sua foto con i pantaloni di pelle e la cresta laccata》.
Fa come per pensare.
《Dovrei averne una》.
Le luci si spengono improvvisamente e del fumo esce dal palco. Il concerto sta iniziando.
《Ora inizia》lancio dei gridolini.
《Buonasera a tutti》saluta il leader della band.
Ci guarda dall'alto al basso.
Sorride agli spettatori.
《Siete carichi?》domanda.
Il vociare di tutti noi è immenso.
Fa un piccolo discorso d'apertura, poi da sopra le nostre voci, parte una melodia che riconosco essere quella di "Fix you".
Tutti la intonano insieme a lui, Alex invece non sa nemmeno una parola, nemmeno una di nessuna canzone.
I fari a led emanano luci di ogni colore e dal mega schermo alle loro spalle, ci sono in ordine i video delle loro tappe in giro per il mondo. Ci sono tante mani alzate insieme, tanti cellulari con i flash accesi. Obbligo Alex a fare ogni sorta di video mentre io sono concentrata a cantare.
《Non a me, a loro》indico la band sul palco.
《Ma tu sei più interessante》ribatte.
Durante la pausa tra una canzone e l'altra danno un pò di spettacolo e quando arriva il momento di "Scientist" tutti gli innamorati si baciano appassionatamente.
"Nobody said it was easy
Oh it's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be so hard
I'm going back to the start"...questa è la mia frase preferita.
Nessuno ha detto che fosse facile, l'amore non è facile, non sempre ho amato ogni parola, ogni gesto, ogni azione ma se ami passi sopra ogni cosa. Non è stato facile perdonare Alex ma valeva la pena provare a rischiare ancora.
Non sono una che si ferma alla prima difficoltà e nemmeno Alex. Abbiamo due caratteri forti, ci scontriamo di continuo ma è per questo che sto con lui. Sento che non mi potrà mai dare pace o calma, però allo stesso tempo invece si ed è quello che mi piace di lui.
È tempesta e quiete allo stesso tempo.
Con lui mi sento sempre come una bevanda gassata, pronta a esplodere.
Lui ha alleviato il mio dolore quando ne avevo più bisogno, quando stavo per essere mangiata da essa e ha eliminato la monotonia dalla mia vita. Mi fa vivere come se fossi sempre a centro chilometri orari.
《A che pensi?》grida sopra le voci.
《Che ti amo》.
Non glielo dico tanto spesso, credo che dovrei.
Lui prende il suo cellulare e scatta una foto, che imposta come sfondo.
《Ecco, così ti penserò anche quando non ci sarai》.
Questa frase risuona nella mia mente come un ticchettio.
L'ha detta perché si aspetta che prima o poi vada via?
Dopo il concerto mi sento ancora euforica sebbene stia morendo di sonno. Ho appena ricevuto l'autografo del mio cantante preferito e ho fatto una foto con la band. Posso andare a letto felice.
《Hai visto quando mi ha fatto l'occhiolino》strillo un pò troppo e Alex mima il gesto della pistola alla tempia. So di essere insopportabilmente logorroica dalla fine del concerto. 
《Okay la smetto, ma solo perché ci tengo al tuo udito》rido.
I piedi ledono e non vedo l'ora di infilarmi sotto le coperte.
《Almeno ti ho resa felice》dichiara fiero e soddisfatto.
《Tu mi fai sempre felice》rispondo. Penso che stia in tutti i modi cercando di riparare alla sofferenza che mi ha provocato dal coma in poi, ma non voglio che si sfinisca, perché lo avevo perdonato il secondo dopo essere usciti da quella stanza d'ospedale, se non il secondo dopo aver riaperto gli occhi.
Salgo in macchina e finalmente mi tolgo le scarpe poggiando i piedi sul cruscotto.
《Se mio padre vede le impronte dei piedi mi ammazza》si lamenta.
Li rimetto giù.
《Scusa, sono stremata》.
Mi sento pesante.
Mi rannicchio per il freddo.
Lui allora chiude i finestrinie accende il riscaldamento.
Il dondolio dell'auto mi fa venire sonno e ancora di più il calore che emana l'aria calda.
《Perché non ti riposi, puoi stenderti dietro》.
《Sto bene così》.
Chiudo gli occhi e forse quando pensa che mi sia addormentata, Alex mi accarezza la guancia. Il suo è un tocco così delicato che mi infonde tranquillità.
Non voglio privarmene.
Devo parlargli della mia idea. Voglio proporgli di venire con me a New York, o almeno, di provare ad avere una relazione nonostante la distanza. Probabilmente è una follia, ma non sopporto l'idea di lasciarci. Ho superato la storia della scommessa non per lasciarlo andare per colpa della lontananza.
Dovrei parlargliene adesso ma sono troppo stanca per farlo.
So che magari non gliene parlerò mai più perché sono volubile e insicura, e potrei avere dei ripensamenti.
Magari non è disposto a lasciare tutto quello che ha qui, magari non vuole rischiare di perdere un anno per ricercare un'altra università che gli permetta nel frattempo di allenarsi.
Forse dovrei davvero arrendermi all'idea che dovremo convivere con la lontananza.
Mi stuzzica l'interno coscia dandomi qualche pizzicotto poi gli prendo la mano.
《Svegliami quando arriviamo》.
Mi lascio andare al sonno dopo poco, percepisco solo che mi poggia la sua giacca sopra il corpo per farmi stare al caldo.
Mormoro un grazie.
È un grazie sincero, un grazie per tutto quello che ha fatto per me, per essermi stato vicino nel mio periodo buio.
Grazie di farmi essere felice......

ALEX
Più la guardo dormire, rannicchiata in se stessa, più mi rendo conto che lei è quella giusta.
Tremo al solo pensiero che stavo davvero per perderla, solo per colpa mia. Sam non si merita di soffrire e non si meritava nulla di quello che le è capitato.
Mi domando ancora come sia possibile che mi sia innamorato di lei come quando un fulmine colpisce un albero, d'improvviso, quasi magicamente.
Nella mia mente ricordo ogni momento con lei: quando dormiva o mangiava o camminava, quando parlava mente io stavo attento solo alle sue labbra e già immaginavo di sentirle sulle mie. E quando neanche mi guardava ma io ero li che la fissavo, inerme.
Potrò mai davvero meritarmela?
Ho provato a farle pesare il meno possibile la sua condizione pur sapendo che nulla poteva restituirle sua madre. Ma almeno so di averci provato e mi rende grato il fatto di sapere che ho contribuito, almeno in minima parte, ad alleviare il suo dolore.
È come se stessimo vivendo un sogno.
Non voglio che finisca.
È egoistico da parte mia ma voglio che rimanga qui. Seppur so che non sarà mai completa perché le manca un pezzo della sua vita, ma voglio che resti.
O resta lei, o la seguo io.
Ma a cosa sto pensando?
Sono giorni che mi tormenta il pensiero che un giorno, le diranno che può tornare a casa, o che suo padre si presenterà alla nostra porta, e quando accadrà, sarà reale.
Lei andrà via.
So che è giusto così. È quello che si merita.
Ma non posso lasciarla andare, vorrei poterla tenere qui per sempre.
Allontano questo pensiero perché non mi sembra neanche vero.
Mi sono talmente abituato ad averla intorno, che farne a meno sarebbe una tortura.
La amo e basta perché non c'è nient'altro da aggiungere, niente che abbia senso dopo di lei. Mi ha completamente stravolto la vita....

𝑷𝑬𝑹 𝑺𝑬𝑴𝑷𝑹𝑬 𝑻𝑼𝑨On viuen les histories. Descobreix ara